Il Consiglio Superiore della Magistratura boccia le ronde: comunicati ANSA

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(ANSA) – ROMA, 1 APRILE 2009

 

CSM BOCCIA RONDE, RISCHIO INCIDENTI E REATI PARERE COMMISSIONE OGGI A ESAME PLENUM, BENE NORME SU VIOLENZA

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No alle ronde introdotte dal decreto sicurezza, sì invece a diverse delle norme contenute nello stesso provvedimento che riguardano il contrasto alla violenza sessuale e allo stalking. E’ articolato il giudizio del Csm sul decreto legge del governo ed è contenuto in un parere messo a punto dalla Sesta Commissione di Palazzo dei marescialli e che oggi pomeriggio sarà all’esame del plenum.

Sulle ronde i consiglieri esprimono più di una “perplessità” a cominciare dalla scelta di “derogare al principio che assegna all’autorità pubblica l’esercizio delle competenze in materia di tutela della sicurezza”. Ma soprattutto segnalano un pericolo: “la genericità delle previsioni contenute nel decreto legge può determinare il rischio del determinarsi di incidenti, e nei casi più gravi della commissione di reati”; con il risultato di portare a “un aggravio sia per le forze dell’ordine” (che sarebbero distolte “dal perseguimento del fine di garantire un efficace controllo del territorio”) “sia per l’esercizio delle funzione giurisdizionale da parte della magistratura”.

Nel testo del governo sulle ronde ci sono troppe “discrezionalità ” e “lacune”, lamenta la Commissione. Come la “mancata previsione” che le associazioni di volontari “non debbano avere nè natura nè finalità di ordine politico”; o “l’assenza di ogni requisito negativo, preclusivo della partecipazione alle associazioni, come quelli di essere stati condannati per reati di violenza o per il compimento di atti di discriminazione”. E non basta: “La doverosa precisazione che i cittadini debbano essere non armati” non fuga “ogni dubbio sull’utilizzazione di strumenti, non definibili armi in senso proprio,ma comunque atti a compiere atti di coercizione fisica”;e non c’è “un effettivo controllo sull’attività realmente svolta dalle associazioni”.

Diverso è il giudizio sulla parte del decreto che “mira positivamente a rafforzare gli strumenti per contrastare tutte le forme di aggressione sessuale”. Il Consiglio “condivide” in particolare la scelta di ammettere l’incidente probatorio, “in assenza dei requisiti ordinariamente previsti”, nei casi di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia, come pure il gratuito patrocinio per tutte le vittime, e l’introduzione del reato di stalking, che “colma una profonda lacuna normativa”.

Ma esprime “perplessità” sul carcere obbligatorio per i responsabili di violenza sessuale. Non mancano riserve sulla norma che estende a 6 mesi il termine massimo per trattenere gli stranieri irregolari nei Centri di identificazioni e di espulsione. “La privazione della libertà personale, che è bene di primaria rilevanza costituzionale – scrivono i consiglieri – impone che si attui un procedimento di controllo del titolo che legittima la detenzione amministrativa assolutamente rigoroso”. E trattandosi di una materia così delicata “meglio sarebbe investire il tribunale ordinario” piuttosto che i giudici di pace.

 

 

(ANSA) – ROMA, 2 APRILE 2009

 

CSM VARA PARERE SU DL, MA SU RONDE SI SPACCA NO DEI LAICI PDL, ASTENUTI MANCINO E TOGATI MI

 

Il plenum del Csm ha approvato a larga maggioranza il parere che esprime più di una perplessità sul

decreto sicurezza.

Ma sulla questione delle ronde si è spaccato: contro hanno votato i laici del Pdl, mentre si sono astenuti il vice presidente del Csm, Nicola Mancino, e i togati di Magistratura Indipendente, la corrente più moderata delle toghe.

Sia i contrari sia gli astenuti ritenevano che la questione dei volontari della sicurezza non rientrasse nelle competenze del Csm.

In particolare Mancino, annunciando la sua astensione su questa parte del parere – che è una sostanziale bocciatura delle norme sui volontari della sicurezza – si era detto “molto perplesso” sul fatto che il Csm potesse esprimersi su una materia che “fa parte della politica”. Il tutto dopo aver chiarito di essere “contro l’introduzione delle ronde”. Ancora oltre erano andati i togati di M.i., che avevano avvertito del rischio che esorbitando dalle proprie competenze, il Csm si ponesse al centro di “strumentalizzazioni” e perdesse l’occasione di “un confronto costruttivo con la politica”. Mentre il laico del Pdl, Michele Saponara, aveva parlato di “un’ingerenza” del Csm in scelte del governo e del Parlamento che “non possiamo censurare”.

La posizione di Mancino, che ha però votato a favore del parere nel suo complesso, ha probabilmente spiazzato l’altro laico del Pdl, Gianfranco Anedda, che invece in apertura del dibattito con un intervento apprezzato dalla maggioranza dei consiglieri aveva elogiato il documento. “E’ un parere molto importante perché non contiene una critica demolitrice, ma da indicazioni migliorative”, aveva detto parlando di una “collaborazione utile e necessaria del Csm con la politica”.

Anche riferendosi alle sue parole, la maggioranza aveva poi difeso il parere nella sua interezza. “Quella delle ronde è una materia che ha connessione con i problemi della giustizia” e dunque con le competenze del Csm, avevano detto i due relatori del parere Fabio Roia e Mauro Volpi, evidenziando tra l’altro come le questioni della sicurezza incidano sulla “tutela dei diritti fondamentali”. “Non siamo la terza camera, ma vogliamo dare un contributo con la nostra riflessione”, aveva sostenuto prima di loro il togato di Magistratura Democratica, Livio Pepino.

 

 

DL RONDE; SANTELLI, NAPOLITANO INTERVENGA SU CSM

 

“Il presidente della Repubblica, in qualità di presidente del Csm, intervenga sul parere rilasciato oggi da Palazzo dei Marescialli sulle cosiddette ‘ronde’ “. Lo chiede Jole Santelli (Pdl), vicepresidente della commissione Affari Costituzionali della Camera.

“Si tratta di un palese ed arbitrario sconfinamento di poteri da parte del Csm che rischia di creare un pericolosissimo precedente – dice la deputata del Pdl – Il Csm infatti non è organo di censura politica nè organo preposto alla valutazione preventiva di legittimità costituzionale”.

“Ecco perchè sarebbe auspicabile che il presidente Napolitano intervenisse per riportare le azioni del Csm su un piano di legittimità”, conclude Santelli

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