Violenza sessuale di gruppo, la giovane età non è di per sé un’attenuante

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Agli stupratori di gruppo non possono essere applicate de plano e senza una adeguata motivazione le attenuanti generiche concernenti la giovane età.

Secondo la Cassazione, che ha confermato la decisione resa in appello, la giovane età è un’attenuante solo quando pregiudica la maturità del soggetto e la capacità di valutare la propria condotta in base alle regole del vivere civile. Ipotesi che non ricorre nel caso oggetto della decisione, in quanto nel processo sono emerse versioni contraddittorie e imprecise dei fatti con l’accusa, mossa alla vittima, di aver fornito una versione falsa e calunniosa nei loro confronti, quando in realtà, dalle prove, è emerso “un giudizio di certezza in termini incontestabili sulle responsabilità degli imputati. Il principio di diritto è espresso nella decisione n. 15659/2022.

La Cassazione, in un punto della motivazione, chiarisce che il contenuto della sentenza del giudice di merito sulla responsabilità degli imputati è frutto di una valutazione assai approfondita di tutti gli elementi probatori acquisiti, che hanno permesso di giungere a un giudizio di certezza incontestabile.

Invero, secondo gli ermellini, il riconoscimento agli imputati delle attenuanti generiche in conseguenza della valorizzazione della ammissione dell’addebito è in piena contraddizione con le divergenze significative delle plurime versioni degli imputati, imprecisioni e contraddizioni che la stessa Corte di Appello ha ritenuto che aprissero la porta al sospetto di una “ricostruzione della vicenda non genuina.

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Del tutto generico inoltre, per suprema Corte, il riferimento all’elemento della giovane età. Al riguardo la Cassazione ricorda infatti che l’età può essere un’attenuante solo quando svolge “un’effettiva incidenza ed abbia uno specifico rilievo nella condotta criminosa ed è, quindi, necessario che il giudice accerti che la condizione giovanile abbia influito sulla personalità del soggetto, determinandone una non completa maturità e capacità di valutare il proprio comportamento secondo le norme del buon vivere civile.”

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