Operatori Frontex Standing Corps – Criticità – Seguito

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lettera inviata dal Segretario Generale, Felice Romano, all’Ufficio Relazioni Sindacali del Dipartimento della P.S.

“Con la Vostra nota dello scorso 18 febbraio avente pari oggetto, è stato dato un parziale riscontro ad una serie di perplessità circa l’avvio del progetto Standing Corps dell’Agenzia Frontex riferite con la nostra segnalazione del 19 gennaio scorso.

È bene rammentare che in quell’occasione avevamo rilevato come l’applicazione della disciplina eurounitaria, che riconosceva al personale in questione generici poteri di Polizia sul territorio degli stati membri – diversi dal proprio – presso cui venivano impiegati, non trovasse un adeguato regime ordinamentale domestico in grado di disciplinarne l’attività operativa. In pari tempo risultava carente l’assetto normativo concernente l’accesso alle informazioni ed alle banche dati normalmente consultate dal personale della Polizia di Frontiera.

Un quadro le cui criticità erano, a nostro sommesso avviso, ulteriormente aggravate dalle ambiguità in ordine al potenziale conflitto insorgente nel momento dell’eventuale, e tutto tranne che remota, ipotesi di contrasti tra operatore della Polizia Frontiera e operatore Frontex sulle decisioni da adottare nel caso concreto.

La replica di codesto Ufficio sembra non solo confermare i timori da noi rappresentati, ma pure l’attuale mancanza di un benché minimo impianto normativo primario o secondario approntato per presidiare la materia. Desta infatti non poca preoccupazione dover prendere atto che “per quanto riguarda le problematiche applicative relative all’attribuzione di poteri esecutivi ai membri dello Standing Corps, incluso l’uso della forza e la possibilità che questi consultino le banche dati europee e nazionali, è in corso un attento approfondimento, con il coinvolgimento delle competenti articolazioni dipartimentali, per stabilire modalità e procedure, compatibili con le vigenti disposizioni nazionali, che consentano di dare piena ed efficace attuazione al nuovo quadro normativo introdotto dal legislatore europeo”.

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Orbene, al netto della consueta impostazione della prassi comunicativa che caratterizza il linguaggio burocratico, il ricorso a termini edulcorati e sfumati della missiva di Codesto ufficio non basta a rendere meno nitida l’evidenza di una realtà imbarazzante e foriera di gravi criticità.

Non vogliamo addentrarci in riflessioni circa il comunque indecente dispendio di risorse comunitarie che da ciò discende. Poiché però, come pure già avevamo avuto modo di eccepire nella nostra citata richiesta di chiarimenti, l’applicazione di questo personale determina comunque un non marginale impegno dei nostri uffici di frontiera, chiamati a gestire gli onerosi incombenti che derivano dall’ospitalità, ribadito lo sconcerto per una simile approssimazione, siamo a sollecitare una rimeditazione dell’opportunità di mantenere un presidio quale quello di cui siamo a discutere nelle more dell’”approfondimento” che, come ci viene detto, sarebbe in corso di elaborazione.

L’urgenza di giungere ad una chiara definizione del progetto in questione appare ancor più stringente alla luce del fatto che gli operatori Standing Corps sono sovente assegnati ad unità operative o presso il controllo passaporti. Attività nel corso della quale possono così venire in contatto con numerose informazioni, anche sensibili, ivi comprese le quelle riportate sui documenti controllati.

Si tenga altresì conto del fatto che l’Agenzia Frontex richiede ai propri operatori Standing Corps, aggregati nei vari paesi europei, di trasmettere tutte le informazioni ritenute di interesse. In altre parole esiste un potenziale conflitto di interessi, e di competenze, idoneo a provocare la rivelazione e/o la divulgazione non autorizzata di informazioni riservate.

Permane pertanto l’esigenza, oggi ancor più pressante, di prevedere un incontro – che pure già era stato da noi richiesto – con i competenti organi dipartimentali, nel corso del quale poter chiarire i non pochi punti oscuri di questo sfuggente progetto, anche al fine di dipanare i non pochi momenti di inquietudine che tormentano i nostri colleghi che lavorano in affiancamento a questi dipendenti Frontex nella delicata cornice dei controlli di frontiera.”

Segretario Generale, Felice Romano
20 aprile 2021

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