Carichi di lavoro degli uffici interessati dai flussi turistici – Inadeguatezza dei rinforzi stagionali e delle dotazioni delle risorse contrattuali
Riportiamo il testo della lettera scritta al Capo della Polizia il 4 agosto 2023 dalla Segreteria Nazionale:
“…sono a scriverLe per rappresentare gli effetti perniciosi provocati dal progressivo ripiegamento sul versante delle aggregazioni estive che sono oramai ridotte ad un mero ossequio alla forma.
Ci sono infatti decine di località che per effetto dei flussi turistici conoscono un aumento esponenziale delle presenze, con un proporzionale incremento delle relative criticità nella gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica, a cui sono stati destinati – letteralmente – una manciata di operatori. E questo quando una buona parte degli aggregati è composta da giovanissimi colleghi, non di rado Agenti in Prova, privi quindi di quel minimo di esperienza per poter affrontare situazioni che richiedono un consolidato bagaglio professionale. Il che vale in particolar modo per i contesti litoranei che sono al contempo interessati anche dal pendolarismo di più o meno giovani che alimenta la c.d. movida.
Non ci si può quindi stupire se la rassegna delle cronache locali restituisce disarmanti scenari di praterie in cui, in assenza di un adeguato dispositivo di contrasto, si incistano ed entrano in simbiosi criminalità e devianze.
In altre parole proprio mentre l’esplosiva ripresa del settore turistico contribuisce a mantenere i dati del PIL sulla soglia del galleggiamento, andando a supplire ai non esaltanti risultati dell’industria manifatturiera, confermandosi un asset determinante per la tenuta dei nostri conti pubblici, si contrae l’investimento sulla sicurezza delle località maggiormente interessate da questo volano di espansione economica. Una contraddizione che segna un arretramento su un fronte strategico e che pone i presupposti per disincentivare la scelta del nostro Paese come meta di vacanze.
Siamo invero consapevoli della sconfortante (in)consistenza dell’organico nazionale, e dunque comprendiamo assai bene che, in un panorama di generalizzata anossia, sottrarre anche poche unità da uffici medio grandi che già arrancano nella quotidianità operativa sarebbe una opzione inopportuna.
Possiamo dunque affermare che quello delle aggregazioni estive è un ulteriore indicatore, se mai ce ne fosse il bisogno, di come sia indifferibile reperire le risorse per provvedere all’assunzione di almeno 5000 nuovi Agenti, l’iniezione dei quali, lungi dal rivelarsi risolutiva, altro non farebbe che tamponare l’emorragia della massa, assai superiore, di quanti in breve verranno collocati in quiescenza per limiti di età. Un’eventualità che richiede ovviamente tempi medio lunghi, e non è pertanto questa l’ipotesi per poter dare un minimo di ossigeno alle strutture che, in questo momento, sono alle prese con il defatigante carico di lavoro derivante dall’afflusso turistico.
Si dovrebbe invece a nostro avviso intervenire quantomeno per integrare l’altrettanto scarsa capienza del monte ore di straordinario e reperibilità.
Ci sia al riguardo consentita quella che può apparire come una digressione. Da tempo, come Siulp, lamentiamo la mancanza assoluta di confronto sul tema della ripartizione delle risorse riferibili ad istituti contrattuali. In assenza di elementi di valutazione condivisi non possiamo far altro che rilevare come l’unico criterio adottato pare essere quello dei numeri della forza amministrata. Una asettica applicazione di una formula moltiplicatrice che prescinde dal dato degli effettivi impegni che sono chiamati ad assolvere i singoli uffici. Il che rappresenta una prospettiva fuorviante, atteso che prevedere identici standard per realtà territoriali con esigenze non comparabili produce destabilizzanti squilibri.
Tra i molti esempi che confermano l’impianto della nostra doglianza quello della Questura di Udine e dei Commissariati distaccati che da essa dipendono risulta emblematico. Nei mesi estivi le strutture ricettive e le spiagge di Lignano Sabbiadoro arrivano a superare, secondo i dati degli enti locali, le 240 mila presenze, quindi quasi due volte e mezzo gli abitanti del comune capoluogo di provincia, che conta poco meno di 100 mila abitanti. Stante il corredo di insorgenti problematiche di cui ci siamo sommariamente occupati in apertura della presente i pochi rinforzi risultano essere l’equivalente di un pannicello caldo. Il ricorso massivo all’impiego di personale territoriale per assestare un appena sufficiente dispositivo di servizio richiede un sistematico ricorso allo straordinario emergente.
Orbene, al netto dei disagi sopportati per essere distolti dalle ordinarie mansioni in un periodo feriale, dovendo comunque garantire il funzionamento degli uffici a cui sono preposti, gli operatori interessati si vedono poi mortificati dai sistematici tagli delle ore eccedenti a causa di un monte ore assegnato all’ufficio di appartenenza dimensionato senza tenere conto del carico di lavoro aggiuntivo determinato dalle esigenze di rinforzare il presidio in ambito rivierasco.
Ecco, se fossimo stati coinvolti, come sarebbe dovuto avvenire, nella fase di elaborazione del piano di ripartizione dello straordinario emergente, avremmo potuto contribuire ad evitare distonie così marcate. Nel ribadire quindi come sia inaccettabile l’approccio solipsistico ed autoreferenziale dell’Amministrazione su materie come quelle di cui abbiamo qui argomentato, crediamo debba essere fatto, già nell’immediato, ogni possibile sforzo organizzativo per rimpolpare il monte ore di uffici che insistono in realtà a forte impatto turistico. Si tratterebbe, in fondo, di applicare uno schema già utilizzato ogni qualvolta un determinato territorio sia interessato da eventi eccezionali, nel momento in cui per le zone rivierasche e turistiche l’eccezionalità è nei fatti divenuta prassi.
Auspichiamo pertanto che la Sua apprezzabile disponibilità al confronto e la altrettanto comprovata capacità di tradurre in concrete risposte le istanze che abbiamo avuto modo di porLe saprà, anche questa volta, dare le opportune indicazioni per attivare un virtuoso percorso amministrativo in grado di superare, o quantomeno attenuare, le disutilità qui riferite…”.