Le detrazioni per figli a carico

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Ultimo aggiornamento 01/04/2021

Le detrazioni per figli a carico sono quelle che, in presenza di certi requisiti, spettano ai genitori per i figli non economicamente autosufficienti

Per figli a carico si intendono quelli che, non percependo un reddito che permetta loro di essere economicamente indipendenti, continuano a dover essere mantenuti dai genitori. Per questo la legge prevede delle detrazioni fiscali in favore di chi provvede al loro mantenimento.

I figli fiscalmente a carico sono:

  • i legittimi, ossia quelli nati in costanza di matrimonio;
  • i naturali, riconosciuti fuori dal matrimonio,
  • gli adottivi, gli affidati o affiliati.

I figli sono considerati a carico purché non percepiscano un reddito superiore a una certa soglia fissata dalla legge. Non rilevano invece l’età, il fatto che vivano per conto proprio e l’attività che svolgono. Al Fisco in sostanza non interessa se i figli studiano o svolgono un tirocinio professionale senza un riconoscimento economico.

Vi sono limiti di reddito dei figli, superati i quali, i genitori non beneficiano di alcuna detrazione:

  • € 4.000 per i figli di età non superiore a 24 anni;
  • € 2.840,51, per i figli di età pari o superiore a 24 anni.

Ai fini della determinazione della soglia di reddito, non rileva il periodo in cui lo stesso viene prodotto, perché il limite si riferisce a tutto l’anno solare. Per cui, se il figlio lavora, ad esempio, solo nella stagione estiva, se durante tale periodo supera la soglia di reddito, per il Fisco non è a carico per tutto l’anno.

Il reddito complessivo dei figli non è solo quello da lavoro dipendente, ma anche quello derivante, ad esempio, dallo svolgimento di attività impresa o di lavoro autonomo soggetti a imposta sostitutiva per i minimi, così come la quota esente dei redditi di lavoro dipendente che viene svolto in località frontaliere dai residenti. Occorre considerare anche il reddito dei fabbricati concessi in locazione e assoggettato al regime della cedolare secca.

Alcuni redditi sono esclusi dal calcolo del reddito complessivo del figlio.

  • le borse di studio, di dottorato, corsi di specializzazione universitari in medicina e chirurgia;
  • le borse di studio Erasmus e importi erogati dall’Università per importi non superiori a €. 7.746,85
  • le borse di studio a vittime del terrorismo e della criminalità organizzata;
  • gli assegni di ricerca di università, enti pubblici e istituzioni di ricerca;
  • le pensioni di invalidità civile e per cause di servizio;
  • le indennità di mobilità per la parte reinvestita nella costituzione di società cooperative;
  • le indennità di accompagnamento;
  • l’assegno di maternità per la donna lavoratrice;
  • le rendite INAIL.

A questi si aggiungono anche i redditi tassati alla fonte come:

  • quelli derivanti dallo svolgimento di attività sportiva dilettantistica fino a €. 7.500 all’anno;
  • gli interessi delle obbligazioni e dei titoli di Stato, dei depositi e dei conti correnti bancari e postali;
  • i premi e le vincite al gioco;
  • i proventi delle quote dei fondi di investimento mobiliare aperti italiani e stranieri;
  • il riscatto dei fondi pensione per perdita del posto di lavoro.
  • Detrazioni figli a carico 2021

L’art. 12, lettera c) del TUIR n. 917/1986 definisce le detrazioni IRPEF per i figli a carico, nei seguenti termini:
“950 euro per ciascun figlio, compresi i figli naturali riconosciuti, i figli adottivi o affidati. La detrazione è aumentata a 1.220 euro per ciascun figlio di età inferiore a tre anni. Le predette detrazioni sono aumentate di un importo pari a 400 euro per ogni figlio portatore di handicap ai sensi dell’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104”.

Ricapitolando, le detrazioni IRPEF per i figli a carico sono le seguenti:

  • € 950,00 per ogni figlio di età pari o superiore a 3 anni e non portatore di handicap;
  • € 1.220,00 per ogni figlio di età inferiore a tre anni e non portatore di handicap;
  • € 1.350, per ogni figlio di età pari o superiore a tre anni e portatore di handicap, in virtù dell’aumento di € 400,00;
  • € 1.620, per ogni figlio di età inferiore a tre anni e portatore di handicap, sempre in ragione dell’aumento di € 400,00.

Per i contribuenti con più di tre figli a carico la detrazione è aumentata di 200 euro per ciascun figlio a partire dal primo. In presenza di almeno quattro figli a carico, ai genitori è riconosciuta un’ulteriore detrazione di importo pari a 1.200 euro.

Pertanto chi ha 4 o più figli può usufruire delle detrazioni viste sopra aumentate di € 200,00 per ogni figlio nonché di un’altra detrazione di € 1.200,00 euro a titolo di bonus per la famiglia numerosa, che resta fisso, anche se il numero del figlio è superiore a 4.

Sempre ai sensi dell’art. 12, lettera c del TUIR: “La detrazione è ripartita nella misura del 50 per cento tra i genitori non legalmente ed effettivamente separati ovvero, previo accordo tra gli stessi, spetta al genitore che possiede un reddito complessivo di ammontare più elevato. In caso di separazione legale ed effettiva o di annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, la detrazione spetta, in mancanza di accordo, al genitore affidatario. Nel caso di affidamento congiunto o condiviso la detrazione è ripartita, in mancanza di accordo, nella misura del 50 per cento tra i genitori. Ove il genitore affidatario ovvero, in caso di affidamento congiunto, uno dei genitori affidatari non possa usufruire in tutto o in parte della detrazione, per limiti di reddito, la detrazione è assegnata per intero al secondo genitore. Quest’ultimo, salvo diverso accordo tra le parti, è tenuto a riversare all’altro genitore affidatario un importo pari all’intera detrazione ovvero, in caso di affidamento congiunto, pari al 50 per cento della detrazione stessa. In caso di coniuge fiscalmente a carico dell’altro, la detrazione compete a quest’ultimo per l’intero importo. Se l’altro genitore manca o non ha riconosciuto i figli naturali e il contribuente non è coniugato o, se coniugato, si è successivamente legalmente ed effettivamente separato, ovvero se vi sono figli adottivi, affidati o affiliati del solo contribuente e questi non è coniugato o, se coniugato, si è successivamente legalmente ed effettivamente separato, per il primo figlio si applicano, se più convenienti, le detrazioni previste alla lettera a).”

Dal punto di vista fiscale, le agevolazioni per i familiari a carico prevede che si debba rispettare il seguente ordine:
1) coniuge;
2) figli;
3) altri familiari.

Questo ordine però non è rigido. Basti pensare al caso di una famiglia composta da padre, madre e due figli, in cui il figlio maggiore è l’unico ad avere un lavoro con cui mantiene la famiglia. In questo caso, secondo l’Agenzia delle Entrate il figlio minore risulta “a carico” del fratello purché:

  • sia titolare del reddito complessivo più elevato;
  • sia il familiare sulle cui spalle grava il peso economico della famiglia.

Per ottenere la detrazione per figli a carico è necessario indicare, in sede di redazione dei redditi delle persone fisiche o 730, i codici fiscali dei figli nel riquadro a ciò destinato, il numero dei mesi in cui sono a carico e la percentuale di carico dei figli. In presenza di figli di età inferiore a 3 anni o con handicap si deve spuntare l’apposita casella.

Le detrazioni per figli a carico, per i lavoratori, si aggiungono a quelle per lavoro dipendente e a quelle delle quali l’interessato abbia eventualmente diritto. Possono essere verificate consultando la propria busta paga.

I genitori, oltre alle detrazioni per figli a carico, possono beneficiare anche dei bonus figli di volta in volta previsti dal nostro ordinamento e variabili, di norma, a seconda dell’età del figlio e dei redditi dell’interessato.

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