Seguito – Dispositivi di sicurezza dei veicoli di servizio

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Dispositivi di sicurezza dei veicoli di servizio. Esigenza di estendere le protezioni passive a tutti i veicoli impiegati in servizi operativi. Seguito

Con la nostra nota di pari oggetto del 24 gennaio 2022, all’indomani del drammatico attentato alla vita di due operatori delle Volanti di Taranto, perpetrato da un criminale privo di scrupoli che aveva esploso al loro indirizzo numerosi colpi d’arma da fuoco, avevamo sollecitato l’adeguamento dei dispositivi di protezione passiva di tutti i veicoli impiegati nei servizi operativi e/o la previsione di inserire tali dotazioni nelle future forniture.

La nostra richiesta traeva spunto dalle eloquenti e drammatiche immagini che documentavano come l’esito di quell’aggressione non fosse risultato letale solo grazie alla combinazione tra l’elevato livello di professionalità dei colleghi e la blindatura del parabrezza del veicolo utilizzato di pattuglia. Dispositivo di cui, per l’appunto, non sono munite le autovetture adibite ai servizi di Polizia Stradale ed ai Reparti Prevenzione Crimine.

Con replica di codesto Ufficio del 18 marzo scorso, nel dare riscontro alla nostra istanza, sono stati offerti articolati argomenti in base ai quali, ad avviso dei competenti organi dipartimentali, la possibilità di estendere la protezione in narrativa non sarebbe percorribile.

In particolare, quanto ai veicoli in uso alla Polizia Stradale viene eccepito che il soddisfacimento delle esigenze operative viene assolto da un mezzo che ha “raggiunto nell’allocazione degli equipaggiamenti, attraverso approfonditi studi ed accorgimenti tecnico costruttivi, massima funzionalità ed ergonomicità, nella piena sicurezza e completa aderenza alle specifiche esigenze di servizio”.

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Il che potrebbe anche soddisfare, non fosse che la nostra preoccupazione era, e rimane, non già quella della sicurezza nella circolazione ordinaria, bensì quella del potenziale rischio derivante dall’eventualità, tutto tranne che remota, dell’ingaggio di uno scontro a fuoco con antagonisti. Ed è in effetti in ordine a questa riflessione che la risposta che siamo a commentare anima perplessità, ed indispone non poco.
Dopo aver introdotto considerazioni circa l’aumento dei costi di progettazione ed esecuzione -che potevano sinceramente anche esserci risparmiate, e che in ogni caso non riteniamo accettabili, atteso che discutiamo del come evitare epiloghi luttuosi – vengono addotte motivazioni tecniche secondo le quali “l’adozione di un allestimento blindato, se da un lato potenzia la sicurezza degli operatori contro le armi da fuoco, dall’altro incide sulla sicurezza attiva e passiva del veicolo in termini di aggravio dei pesi, con conseguente allungamento degli spazi di frenata, o di visibilità della strada soprattutto nelle ore notturne”.

Per riuscire a disvelare la inconsistenza di questa malferma tesi, che mira evidentemente ad aggirare pretestuosamente il tema in discussione, non pare occorra dispiegare un impianto logico di significativa intensità. Basta infatti tornare all’origine della nostra rivendicazione, e chiedersi allora perché queste difficoltà tecniche, asseritamente determinanti, sono state agevolmente superate per i veicoli destinati al servizio di Volante. Che, ove mai fosse sfuggito, operano in ambiti urbani in cui gli spazi di frenata non abbondano di certo, e che vengono utilizzate per almeno la metà dei quadranti orari in assenza di luce solare.

Parimenti irricevibile è poi la spiegazione che vorrebbe, con riferimento ai veicoli in uso ai R.P.C., convincerci che “i suddetti Reparti non effettuano servizio di pronto intervento, connaturato da situazioni imprevedibili ed emergenziali, ma agiscono nel quadro di servizi pianificati e predisposti dall’Autorità provinciale di P.S., nell’ambito di un contingente costituito da almeno due equipaggi, ciascuno composto da tre operatori”.

Affermare che il personale dei R.P.C. svolge servizi che non presuppongono l’esposizione a situazioni imprevedibili ed emergenziali dimostra una preoccupante mancanza di conoscenza dell’attività svolta da questi colleghi. E va a contraddire i presupposti fondativi delle tecniche operative, che insegnano a considerare qualunque attività di controllo come fonte di potenziali rischi.
È semmai vero che l’imprevedibilità è la costante con la quale devono fare i conti tutti i Poliziotti che agiscono in ambito operativo.

Ed è paradossale che l’implicita conferma di questo doveroso principio di cautela si trovi esattamente nel paragrafo immediatamente successivo, dove si spiega, con toni che vorrebbero essere rassicuranti, essere “in fase di avvio la sperimentazione di un giubbetto antriproiettile e anti lama innovativo, che dovrebbe essere indossato permanentemente da tutti gli operatori del comparto controllo del territorio anche a bordo dei veicoli”.

Vorremmo capire meglio: se non serve rafforzare le difese passive del veicolo perché non si pone il problema di affrontare situazioni emergenziali, perché si sta immaginando di aumentare il livello di sicurezza dei dispositivi di protezione individuale?
Da quanto precede si evince insomma come le idee di chi è chiamato a gestire le procedure di progettazione e di fornitura siano sicuramente perfettibili, e parecchio dissonanti dalle effettive esigenze degli operatori.

Con la presente siamo pertanto a chiedere, oltre alla convocazione di un incontro nel corso del quale poter mettere a confronto le disallineate prospettive che distinguono la visione degli organi decisionali da quelle dei rappresentanti dei lavoratori, anche di poter accedere agli – ed estrarre gli – atti relativi:

  • alle fasi di studio e progettazione dei veicoli destinati ai servizi operativi della Polizia Stradale e dei R.P.C.;
  • ad eventuali studi e/o pareri, anche di esperti esterni, circa i costi aggiuntivi che deriverebbero da interventi di adeguamento passivo quale, ad esempio, l’installazione di un parabrezza blindato come da noi proposto;
  • alle eventuali valutazioni, anche di esperti esterni, sull’incidenza del rischio per gli occupanti dei veicoli di servizio, e sulla riduzione del rischio medesimo con il miglioramento delle protezioni qui suggerito.

Restiamo quindi in attesa di poter conoscere tempi e modi per esercitare il richiesto accesso.
Riservandoci, in ogni caso, iniziative a tutela del personale in ogni sede competente ai sensi e per gli effetti di quanto nella presente rappresentato, posto che non consideriamo plausibile mettere sul piatto della bilancia un limitato risparmio di spesa nel momento in cui la contropartita è la salvaguardia potenziale anche di una sola vita di un operatore.

Con i più distinti saluti.”

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