ARMONIZZAZIONE PENSIONISTICA

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La maggioranza ci ripensa e vuole tutelare la specificità 

Non abbiamo l’abitudine di vendere la pelle dell’orso prima che sia spirato;questa volta, però, sembra realistico il concretizzarsi della possibilità di un ripensamento della maggioranza, in ordine ai contenuti del provvedimento di armonizzazione previdenziale messo a punto dal Ministro Fornero nel corso della precedente legislatura ed il cui iter è recentemente ripreso, nonostante i dubbi e le riserve eccepite in ordine alla legittimità del procedimento utilizzato. Non avevamo mai mancato di evidenziare come nel corso del suo tortuoso e controverso cammino finalizzato alla emanazione del regolamento di armonizzazione, il Governo, avendo ripreso la stessa bozza preparata dal ministro Fornero, avesse manifestato una sottesa tendenza ad ignorare le peculiarità del comparto e ad annullare la specificità, prevista per legge, in relazione alle funzioni di tutela della sicurezza interna ed esterna, ed ai peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti dai correlati impieghi in attività usuranti. 

Per tali ragioni, nelle ultime settimane Il SIULP, unitamente agli altri sindacati del Cartello, ha messo in campo una energica iniziativa per sensibilizzare il Governo e le rappresentanze politiche di maggioranza in ordine alla esigenza di rivedere i contenuti del provvedimento, inviato alle Camere per il rituale parere, soprattutto con riferimento alla necessità di attenuare lo “scalone” e prevedere, cosa assai ancora più importante, la non applicazione della speranza legata alle aspettative di vita alla pensione di vecchiaia. Il momento culminante è stato certamente quello dell’audizione informale del 28 maggio scorso davanti alle Commissioni Parlamentari riunite. Ma decisiva e determinante è stata anche e soprattutto la rete di contatti attivati con gli esponenti politici dei principali partiti di Governo e dei gruppi Parlamentari ai quali è stata consegnata una completa documentazione finalizzata ad illustrare il nostro punto di vista in ordine alle problematiche connesse all’armonizzazione del regime previdenziale del comparto sicurezza difesa e soccorso pubblico.

Oggi possiamo finalmente affermare che l’iniziativa politica del Siulp è riuscita ad arrestare un processo che avrebbe, di fatto, prodotto una armonizzazione inadeguata ed insoddisfacente; ma avrebbe prodotto soprattutto una situazione devastante per la tenuta del sistema e quindi per la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica. In tal senso, una serie di posizioni espresse da esponenti politici di primo piano delle forze politiche componenti l’attuale maggioranza di Governo, permettono, oggi, di considerare realistica la possibilità che l’esecutivo imprima un decisivo stop al procedimento di emanazione del nuovo regolamento pensionistico per il comparto sicurezza.

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Nel prendere atto con soddisfazione di quanto va emergendo sul fronte previdenziale, registriamo anche importanti segnali sul fronte contrattuale, ove, in relazione alla reiterazione del blocco per il 2014, avanza e si fa strada la prospettiva di iniziare a discutere con i sindacati del pubblico Impiego dei contenuti normativi dei prossimi rinnovi contrattuali, con un occhio di riguardo alle specificità del nostro comparto, in funzione della quale il ministro della Funzione Pubblica e altri esponenti della maggioranza di Governo hanno sottolineato l’inderogabile esigenza, pur nella negativa congiuntura economica, di dover valutare per settori essenziali, quale il comparto sicurezza e la scuola, la necessità di non prorogare il blocco delle procedure negoziali.

Parimenti alla previdenza il Siulp anche su questo versante ha rappresentato, pur apprezzando le dichiarazioni di intenti anche sul versante contrattuale, che il primo segnale indispensabile, e peraltro già dichiarato incostituzionale dalla Suprema Corte anche se per adesso relativamente solo ai magistrati, riguarda lo sblocco del tetto salariale. Questa misura, infatti, oltre ad essere un ulteriore danno economico per i poliziotti che hanno contribuito in maniera assai più sostanziosa di altri lavoratori nel percorso di ripristino delle compatibilità di bilancio della spesa pubblica, è anche una mina all’operatività della funzione di Polizia poiché, tra l’altro, sovverte la catena di responsabilità o di comando che non rende lineare ed efficace la missione istituzionale del Comparto, ovvero la difesa delle istituzioni democratiche e della sicurezza del Paese.

Si tratta di importanti segnali di attenzione da parte delle Forze Politiche, grazie all’opera instancabile del Siulp, che rivelano una concreta espressione della volontà della maggioranza di rispettare la specificità del Comparto per non mortificare il lavoro e la dignità delle donne e degli uomini delle Forze dell’Ordine. Giacché essi operano in un settore che, nonostante i tagli e le restrizioni, continua, grazie allo spirito di abnegazione dei suoi addetti, a garantire efficienza e sicurezza all’interno ed all’esterno del nostro Paese.

Per questo, attendiamo con fiducia l’ufficializzazione di un rinvio dell’iter di approvazione del provvedimento di armonizzazione, per avere la possibilità di migliorarne i contenuti attraverso l’inserimento di specifiche forme di garanzia che mettano in equilibrio, attraverso la salvaguardia della specificità, i conti sulla previdenza ma anche l’operatività e la sicurezza dei cittadini. Poiché dalla specificità dipende l’operatività della funzione di poliziama anche il diritto dei poliziotti ad un trattamento previdenziale equo e dignitoso ed in linea con i colleghi degli altri paesi europei dopo una vita spesa al servizio del Paese ed a tutela delle Istituzioni democratiche.

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