CARCERI: decongestione carceri, ma non a scapito della sicurezza o sulla pelle dei poliziotti.

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L’esplosiva situazione delle carceri richiede un intervento immediato per ristabilire i livelli minimi di rispetto della dignità delle persone, ancorché reclusi.
Questo, però, non può avvenire né a scapito della sicurezza dei cittadini, atteso che i poliziotti che dovrebbero vigilare gli arrestati nelle camere di sicurezza, per le croniche carenze di organico che ammontano ad oltre 14.000 unità, saranno sottratti al controllo del territorio, alla gestione dell’ordine pubblico, né a danno dei poliziotti che oggi non hanno le risorse e l’organizzazione per trattenere persone con lo status di detenuto.
Ad affermarlo Felice Romano Segretario Generale del SIULP, il maggiore sindacato del comparto sicurezza che, dopo aver appreso di queste intenzioni del Governo dagli organi di stampa odierni, lancia un vero e proprio allarme qualora questa ipotesi si attui senza delle precondizioni imprescindibili.
Il trattenimento nelle camere di sicurezza degli uffici di polizia, sottolinea Romano, richiede indispensabili adeguamenti dei locali, per profili di salubrità e per garantire la compatibilità tra lo stato di salute di coloro che rientreranno in questa ipotesi, molti dei quali tossicodipendenti e affetti da gravi patologie, e le esigenze di assistenza di cui questi ospiti necessitano, così come si porranno problemi organizzativi ed economici legati alla garanzia dei pasti.
Per tutto questo, che sono solo alcuni degli aspetti che emergono immediatamente, il SIULP lancia l’allarme sulla impossibilità a praticare questa soluzione alle condizioni attuali.
E’ necessario, continua Romano, che il provvedimento sia accompagnato, peraltro come accaduto la scorsa volta per la Polizia Penitenziaria, almeno da due interventi che lo sostengano e che lo possano rendere possibile.
Uno stanziamento per i lavori di adeguamento delle camere di sicurezza, o per la costruzione laddove non ci sono e per organizzare un servizio di mensa che assicuri i pasti previsti come nei penitenziari, ma, soprattutto, di un arruolamento straordinario, magari attraverso una procedura concorsuale aperta a tutte le cittadine e a i cittadini che vogliono mettersi al servizio del Paese, a prescindere dal servizio effettuato nelle Forze Armate, che garantisca la vigilanza a questi arrestati ma anche la sicurezza dei cittadini.
Perché diversamente, continua Romano, sarebbe veramente un meccanismo perverso e assurdo. Più arresti si opereranno, più si eliminerà il controllo del territorio andando, così facendo a discapito della sicurezza generale.
Se non ci saranno questi elementi imprescindibili, ribadisce il Siulp, siamo assolutamente contrari a scaricare l’emergenza congestioni carceri sulla pelle dei poliziotti e, soprattutto, sulla sicurezza dei cittadini.
Per questo, chiude Romano, invitiamo il Ministro Cancellieri a rappresentare queste esigenze in Consiglio dei Ministri prima che, per sanare un’emergenza, non si corra il rischio di crearne altre che, peraltro, saranno anche più pericolose e devastanti.

lanci di agenzia
CARCERI: SIULP, DECONGESTIONE NON SULLA PELLE DEI POLIZIOTTI
(ANSA) – ROMA, 16 DIC – ”L’esplosiva situazione delle carceri richiede un intervento immediato. Questo, però, non può avvenire né a scapito della sicurezza dei cittadini, atteso che i poliziotti che dovrebbero vigilare gli arrestati nelle camere di sicurezza, per le croniche carenze di organico che ammontano ad oltre 14 mila unità, saranno sottratti al controllo del territorio, alla gestione dell’ordine pubblico, né a danno dei poliziotti che oggi non hanno le risorse e l’organizzazione per trattenere persone con lo status di detenuto”.
Lo afferma Felice Romano, segretario generale del sindacato di polizia Siulp, commentando l’ipotesi di detenere gli arrestati presso i posti di polizia fino all’udienza per direttissima. ”Il trattenimento nelle camere di sicurezza degli uffici di polizia – sottolinea Romano – richiede indispensabili adeguamenti dei locali, per profili di salubrita’ e per garantire la compatibilita’ tra lo stato di salute di coloro che rientreranno in questa ipotesi, molti dei quali tossicodipendenti e affetti da gravi patologie, e le esigenze di assistenza di cui questi ospiti necessitano, cosi’ come si porranno problemi organizzativi ed economici legati alla garanzia dei pasti”. Il Siulp lancia quindi l’allarme sulla impossibilità a praticare questa soluzione alle condizioni attuali”.

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