Procedure di mobilità del personale del ruolo di base. Violazione dei protocolli sull’informazione preventiva. Richiesta di chiarimenti immediati.
Abbiamo preso atto con non poca sorpresa del contenuto della comunicazione, pervenuta nella tarda serata di ieri, relativa alla procedura espressamente descritta come “dedicata esclusivamente al personale del ruolo ordinario degli agenti e assistenti della Polizia di Stato che hanno in atto sul Portale mobilità un’istanza di trasferimento presso Reparti mobili della stessa sede ovvero di province diverse”.
Una esclusività che, sia consentito segnalarlo, viene nei fatti smentita immediatamente dopo con la prevista estensione della facoltà di revoca anche a chi ha domande per uffici diversi dai Reparti Mobili.
Ma non è di questa, comunque rumorosa, contraddizione che ci interessa discutere. Quanto semmai dell’evidente imbarazzo che trasuda dall’improvvisato rammendo con il quale si cerca di porre riparo ad un clamoroso strappo nel protocollo delle relazioni sindacali e, prima ancora, della credibilità dell’Amministrazione.
Trova infatti ora conferma l’indiscrezione secondo la quale il Dipartimento della P.S. ha unilateralmente deciso di rinforzare i Reparti Mobili esclusivamente con gli Agenti in Prova di prossima assegnazione. O, quantomeno, non si vede quale altra lettura alternativa potrebbe spiegare una simile anomalia.
Una scelta che, oltre a non risultare affatto convincente, si pone in insanabile contrasto con i criteri sulla mobilità definiti in precedenza nel corso di risalenti intese raggiunte ai tavoli negoziali, dalle quali non si poteva dunque in alcun modo prescindere.
Nel rimarcare la gravità della denunciata violazione, c’è da chiedersi a questo punto che significato può avere la partecipazione alla riunione del prossimo 13 gennaio 2026, convocata per discutere, tra l’altro, dell’intendimento dell’Amministrazione di assegnare ai Reparti Mobili Agenti in Prova del 231° Corso.
Ciò che in buona sostanza emerge è il tentativo, non esattamente commendevole, di mettere le organizzazioni sindacali di fronte al fatto compiuto, aggirando i precisi vincoli stabiliti dalla disciplina ordinamentale. Una prevaricazione che si risolve nell’erosione delle prerogative riconosciute alle rappresentanze dei lavoratori e che finisce con il ledere gli interessi di un considerevole numero di operatori che vedono frustrato l’affidamento riposto su regole di cui l’Amministrazione, in luogo di farsi garante, vorrebbe derogare a proprio piacimento.
Ribadito allora che il metodo è da qualificare come irricevibile, ciò che proprio non si riesce a comprendere è quale sia, nel merito, lo scopo perseguito. Invero, se l’obiettivo era quello di abbassare l’età media dei dipendenti in forza ai Reparti Mobili, non si vede perché non si sia utilizzato il consolidato criterio già oggi applicato per intervenire su Questure e Uffici la cui piramide anagrafica risulta essere fortemente sbilanciata. Non consta, a tacer d’altro, che sia stata compiuta una valutazione statistica orientata a stabilire, per l’appunto, se vi fossero Reparti Mobili con sofferenze di questo genere, tali da richiedere dirompenti interventi in deroga per ringiovanire le fila degli amministrati. Fermo restando che in ogni caso era doveroso intavolare il confronto con le organizzazioni sindacali.
In definitiva la vicenda che ci occupa disvela una preoccupante propensione dell ’ Ammini strazi one ad ignorare i precisi vincoli imposti dalle regole ordinamentali, provocando irrituali ed inopportuni focolai di tensione.
Dati i presupposti ci vediamo costretti ad intimare l’immediata rimeditazione delle denunciate violazioni e ci riserviamo di adottare ogni utile iniziativa per assicurare il quanto più tempestivo ripristino della regolarità delle procedure di mobilità.
2025_1563_procedure di assegnazione e trasferimento verso i Reparti Mobili – contestazione






