Calcio: SIULP, su biglietti nominativi Malagò ha memoria corta oppure è inutile l’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive.

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Dichiarazione del Segretario Generale Felice Romano

Che gli italiani abbiano memoria corta è un fatto incontestabile ma che questo possa giustificare qualcuno per dimenticare i gravi disordini, finanche i morti in alcune situazioni, legati agli stadi, è un fatto pericoloso che va attenzionato e costringe ad una riflessione seria ed urgente.

È veramente singolare che il Presidente Malagò, che partecipa alle riunioni dell’Osservatorio Nazionale degli eventi sportivi, che è l’organo nazionale di consultazione di cui si avvale il Ministro dell’Interno per valutare le iniziative per rendere sicuri gli stadi, affermi che la sicurezza delle persone sia meno importante del “fastidio” che hanno i tifosi per le “complesse procedure burocratiche” imposte per il biglietto nominativo, dimenticando che esse hanno contribuito a ridurre gli incidenti negli impianti e a dimezzare il numero dei feriti, sia per i tifosi che nelle fila delle Forze di polizia.

Lo afferma Felice ROMANO, Segretario Generale del SIULP che, nel commentare quanto affermato dal Presidente del Coni sottolinea due aspetti fondamentali. Il Presidente Malagò dimentica che in questo Paese anche per prendere il treno è necessario il biglietto nominativo per cui è veramente pernicioso affermare che la stessa procedura non può essere rispettata per la sicurezza delle persone negli stadi, in particolare proprio per i tanti bambini che li frequentano;

la seconda è che se ha ragione Malagò, allora non ha più senso avere l’Osservatorio e farebbe bene il Ministro Alfano a chiuderlo.

Forse, conclude Romano, il Presidente Malagò è un italiano vero con il debito della memoria corta, per questo, sperando di avere risposta in merito, gli chiediamo ancora una volta cosa ne pensa se le società sportive partecipino a pagare le spese accessorie per garantire la sicurezza negli stadi visto che le attuali risorse, necessarie per impiegare 2000 uomini ogni domenica, vanno tutte a carico solo dei contribuenti.

Speriamo che, almeno su questa domanda, il Presidente perda un po’ della sua italianità e ci dia una risposta.

 

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