Le scene di guerriglia che si stanno susseguendo in queste ore a Lampedusa e che rischiano di generare, come anticipato dal Sindaco di quella città, una vera e propria guerra civile tra cittadini lampedusani esasperati e i “disperati” ospitati nel Centro devastato ha un responsabile certo: il Governo complice anche, come ha sempre fatto in questi tre anni, la sua azione di roboanti annunci e di nessuna concretezza.
Lo avevamo anticipato che i Centri erano diventati delle vere e proprie bombe ad orologeria ma il governo non ha voluto ascoltarci; è bastata l’inutile e dannosa anticipazione fatta alla stampa di volerne rimpatriare 100 al giorno per creare l’innesco che ha fatto deflagrare la bomba di Lampedusa.
Stesso rischio per l’irresponsabilità del governo che, anziché agire dando gli strumenti necessari alle forze di polizia per dare corso ai rimpatri, ha privilegiato l’annuncio trionfalistico che si sta trasformando in un vero e proprio innesco anche per tutti gli altri Centri sul territorio nazionale che, come Lampedusa, sono al collasso e non riescono più a sopportare l’enorme numero di ospiti per il lungo periodo che è stato loro imposto sino ai 18 mesi.
Ad affermarlo Felice Romano, Segretario Generale SIULP, il quale nello stigmatizzare ancora una volta la politica degli annunci del governo che è sempre fine a se stesso, non usa mezzi termini nel ritenere responsabile il governo per tutti i feriti che si verificheranno tra le fila delle forze di polizia.
E’ inutile e massacrante mantenere oltre 500 poliziotti, ai quali si aggiungono 150 militari, su un’isola come Lampedusa a fronte di 1500 immigrati ai quali, dopo giorni e giorni di stipamento in una vera e propria “gabbia” con l’illusione di una prospettiva di riscatto delle proprie condizioni, gli si annuncia, tramite la stampa, che l’unica via di uscita che hanno è quella di essere rimpatriati nei loro paesi di origine in numero consistente ogni giorno.
Un vero e proprio atto di irresponsabilità politica e nei confronti dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica. Perché questo, continua Romano, significa buttare un accendino acceso in una polveriera satura e sotto pressione.
Ci auguriamo ora, continua Romano, che il governo smetta di essere irresponsabile e ci dia gli strumenti, senza fare ulteriori proclami, per disinnescare questa bomba a catena che ha acceso. Ulteriori tentennamenti o roboanti annunci costituiranno un aggravante alle già gravissime colpe di cui questo governo dovrà rispondere ai cittadini Lampedusani, al Paese e agli uomini e alle donne delle forze dell’ordine che non ci stanno più a farsi massacrare per una politica incapace e inconcludente