Criteri di calcolo perequazione pensioni

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Ultimo aggiornamento 13/01/2023

In nostro affezionato lettore chiede chiarimenti sui criteri con cui verrà calcolata la perequazione delle pensioni. In buona sostanza, vuole sapere se l’aliquota di rivalutazione si applica all’intero importo della pensione percepita o secondo un sistema progressivo, simile a quello dell’imposta sul reddito.

Questo perché escludendo la progressività in caso di importo lordo della pensione superiore di appena 2 euro rispetto ad una determinata fascia, la rivalutazione della pensione per il 2023 si applicherebbe per intero con l’aliquota dello scaglione successivo.

Al riguardo, la legge di Bilancio recentemente approvata dal Parlamento (comma 309 legge 197/2022), esplicita chiaramente l’applicazione dell’aumento per scaglione, con riferimento all’importo complessivo dei trattamenti medesimi e non secondo un criterio di progressività.

Pertanto, chi “sfora” anche di poco il massimo previsto in una fascia ricade nella fascia successiva, con l’applicazione, sull’intero assegno, della relativa aliquota tramite cui il Governo ha stabilito di applicare l’indice di perequazione 2023 pari al 7,3%.

Attenzione però: il meccanismo delle aliquote tiene conto della rivalutazione, nel senso che – a partire dalle 5 volte il minimo – si applica l’aliquota fino a concorrenza dell’importo rivalutato l’aumento di rivalutazione è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato.

Esempio: il minimo di pensione nel 2023 sale a 563,73 euro e, di conseguenza, le pensioni fino a quattro volte il minimo sono quelle fino a 2.254 euro lordi al mese, per le quali la rivalutazione è al 100% (sempre in riferimento all’indice del 7,3%).

La rivalutazione pensioni dei trattamenti oltre quattro volte il minimo è parziale (nel senso che le percentuali di indicizzazione sono più basse di quelle applicate nel 2022), quindi non è da escludere l’ipotesi di restare nello scaglione più basso.

In attesa dell’entrata in vigore della Manovra 2023, intanto, l’INPS ha già applicato la rivalutazione al 100% alle pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo (2.101,52 euro), mentre le altre pensioni ricadenti nelle nuove fasce di rivalutazione, resteranno invariate fino alla «prima rata utile al momento di approvazione della norma indicata».

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