Trentanni di Serietà, Impegno, Unità, Libertà e Prospettive
Circa trent’anni fa come molti di voi, entravo in Polizia; sulle strade c’erano le Fiat Ritmo e le Prinz, alla radio c’era la hit parade di Lelio Luttazzi, la gran parte delle tv erano ancora in bianco e nero, e nelle piazze d’Italia lavoratori e studenti manifestavano pressochè ogni giorno contro il governo e contro la polizia.
Per le giovani Guardie di Pubblica Sicurezza che per la prima volta indossavano la divisa, l’impressione era quella di una vera e propria guerra in atto. Ti vestivano in fretta e furia, ti davano moschetto e manganello e poi ti mandavano a dare una mano ai reparti celeri; passavi da un giorno allàaltro da una vita tranquilla di studente di un Paese dove nulla succede, ad una vita da incubo tra gas lacrimogeni, tafferugli, scontri all’arma bianca e lanci di pietre. Mai come in quegli anni forse la polizia è stata più lontana e più isolata dal resto del Paese.
Eppure, io che c’ero, per quanto giovane, posso testimoniare di non aver quasi mai conosciuto poliziotti che fossero contenti di quello che venivamo costretti a fare: posso anche aggiungere che sebbene con molto timore si facevano già discorsi che rivelavano una profonda insoddisfazione per come venivamo trattati dai cittadini, dall’opinione pubblica, e persino dal governo.
Trent’anni sono passati da quella legge la 121 dell’81 che ha disegnato una nuova polizia, e soprattutto una nuova missione per la Polizia di Stato. Oggi, un po’ meno giovane ed un po’ meno ingenuo di quando ero una ‘guardia’ mi capita di leggere sui blog dei colleghi delle critiche pesanti nei confronti del sindacato. E non solo sono giovani colleghi, entrati in polizia dopo la legge di riforma. Sono anche anziani, sono pertanto testimoni come me di come era la polizia prima del sindacato.
Forse l’hanno dimenticata, forse non vogliono ricordarla. Da questo nasce il nostro calendario, progettato dall’amico e collega Pino Savoia al quale vanno i nostri ringraziamenti: da una voglia di ricordare come eravamo, per capire meglio come siamo. Perchè solo in questo modo possiamo costruire una prospettiva valida. Perchà oggi il rischio che corriamo tutti insieme è quello di dimenticare le nostre radici, la nostra storia.
E, come ha detto qualcuno non c’è futuro per un popolo che non ha storia. Auguro a tutti voi che il 2011 possa essere làanno del ricordo, perchè il ricordo ha un’importanza che va oltre l’aspetto formale della celebrazione.
Il ricordo serve a ravvivare i nostri valori, il nostro impegno, la nostra cultura professionale. Dobbiamo onorare i nostri trent’anni al servizio del Paese, il sacrificio dei nostri caduti, le sofferenze, le delusioni, gli schiaffi che abbiamo preso da quanti, a differenza di noi, scelgono la strada dell’arroganza, della condivisione del potere, della sopraffazione del proprio simile.
Noi siamo per la libertà, per la democrazia, per la solidarietà. E siamo anche convinti che soltanto una polizia democratica può aiutare un Paese a mantenere saldo il suo credo democratico.
Quando ad aprile del 2011 si celebrerà il trentennale della legge 121 dell’81, sarebbe bello che ogni poliziotto in servizio o in pensione desse un’occhiata a questo calendario, per ricordare ciò che eravamo e per aiutarci a costruire un futuro migliore, non solo per i poliziotti e le loro famiglie ma, soprattutto per la democrazia, la legalitò e lo sviluppo del nostro Paese.
Quando è nato il nostro sindacato abbiamo voluto chiamarlo Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia: dopo trent’anni, nella stessa sigla SIULP possiamo anche leggere trent’anni di Serietà, Impegno, Unità, Libertà e Prospettive.
Buon 2011 a tutti.
Il Segretario Generale
Felice ROMANO