Perequazione Automatica delle Pensioni, Aumenti dell’1,4%per il 2026

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Il prossimo anno le pensioni aumenteranno dell’1,4% lo stabilisce il decreto 19 novembre 2025 del Ministero dell’Economia e delle Finanze concertato con quello del Lavoro apparso ieri in Gazzetta Ufficiale (G. Un. 277del28novembre2025).

Come già anticipato la scorsa settimana su queste stesse pagine, la rivalutazione non è applicata in misura uguale per tutte le pensioni, ma varia a seconda delle fasce di appartenenza in cui ricade l’assegno oggetto di rivalutazione. Per il prossimo anno sono confermati i criteri attuali previsti dall’articolo 1, co. 478 della legge n.160/2019: 100% del tasso Istat per gli assegni sino a 4 volte il trattamento minimo; 90% del tasso Istat per i trattamenti localizzati tra 4 e 5 volte il trattamento minimo; 75% per quelli superiori a 5 volte il trattamento minimo.

*importi riportati al lordo in tabella

La rivalutazione si applicherà in senso progressivo, nello specifico:

Trattamento Minimo INPS Anno 2025 = € 603,40

  • le rendite entro le quattro volte il minimo (cioè, entro i 2.413,60 € lordi al mese al 31 dicembre 2025) avranno la rivalutazione del 100% dell’indice Istat (1,4%);
  • le rendite superiori a quattro volte e comprese entro le cinque volte il minimo (cioè, entro 3.017,00 € lordi al mese al 31 dicembre 2025) avranno il 100% dell’indice Istat sino a 2.413,60 € ed il 90% dell’indice Istat per la quota eccedente;
  • le rendite superiori a cinque volte il minimo (cioè, oltre 3.017,00 €) avranno il 100% dell’indice Istat per la quota sino a 2.413,60 €; il 90% dell’indice Istat per la quota superiore a 2.413,6€ sino a 3.017,00 € e il 75% dell’indice Istat per la quota eccedente 3.017,00€.

La Formula:

Calcolo della perequazione di una Pensione Mensile lorda = € 3.889,60

Fino 4 TM x 1,40%) + (5 TM – 4 TM) x (1,26%) + (€ 3.889,60 – 5 TM) x (1,05%) = € 50,56 Mensili Lordi

 

Il rateo pensione di dicembre 2025 non conterrà alcun conguaglio sulla rivalutazione dei trattamenti INPS. Il Ministero dell’Economia, infatti, ha fissato allo 0,8% la percentuale di perequazione definitiva per il 2025 per gli assegni fino a quattro volte il minimo INPS.

Il motivo è semplice: Il conguaglio scatta solo quando l’inflazione definitiva rilevata dall’Istat si discosta dall’indice provvisorio utilizzato per aggiornare gli assegni. Nel nostro caso, il tasso provvisorio è coincidente con quello da applicare per l’intero anno e quindi l’INPS non deve liquidare arretrati né effettuare ricalcoli non essendoci alcuna differenza da compensare.

Se, a consuntivo, emergerà un valore diverso, l’eventuale aggiustamento verrà gestito nel 2026, come già avvenuto in passato. La rata di dicembre 2025 — con la tredicesima — non subirà dunque alcuna variazione legata alla perequazione.

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