Prot. 8.1.1/23/FL/2024
17° corso per vice ispettori della Polizia di Stato – prova di valutazione di diritto penale – Richiesta di incontro.
A seguito dell’esame di diritto penale sostenuto lo scorso 13 dicembre dai frequentatori del 17° Corso di formazione per vice Ispettori della Polizia di Stato, sono giunte a questa Segreteria Nazionale segnalazioni meritevoli di improcrastinabili valutazioni.
Sembrerebbe che la nota mancanza di sussidi didattici, mai forniti dall’amministrazione, le informazioni e le tempistiche differenziate diffuse solo pochi giorni prima dell’esame dai direttori dei due istituti interessati alla formazione, abbiano fatto venire irreparabilmente meno i principi di trasparenza e delle pari opportunità tra i partecipanti.
Nello specifico, il 7 dicembre 2023, i direttori degli Istituti di Nettuno e di Spoleto, ove si concentrano la totalità dei frequentatori del corso, con circolare appositamente dedicata allo svolgimento dell’esame di diritto penale, abbiano diramato indicazioni disomogenee.
In un Istituto sembra essere passata l’informazione che l’esame si sarebbe basato su un unico compito formato da 60 domande, mentre nell’altro, ai frequentatori sarebbe stata partecipata una diversa procedura, basata su compiti randomizzati e preparati direttamente dall’università ad personam.
Solo in un secondo momento le indicazioni sono state uniformate a favore di una procedura che, tuttavia, ha comunque raccolto ampi dissensi e critiche soprattutto rispetto le garanzie di trasparenza e imparzialità che possano essere garantite da test “preimpostati” e “preassegnati”.
Ma le questioni, già non di poco conto, non si limitano a quanto appena evidenziato.
L’esame sostenuto dagli allievi ispettori ha presentato un grado di difficoltà non corrispondente al livello delle lezioni loro somministrate. Nei test di esame erano presenti quesiti che ricomprendevano orientamenti dottrinali e sentenze recentissime, nonché domande afferenti temi mai trattati durante le lezioni seguite in videoconferenza. Argomenti che tra l’altro non potevano neanche essere acquisiti o approfonditi considerata la totale mancanza di sussidi didattici.
Appare utile osservare che il medesimo esame viene svolto dagli studenti del corso di laurea in Giurisprudenza dell’Università degli Studi “La Sapienza”, con la differenza che in quell’ateneo la provaè modulata in due distinti momenti nell’ambito di un biennio con il riconoscimento di 18 CFU in luogo dei 9 riconosciuti agli allievi vice ispettori che, a differenza, hanno avuto solamente sei mesi di tempo per seguire le lezioni e per prepararsi a rispondere alle medesime domande, ma condensate in un solo momento.
La questione non può essere sottaciuta, giacché allo stato, la valutazione della prova in questione rientra tra quelle utili alla costituzione della graduatoria finale del corso, e che stando così le cose, si manifesta irrimediabilmente falsata.
Atteso quanto sopra, si chiede un apposito confronto con l’articolazione dipartimentale preposta, finalizzato ad ottenere una soluzione equa e definitiva della questione