In Italia non c’è la certezza della pena

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SICUREZZA, I NUMERI DEL MINISTERO DELL’INTERNO. ROMANO (SIULP): “Positivo il percorso intrapreso dal Governo sul potenziamento delle FFOO e risorse del comparto, ma il vero nodo ancora una volta non viene affrontato: in Italia non c’è la certezza della pena”.

Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondendo oggi al question time al Senato, ha presentato tutta una serie di numeri e dati per spiegare come lo Stato sia comunque attivo ed efficace di fronte ai nuovi fatti di cronaca nera e ad una sempre crescente percezione di insicurezza tra i cittadini. Felice Romano, Segretario Generale del primo sindacato di Polizia e del comparto sicurezza, tiene a precisare come il nodo cruciale sia però rappresentato da una totale mancanza della certezza della pena: “I numeri e i dati mostrati dal Ministro Piantedosi – spiega Romano – sono senza dubbio positivi, e abbiamo plaudito agli sforzi affrontati in Legge di Bilancio dal Governo con i nuovi stanziamenti e nuovi potenziamenti degli organici, anche se non sufficienti per fronteggiare l’emorragia di pensionamenti che da qui al 2030 per la sola Polizia di Stato vedrà oltre 40000 operatori andare in quiescenza, ma c’è un terzo aspetto che non si vuole affrontare con altrettanta decisione”.

“Mi riferisco – sottolinea Romano – alla totale mancanza di certezza della pena che c’è in Italia. E chi delinque ne è consapevole. L’impegno e la dedizioni delle donne e degli uomini della Polizia di Stato e di tutto il comparto sicurezza non sono in discussione ma non bastano a rassicurare i nostri cittadini e i territori in particolare dove esistono condizioni di degrado e presenza predominante di organizzazioni criminali. Tale percezione di insicurezza, infatti, trova riscontro in una motivazione molto semplice: oggi chi delinque ha la totale certezza di impunità”.

“E questo perché l’attuale impianto normativo non è sufficiente a mandare in galera i malviventi, i quali, nonostante arresti e condanne, raramente, a causa dell’attuale sistema sanzionatorio in materia penale, trovano collocazioni nelle nostre prigioni. E su questo punto, come SIULP, da anni poniamo la massima attenzione, interessando tutti i diversi Governi che si sono succeduti nel corso del tempo alla guida del Paese. Gli interventi normativi atti ad innalzare le pene massime, senza intervenire sulla pena minima, non consentono di far espiare in carcere le pene a chi delinque. E fino a quando non si porrà rimedio a tale nodo cruciale, il numero dei poliziotti non sarà mai sufficiente, perché saranno solo bersagli contro i quali qualsiasi malvivente sfogherà la propria ira, nella piena consapevolezza di una totale impunità”.

Roma, 18 Gennaio 2024

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