Esito riunione correttivi riordino

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    Nella mattinata odierna, presieduto dal Vice Capo della Polizia con Funzioni di Coordinamento e Pianificazione delle Forze di Polizia Prefetto Guidi, si è tenuto l’incontro dedicato alla presentazione dell’ossatura di quello che dovrebbe essere il contenuto dei correttivi al D.L. 95/2017. Un momento che avrebbe dovuto consolidare il perfezionamento di un riordino epocale, realizzato solo grazie al senso di responsabilità di alcune rappresentanze sindacali, che aveva portato al miglior riassetto ordinamentale possibile atteso il miliardo stanziato per darvi corso. Risorse che, sebbene non sufficienti a risolvere tutte le questioni che si erano stratificate in oltre vent’anni, certamente non si potevano lasciare per strada, come altri, animati da intenti ben lontani dagli interessi dei colleghi, pretendevano anche perché in passato volevano chiudere il riordino con solo 114 milioni di euro che erano ben lontani dal miliardo utilizzato.

    Solo grazie a questo produttivo confronto, continuato tra le parti, era stata programmata con lungimiranza una ulteriore fase legislativa di assestamento – per l’appunto la possibilità di fare uno o più decreti correttivi – finalizzati a rimuovere i profili di disarmonia eventualmente emersi nella fase di prima attuazione. Distonie che si sono purtroppo verificate.

    Proprio nell’ottica della migliore tutela degli interessi dei colleghi, nei mesi trascorsi dal varo della riforma abbiamo cercato di proseguire nel solco dello spirito di collaborazione che ci ha portato ad individuare e segnalare puntualmente le distonie emerse in corso d’opera, con l’indicazione delle soluzioni che ritenevamo più opportune, e sulle quali ci attendevamo dunque l’apertura di un produttivo confronto con l’Amministrazione. La quale invece, disattendendo inopinatamente quel virtuoso modello di relazioni sindacali seguito sino al varo del D.L. 95/2017, ha scelto di dare avvio all’elaborazione di una piattaforma del tutto autoreferenziale e, proprio per questo, come appresso spiegheremo, risultata impraticabile e perciò estremamente deludente.

    In altre parole alle organizzazioni sindacali è stata sostanzialmente preclusa la possibilità di partecipare alla formazione progressiva di un testo normativo e della relativa relazione tecnica contenente anche gli eventuali costi rispetto al quale è massima la sensibilità dei colleghi. Un’opzione che pare ispirata da un disegno non proprio costretto, soprattutto a fronte del tentativo, invece della volontà precipua di veicolare con lo strumento dei correttivi provvedimenti del tutto estranei all’oggetto della delega normativa, “mascherati” come necessari corollari delle modifiche ordinamentali. Tra i tanti quello con il quale si intenderebbe intervenire sul regolamento di disciplina solo per far partecipare ai consigli di disciplina del personale non direttivo componenti oggi appartenenti ai ruoli dirigenziali. Sulla stessa scia quello che consentirebbe la promozione per merito straordinario anche a chi si sia particolarmente distinto in attività non operative, segnalate dal dirigente quale insindacabile presupposto per ottenere la promozione, che tutte le rappresentanze sindacali hanno considerato irricevibili.

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    Per comprendere il pervicace atteggiamento della controparte dipartimentale basti pensare che, dopo aver reiteratamente differito le insistenti richieste di incontri dei mesi scorsi, fatta eccezione per una breve parentesi di un paio d’ore lo scorso 12 giugno, nel corso della quale, non essendo stato messo a disposizione alcun concreto elemento su cui poter ragionare, avevamo sollecitato più chiare indicazioni, ancora oggi, a una settimana dal termine ultimo per l’approvazione preliminare del provvedimento correttivo da parte del Consiglio dei Ministri, la delegazione dell’Amministrazione ci ha chiesto di impostare la discussione e di fornire le conseguenti osservazioni sulla sola scorta di una esposizione orale riassuntiva di vari emendamenti, da essa scelti in modo unilaterale rispetto a tutte le richieste da noi inoltrate, che si pretendeva potesse essere ristretta entro gli angusti spazi di una sola mattinata.

    Un inaccettabile modo di porsi che ci ha visto esprimere un fermo rifiuto di condividere i riduttivi esiti prospettati. Queste essendo le premesse, vediamo ora nel merito quali dovrebbero essere i punti salienti delle novellazioni messe in cantiere.

    La delegazione ministeriale ha rappresentato in primo luogo l’impossibilità di adottare con questa prima delega tutti quei provvedimenti correttivi che realizzino disallineamenti con gli ordinamenti delle altre forze di polizia e con le forze armate. Quindi dovrà essere richiesta una nuova delega con una norma primaria, per un secondo decreto correttivo che andrebbe collocato indicativamente nel marzo del 2019, disposto in parallelo ad un decreto correttivo anche per le forze armate che erano state escluse dall’integrazione di cui discutiamo. Questo permetterebbe, tra l’altro, di recuperare ulteriori risorse con la legge finanziaria di prossima emanazione. In questo ulteriore contenitore verrebbero fatte rientrare la più parte delle rivendicazioni delle organizzazioni sindacali, sulle quali ci soffermeremo a breve.

    In questa prima fase, secondo l’Amministrazione potrebbero quindi essere previsti solo interventi minimali rispetto a quelli che abbiamo richiesto, tra i quali:

    • la correzione della data di inquadramento al primo gennaio 2017 dei Sovrintendenti dell’annualità 2007, gli unici che erano stati riordinati con decorrenza al 1° ottobre 2017 e cioè con 10 anni e 9 mesi;
    • la riduzione nella fase transitoria rispettivamente ad un mese del corso di formazione per Vice Sovrintendente e a tre mesi del corso di formazione da Vice Ispettore, nonché la previsione di più cicli formativi per il corso di formazione del concorso da 2842 Vice Ispettori, con il riconoscimento per tutti della medesima decorrenza giuridica ed economica riconosciuta al primo ciclo. Nessuna riduzione, invece, è stata proposta per il corso a Vice commissario e quello da Commissario Capo sebbene da noi richiesto;
    • l’ampiamento da 1000 a 1500 posti per il concorso da Vice Ispettore riservato ai Sovrintendenti Capo che al 31 dicembre 2016 avevano almeno due anni di anzianità nella qualifica, che dovrebbe essere pubblicato entro il 30 giugno prossimo. Una estensione che, secondo l’Amministrazione, dovrebbe consentire la salvaguardia dei colleghi già frequentatori del XV, XVI e XVII corso che dovessero essere esclusi o scavalcati nel primo concorso interno, per effetto delle nefaste procedure decise dall’ufficio concorsi, offrendo a tutti loro l’opportunità di accedere al ruolo degli Ispettori con questo concorso ampliato.
    • La previsione di una riserva del 15% dei posti per il concorso da Vice Commissario per gli Agenti ed i Sovrintendenti, e del 5% dei posti per gli Ispettori già frequentatori del VII e VIII corso in possesso della laurea triennale. Al riguardo abbiamo chiesto un ampliamento della riserva rispettivamente al 20% ed al 10% nella sola fase transitoria lasciando a regime il 20%.
    • L’incremento dei posti da Vice Commissario del ruolo ad esaurimento, che dovrà essere bandito entro il prossimo 30 marzo 2019, con aumento dei 300 oggi previsti di ulteriori 136 posti, pari a quelli non coperti con la procedura concorsuale riservata ai 1500 Sostituti Commissari che potevano partecipare a ciascuno dei concorsi previsti per le annualità dal 2001 al 2005 ex art. 25 del D.L. 334 del 2000. In merito abbiamo richiesto di inserire, sempre per il ruolo ad esaurimento, anche i posti di coloro che cessano dal servizio nel corso della fase transitoria;
    • l’attribuzione della qualifica di autorità di P.S. anche ai Commissari Capo che dovessero assumere la direzione interinale dei Commissariati distaccati;
    • il recupero nei ruoli ordinari di 5 posti da Dirigente Generale attualmente previsti come fuori ruolo;
    • l’anticipo dell’inizio del periodo applicativo a marzo del 2019 per i frequentatori del 107° corso di formazione dei Commissari, con assegnazione degli stessi nelle sedi presso cui poi rimarrebbero come effettivi nel momento di conclusione del periodo formativo;
    • la riduzione a sei mesi dai dodici oggi previsti del corso di formazione per i vincitori del concorso a Medico della Polizia di Stato, in considerazione del fatto che nei prossimi concorsi si richiederà il possesso anche della specializzazione oltre che della generica laurea in medicina;
    • La rideterminazione in non più di un mese del corso di formazione dirigenziale riservato ai Vice Questori Aggiunti promossi alla qualifica di Vice Questore, specificando che coloro che hanno già frequentato i vecchi corsi di aggiornamento alle funzioni dirigenziali non dovranno ripeterlo;
    • l’adeguamento della dotazione organica del personale dei ruoli tecnici, con la previsione di ulteriori 400 posti nel ruolo degli ispettori tecnici, che in linea di principio dovrebbero essere destinati alla progressione di carriera dei sovrintendenti tecnici in possesso della laurea in scienze infermieristiche;
    • il concorso per il transito ai ruoli della Banda Musicale di otto orchestrali, riservato agli interni del ruolo ordinario, in possesso dei prescritti titoli di studio;
    • l modifica alle norme di valutazione dell’anzianità dei Vice Questori attualmente previste ai fini della nomina a Primo Dirigente, considerato che le stesse prevedono l’attribuzione di un punteggio per ogni anno in più rispetto a quelli minimi richiesti per essere valutati, considerato che essendo tale qualifica nuova perché introdotta dal riordino, comporterebbe l’annullamento di tutta l’anzianità maturata nella precedente qualifica di Vice Questore Aggiunto. In merito, condividendo la necessità di dare una risposta a queste legittime aspettative, poi diversamente vi sarebbe una forte penalizzazione per i colleghi più anziani, abbiamo espresso parere favorevole a condizione che la stessa procedura sia applicata anche agli Ispettori Capo promossi Ispettori Superiori e ai già Ispettori Superiori ante riordino con un’anzianità inferiore agli 8 anni, periodo necessario per essere promossi a Sostituto Commissario, considerato che la ratio è esattamente la stessa che porta alla modifica per il Vice Questori.

    Questi gli unici correttivi che l’Amministrazione intenterebbe proporre nell’esplicazione della delega che scade il 7 luglio p.v., rimandando ad una seconda fase, da attuare unitamente alla delega per i correttivi che dovrebbe essere concessa alle Forze armate, al fine di non violare il principio di equi ordinazione, che potrebbe avere scadenza nel marzo 2019.

    Nella seconda fase, quindi con il decreto correttivo da emanare nel marzo del 2019 in concomitanza con il varo del decreto di equi ordinazione per le Forze armate, verrebbero poi proposti i seguenti provvedimenti:

    • retrodatazione della decorrenza giuridica per tutti i vice ispettori vincitori dei concorsi interni previsti dal riordino, e quindi sia di quelli vincitori del concorso da 2842 posti in corso di svolgimento, sia di quello da 1500 posti di prossima pubblicazione, al 1 gennaio 2017. In questo modo verrebbe rimosso lo scavalcamento di colleghi più anziani da parte di quelli dei corsi successivi, in forza di un reinquadramento nel ruolo con priorità individuata in ragione del corso di provenienza. Questo eviterebbe, secondo l’Amministrazione, qualsiasi penalizzazione provocata dall’attribuzione dei punteggi in base agli attuali e non corrispondenti titoli previsti dall’ufficio concorsi, da noi da sempre criticati proprio perché avrebbero consentito scavalchi, in violazione al principio di evitare qualsiasi scavalcamento voluto e perseguito da tutte le parti in ogni momento della definizione del riordino;
    • la conseguente retrodatazione, almeno al giorno precedente a quello in cui sono stati inquadrati i vincitori dei due concorsi dianzi trattati, dei vice ispettori frequentatori del X Corso, e di almeno un altro giorno dei già frequentatori del IX corso;
    • la previsione nella sola fase transitoria di concorsi interni per Ispettori, Ispettori capo e Ispettori Superiori che ridurrebbero le permanenze per l’accesso rispettivamente alle qualifiche di Ispettore Capo, di Ispettore Superiore e di Sostituto Commissario;
    • l’attribuzione dell’una tantum, benché proporzionalmente ridotta, per quanti hanno maturato i presupposti utili a percepirla nel periodo che va dal 1 gennaio 2017 al 30 settembre 2017;
    • la omologazione dei presupposti richiesti per l’accesso alla qualifica di coordinatore a quelli richiesti per partecipare al concorso da vice sovrintendente, e la medesima previsione per l’attribuzione della qualifica di coordinatore degli altri ruoli;
    • eliminazione della riduzione degli 81 posti da Primo Dirigente prevista dal riordino con conseguente ampliamento dei posti da Dirigenti Generali ed equivalente riduzione dei Commissari Capo;
    • rifinanziamento delle risorse per la decontribuzione per i redditi complessivi non superiori ai 28.000 euro complessivi in modo da continuare a garantire il beneficio che assicuri la differenza tra quanto percepito con i nuovi parametri e gli 80 euro percepiti prima dell’entrata in vigore del riordino.

    Questi sono gli interventi che dovrebbero quindi essere previsti nella seconda fase dei correttivi, al netto di altri interventi in corso di valutazione e di quelli che, anche su sollecitazione delle organizzazioni sindacali, potrebbero essere inclusi laddove dovessero essere reperite le opportune risorse.

    Orbene, come si è già spiegato, tutti questi ipotetici interventi, nessuno dei quali può essere dato per certo dovendosi ancora pronunciare nel merito i competenti organi tecnici del MEF, della Funzione Pubblica oltre alle Commissioni Parlamentari, sono stati esposti con una per quanto fluente narrazione, senza alcun supporto documentale (bozza dell’articolato) che potesse aiutare i rappresentanti delle OO. SS. a comprendere la portata vera e praticabile delle modifiche proposte. E a questo si aggiunga che non è stata fornita nemmeno alcuna relazione tecnica accompagnatoria con l’indicazione dell’impegno di spesa derivante dall’applicazione dei correttivi. Insomma, un atteggiamento che – viste anche le numerose inedite previsioni, alcune delle quali decisamente irricevibili, mai discusse e tantomeno richieste o comunque concordate con nessuna delle rappresentanze dei lavoratori di Polizia – mina la fiducia nell’operato dell’Amministrazione e che al contempo segna una pericolosa, grave involuzione nei rapporti sindacali.

    Una situazione che, ove confermata nei termini in cui è stata rimessa e senza alcuna formale garanzia o impegno politico al più alto livello creerebbe una pericolosa frizione che si tradurrebbe in una revoca della disponibilità al dialogo e che condurrebbe inevitabilmente a forme di pubblica esternazione del disagio degli operatori della Polizia di Stato.

    Come ha infatti rappresentato la delegazione del Siulp esistevano le condizioni per poter completare e consolidare sin da ora il percorso di riforma iniziato con il D.L. 95/2017, dando risposte alle legittime aspettative del personale rispetto alle distonie registrate alcune delle quali provocate da grave colpa dell’Amministrazione. Ed invece ci si trova di fronte ad un canovaccio di parte oltre che improvvisato ed incompleto, che dovrebbe essere poi integrato dando accoglienza alle molteplici rivendicazioni sindacali solamente in una seconda fase, allo stato meramente ipotetica ed eventuale. Un differimento giustificato dall’Amministrazione con l’impossibilità di accogliere in questa prima istanza i numerosi e condivisibili emendamenti proposti dal SIULP e da altre OO. SS., stante l’insopprimibile esigenza di non realizzare squilibri con gli ordinamenti delle altre Forze di Polizia e con quelli delle Forze Armate.

    Una tesi che non appare per nulla convincente, posto che, come il Siulp ha avuto modo di dimostrare nel corso dello spazio dedicato all’intervento dei suoi rappresentanti, la comparazione ordinamentale rivela l’esistenza attuale di tali e tante disuguaglianze, quasi sempre penalizzanti per gli operatori della Polizia di Stato, da revocare seriamente in dubbio che quella del rispetto dell’equiordinazione sia la reale motivazione sottesa alla riduttiva portata dei correttivi che si immagina di far approvare nell’immediato.

    È stata emblematicamente rappresentato il caso della durata dei corsi per il Ruolo direttivo ad esaurimento, che per i colleghi dell’Arma durano appena quindici giorni, e che peraltro sono somministrati “informazione”, e non invece come corso a natura selettiva con esame finale al quale sono assoggettati i nostri Vice Commissari. E nonostante ciò la richiesta del Siulp di prevedere l’immediato allineamento alla procedura prevista per i colleghi dell’Arma non sembra essere stata recepita dai rappresentanti dell’Amministrazione come una proposta migliorativa. Il tutto a tacere della incresciosa sproporzione degli organici nelle qualifiche apicali, che vede le consorelle Forze di Polizia in una posizione di privilegio ogni qualvolta si debba discutere di ripartizione di risorse, risultando il loro stipendio medio di amministrazione considerevolmente più elevato di quello della Polizia di Stato. Ed ancora, ad abundantiam, quale ulteriore momento di distonia è stato ricordato come i colleghi dell’Arma abbiano la possibilità di accedere all’istituto della c.d. Ausiliaria, che, avendo oggi tutti il sistema contributivo, presenta profili di indiscutibile rilievo economico.

    È stato insomma fermamente contestato in via pregiudiziale il fondamento della eccepita esigenza di rimanere entro i ristretti ambiti imposti dall’omogeneità ordinamentale, visto che tra l’altro nel recente passato le Forze Armate si sono dotate in via del tutto autonoma del cosiddetto “Strumento Militare”, all’interno del quale hanno infilato una indefinibile serie di opportunità per il loro personale, senza che mai nessuno si sia preoccupato di verificare se così facendo venissero intaccati gli oggi invocati criteri di equiordinazione.

    Ecco perché, in mancanza di certezze circa l’approvazione di una nuova norma primaria che preveda la seconda tornata di correttivi, il Siulp ha insistito per far affluire in questa prima tornata tutti gli emendamenti, nessuno escluso, in modo che, una volta tanto, siano gli altri – che si sono sempre dimostrati molto più capaci di influenzare il legislatore – a dover inseguire la Polizia di Stato per riequilibrare temporanei disallineamenti.

    Inoltre, rispetto alle indicazioni dell’Amministrazione, il Siulp ha indicato la necessità di ulteriori modifiche da inserire nella piattaforma correttiva.

    È stata, più in particolare, analizzata la situazione penalizzante di pressoché tutte le qualifiche del ruolo degli Ispettori. Penalizzante perché, sempre per tornare al ragionamento sul confronto tra ordinamenti, per effetto della incresciosa inerzia dell’Amministrazione che per interi lustri si è scientemente ben guardata dal bandire procedure concorsuali, ci troviamo oggi ad avere clamorosi vuoti nelle qualifiche apicali, proprio quelle più remunerative e che, sempre a proposito del confronto tra amministrazioni, vedono invece decine di migliaia di posizioni occupate dai colleghi dell’Arma e da quelli della Finanza. Una situazione alla quale occorre mettere mano sin da ora, senza alcun ulteriore indugio, anche per individuare un opportuno riconoscimento alle anzianità di servizio maturate che non sono state adeguatamente valorizzate.

    Si è poi dedicata una particolare attenzione ai frequentatori del X corso Vice Ispettori provenienti dai ruoli della Polizia di Stato, per i quali si è chiesto di realizzare il medesimo progetto di riduzione del Corso, con diretta applicazione presso le sedi di destinazione, che si è immaginato per i frequentatori del 107° Corso Commissari. Una ipotesi che, ovviamente, secondo il Siulp non va disgiunta dalla possibilità di fare rientro alle sedi di provenienza, o quantomeno da contesti quanto più prossimi alle medesime per tutti i colleghi che lo stanno frequentando.

    In senso più generale si è, ancora una volta, evidenziata la necessità di riconoscere una retrodatazione a tutti i corsi da Vice Ispettore in itinere, nonché al IX Corso, che consenta ai vincitori di approfittare di un significativo ristoro dei ritardi accumulati ascrivibili ad una negligente, o comunque inadeguata, gestione delle procedure.

    Sono state, infine oggetto di fermo rigetto le proposte di introdurre estemporanee e tutto tranne che necessarie modifiche al Regolamento di Disciplina, che sembrano essere più che altro funzionali a garantire un maggiore controllo dell’andamento dei Consigli di Disciplina e a confermare la non volontà dell’Amministrazione di voler procedere ad una revisione unitamente al regolamento di servizio. Il Siulp, nell’esprimere sdegno per questo surrettizio tentativo, ha rilanciato chiedendo di mettere all’ordine del giorno dei lavori la previsione di una delega legislativa per rimettere in discussione non solo tutto il DPR 737/1981, ma anche l’intero corpo normativo ordinamentale, e quindi anche la revisione del regolamento di servizio, con la previsione di un testo normativo organico (Codice dell’Ordinamento della Polizia di Stato) che contenga tutta la normativa di riferimento che regola l’attività dell’amministrazione ed il rapporto di lavoro del personale della Polizia di Stato, finanche il codice deontologico.

    Con l’occasione è stata poi riproposta all’attenzione dell’Amministrazione anche l’esigenza di costituire un terzo ruolo amministrativo, che andrebbe ad affiancare i ruoli del personale ordinario e tecnico, nel quale potrebbero accedere tutti i colleghi non più idonei al servizio di polizia, che però avrebbero l’opportunità di mantenere i gli istituti retributivi e previdenziali oggi in godimento. Parimenti, sempre in detto ruolo, potrebbero trovare allocuzione tutte quelle figure professionali (Orchestrali, tecnici radiologi, infermieri, fisioterapisti ecc.) oggi penalizzate rispetto al titolo di studio richiesto e alla possibilità di progressione di carriera consentita che li vede fortemente penalizzati rispetto agli omologhi appartenenti ad altri ruoli dell’Amministrazione.

    Si è poi rispedita al mittente la proposta di riconoscere al ruolo d’onore, ossia all’atto del collocamento in quiescenza, la denominazione di coordinatore per quanti ancora non l’avessero maturata nel corso del servizio, con la quale si intenderebbe aggirare il problema dello sbarramento normativo che non consente di conferire all’atto della cessazione dal servizio la qualifica del ruolo superiore. Intanto perché, per l’appunto, quella di Coordinatore è una mera denominazione, ed in secondo luogo perché l’illegittimità del blocco che impedisce l’attribuzione della prima qualifica del ruolo superiore è stato oggetto di una recente ordinanza di rimessione alla Corte costituzionale da parte del TAR Aosta.

    Infine, una ampia parentesi è stata dedicata alle spinose questioni relative al personale del ruolo dirigenziale. Il Siulp ha infatti osservato che buona parte di questi colleghi, – diversamente da quelli delle Forze Armate e delle altre Forze di Polizia, sempre a proposito di disallineamenti – dovendo prima conseguire il richiesto titolo di studio accademico, sono entrati in servizio con un’età prossima ai 30 anni, stante l’attuale limite ordinamentale verrebbero collocati in quiescenza a 60 anni, quindi con una posizione contributiva tale da non consentire la maturazione di un adeguato trattamento pensionistico. Da qui – rammentando anche il fatto che molti già sono costretti ad allungare due anni poiché a 60 non hanno ancora maturato i 35 anni effettivi per poter accedere alla pensione di anzianità e quindi devono rispettare i 12 mesi di finestra mobile e 7 più 5 mesi di speranza di vita – il convincimento dell’opportunità, se non addirittura della necessità, di codificare per norma la prosecuzione del servizio attivo di ulteriori due anni per tutte le qualifiche da Vice Questore sino a Dirigente Generale in modo da consentire una contribuzione più lunga, un coefficiente di trasformazione più grande e anche una maggiore possibilità di conseguire la qualifica superiore, in modo da colmare il gap previdenziale che si ritrovano per effetto della tarda età di immissione in ruolo.

    E sempre nel solco delle medesime riflessioni, posto che ogni modifica dell’organico delle diverse qualifiche del ruolo dirigenziale può essere fatta rispettando quale unica condizione l’invarianza di spesa, si è chiesto di riconfigurare le dotazioni in modo tale da aumentare i posti da Primo Dirigente riducendo proporzionalmente quelli da Commissario Capo. In questo modo si ridurrebbe la strozzatura che, di fatto, relega buona parte dei dirigenti a qualifiche inferiori e, di conseguenza, frustra non solo le aspettative di un percorso professionale gratificante, ma crea pure una compressione dell’accumulo previdenziale.

    A conclusione dei lavori il Siulp ha quindi preteso che prima dell’approvazione dei correttivi, dunque entro i primi giorni della settimana entrante, l’Amministrazione riconvochi il tavolo tecnico per esporre i risultati della rielaborazione risultante dalle indicazioni sindacali, con l’auspicio di poter in quell’occasione disporre di un testo scritto sul quale poter svolgere puntuali riflessioni, riservandosi in ogni caso, in mancanza di adeguate risposte alle proprie istanze, di dare avvio ad una fase di protesta che non escluderebbe il ricorso a manifestazioni di piazza.

    A rafforzamento di quanto appena preannunciato, nel solco del senso di responsabilità che da sempre accompagna le iniziative del SIULP, abbiamo richiesto un incontro urgente al Ministro Salvini per comprendere la reale volontà del Governo rispetto ai vari annunci fatti registrare da parte dei suoi vari Ministri, in primis il Ministro dell’Interno, al fine di verificare se alle promesse seguiranno i fatti, a partire dall’esplicazione della delega per i correttivi al riordino.

    28 giugno 2018

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