Tav: Siulp, pericolosa la risposta “muscolare”, serve coesione sociale

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Roma, 21 set.(Adnkronos) – E’ ”legittima la preoccupazione dei poliziotti rispetto al rischio di dover pagare un ulteriore e pesantissimo tributo di sangue come avvenuto negli anni di piombo”.

Lo sottolinea Felice Romano, Segretario Generale del Sindacato di Polizia Siulp, riferendosi alla decisione del governo di rafforzare il contingente militare a vigilanza dei cantieri della Tav. ”Di fronte al fondato rischio che in Val di Susa la sciagura del terrorismo possa germogliare di nuovo, riteniamo incauto, pericoloso e politicamente miope che chi ha la responsabilità istituzionale di evitare che ciò accada, ripercorra gli stessi tragici errori che sono costati la vita a decine e decine di servitori dello Stato in uniforme”, rileva. ‘

‘Tutti ricordano, fatta eccezione quelli che per loro fortuna sono giovani, che quando lo Stato cercò di contrastare il terrorismo e la lotta armata attraverso la politica dello scontro e dell’assurda rincorsa a chi mostrava più muscoli, l’unico risultato che ottenne fu che cittadini, sindacalisti, esponenti del mondo universitario ma, soprattutto, poliziotti, carabinieri e magistrati furono costretti a soccombere alla ferocia e vigliacca mano eversiva versando il proprio sangue sulle strade di questo Paese che ne sono ancora intrise quasi come un simulacro perché non se ne perda la memoria.

Le brigate rosse -osserva- furono sconfitte solo quando ci fu una risposta forte, sinergica e determinata a livello investigativo e giudiziario, accompagnata e suffragata da leggi emanate ad hoc per sostenere quella attività investigativa e soprattutto dalla coesione sociale”.

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“Coesione che, grazie alla presa di coscienza di quello che stava avvenendo, fece cessare i conflitti di piazza che erano il brodo migliore nel quale i terroristi facevano diffondere e allargare la loro follia eversiva. Mi auguro -conclude Romano- che quella esperienza sia di monito e da guida di fronte al nuovo pericolo eversivo in modo che per contrastarlo non si ricada nella folle rincorsa di chi ha più muscoli, atteso che questa pratica produsse solo dolore e lutto in questo Paese, ma ci si affidi ai professionisti dell’antiterrorismo quali sono i poliziotti, i carabinieri e i magistrati”. Chiunque volesse abbandonare ”questa strada, se ne dovrà assumere la responsabilità morale, civile e politica”.

fonte la Repubblica – Torino 

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