Il contravventore può motivare la mancata indicazione del conducente

37

Le multe stradali con decurtazione dei punti obbligano il proprietario del veicolo a comunicare i dati del conducente. Omissioni o silenzi portano a nuove sanzioni nel caso di infrazioni, per le quali è prevista, come ulteriore sanzione, la decurtazione di punti dalla patente.

La norma di riferimento è l’art. 126 bis del Codice della strada. In base a questa disposizione, chi riceve un verbale notificato successivamente (quindi non contestato immediatamente su strada) ha 60 giorni di tempo per trasmettere alle Forze dell’ordine i dati del conducente.

La ratio è chiara: la decurtazione dei punti non può colpire chi non ha commesso la violazione. Si tratta, infatti, di una sanzione strettamente personale, come sottolineato dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 27 del 2005. Il proprietario del veicolo, pertanto, risponde solo del pagamento della sanzione, ma non può subire conseguenze sulla patente se non era lui a guidare.

Lo stesso articolo 126-bis stabilisce che chi non fornisce i dati è soggetto a un’ulteriore sanzione amministrativa che può variare da 286 a oltre 1.100 euro.

Al riguardo, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 165 del 2008, ha individuato due situazioni differenti:

da un lato, il comportamento di chi tace o non rispetta i termini, che comporta automaticamente la sanzione;

dall’altro, quello di chi fornisce una spiegazione concreta e motivata della propria impossibilità a ricordare.

Secondo la Consulta, il cittadino non può essere obbligato a ricordare qualsiasi evento, non esistendo un obbligo di memoria assoluta.

Pertanto, rispondere alle richieste delle autorità dichiarando semplicemente di non ricordare è possibile ma è necessario spiegare le ragioni di questa difficoltà.

Non esiste un elenco rigido di circostanze che giustificano l’impossibilità di ricordare. Tuttavia, dalla prassi e dalla giurisprudenza emergono alcune ipotesi considerate plausibili:

ritardo nella notifica: se il verbale arriva vicino al termine massimo dei 90 giorni, ricostruire un singolo episodio accaduto mesi prima può risultare oggettivamente complesso;

uso condiviso del veicolo: auto di famiglia o aziendali utilizzate da più persone rendono difficile individuare il conducente in uno specifico momento;

situazioni straordinarie: come il furto del mezzo, che deve essere ovviamente documentato con la relativa denuncia.

Si tratta di casi in cui, se l’autorità irrogasse ugualmente la sanzione, si potrebbe legittimamente ricorrere al Giudice di Pace.

Advertisement