Dichiarazione del Segretario Generale Felice ROMANO
Il rullo dei tamburi che già da qualche giorno preannunciava “l’assalto a Roma” e la volontà di ballare sui blindati della polizia e di invadere i palazzi delle istituzioni ad opera dei soliti professionisti del disordine, che hanno invaso i canali di comunicazione e i social forum, non sono stati seguiti dagli assalti concreti solo grazie all’alta professionalità delle forze di polizia e alla consolidata e professionale direzione della Questura di Roma.
L’invasione e l’attacco al circolo del PD, come di qualsiasi altro partito, è un vile atto di denigrazione della democrazia e dimostra quanto pericolosi siano ormai divenuti, non solo nelle enunciazioni ma anche nei fatti, i professionisti della violenza che sfruttano ogni manifestazione per dare sfogo ai loro istinti di devastazione anche se, questa volta, non è stata portata all’estrema conseguenza grazie alla professionalità dei poliziotti e alla capacità con cui sono stati organizzati i servizi.
Il fatto però è e rimane gravissimo e deve indurre tutti a riflettere sul pericolo di infiltrazioni sovversive e violente che questi gruppi vogliono portare all’interno dei cittadini e dei lavoratori quando esercitano il loro sacrosanto diritto di manifestare il dissenso in modo democratico e nel rispetto delle regole, come si conviene in ogni Paese civile e democratico qual’è il nostro.
Ad affermarlo Felice Romano, Segretario Generale del Siulp, in una nota nella quale nel commentare l’assalto al circolo del PD, senza se e senza ma condanna il vile atto di aggressione dei circa 400 soliti violenti ai danni del circolo di un partito, quale sede naturale di organizzazione e manifestazione della democrazia, ma anche mentre esprime plauso e ringraziamento alla questura di Roma e a tutte le forze di polizia che oggi hanno consentito con la loro professionalità e il loro equilibrio la celebrazione di un summit importantissimo per il futuro del nostro Paese e dei suoi cittadini e anche per aver evitato che le scorribande di questi delinquenti, ancora una volta, “sfregiassero” Roma e l’intera nazione.
Mi auguro, conclude Romano, che oggi non solo la politica, i partiti, il governo ma anche gli stessi organizzatori delle manifestazioni nelle quali questi violenti tentano continuamente di trovare asilo, riflettano sulla gravità di quanto accaduto e aiutino i poliziotti e le istituzioni a ricondurre le pubbliche manifestazioni in un alveo di democratico dissenso comprendendo anche quanto sia delicato e difficile il lavoro del poliziotto.