Eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro

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Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIl) sull’eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro

Il Parlamento Italiano ha ratificato la Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIl) sull’eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro, adottata a Ginevra il 21 giugno 2019 nel corso della 108ª sessione della Conferenza generale della medesima Organizzazione. L’approvazione in aula è avvenuta all’unanimità. La normativa prevede strumenti di tutela, di denuncia, di prevenzione per le molestie e le violenze sui luoghi di lavoro.

La Convenzione era stata adottata a larga maggioranza nel corso della 108° sessione della Conferenza internazionale del lavoro il 21 giugno 2019, in occasione del centenario della creazione dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL). Essa è frutto di un processo negoziale avviato nel 2015. Il testo rappresenta un importante strumento nell’azione di contrasto alle violenze e alle molestie commesse nel mondo del lavoro, con l’ambizioso obiettivo di proteggere tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici a livello globale, a prescindere dal loro status contrattuale. La Convenzione fornisce, innanzitutto, una definizione piuttosto ampia, suscettibile di includere non soltanto l’abuso fisico, ma anche quello verbale, oltre a fenomeni di stalking e mobbing, di violenza e molestia, anche di genere, intesi come comportamenti e pratiche che provochino, mirino a provocare o siano suscettibili di provocare danni fisici, psicologici, sessuali o economici.

La Convenzione in discorso costituisce utile per intervenire laddove avvengano – ovviamente nei Paesi aderenti ad anzidetta Convenzione –fatti di discriminazione, con denunce all’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), fino ad arrivare, in casi di crimini contro l’umanità, alla Corte internazionale di giustizia.
In effetti, occorre considerare come non tutti i paesi firmatari della convenzione dispongano di un sistema normativo già evoluto come quello di molti paesi Europei tra cui l’Italia.

Pertanto, l’importanza di questa convenzione internazionale va valutata soprattutto in riferimento alla situazione di quei Paesi dove interi comparti produttivi vedono una presenza massiccia di donne – per esempio, nel tessile – che subiscono discriminazioni di ogni sorta (di paga, sono mobbizzate, sfruttate e violentate), o dove la vita di un bambino non vale nulla quando viene costretto a scavare nel fango in miniere o a raccogliere rifiuti tecnologici in enormi discariche.

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