Necessario un confronto in virtù della nuova situazione migratoria (Libia e Afghanistan)

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Signor Capo della Polizia, 

alcuni inequivocabili segnali attestano un aumento dell’immigrazione clandestina attraverso  la rotta balcanica. Invero, negli ultimi giorni circa alcune centinaia di persone sono state rintracciate  nei territori del Carso giuliano, entrate irregolarmente in Italia dal confine Sloveno. 

Si tratta di migranti che dalla Turchia transitano attraverso i Paesi dei Balcani prima di  giungere in Italia o proseguire per il nord Europa. Sono in larga maggioranza cittadini di nazionalità  pachistana, afghana e bengalese, probabilmente arrivati in medio oriente prima di iniziare il lungo  cammino attraverso la penisola balcanica. Nel gruppo scoperto nelle scorse ore ci sono anche donne  e bambini e vi è il fondato timore che altri gruppi di migranti possano essersi infiltrati in territorio  italiano per raggiungere le zone del goriziano.  

A rintracciare i migranti è stata il personale della polizia di frontiera di Trieste e le procedure  di accoglienza attivate per far fronte a questa emergenza hanno riprodotto scene già viste a  Lampedusa o in Sicilia, mettendo a dura prova la resistenza degli uffici territoriali che debbono  procedere al fotosegnalamento e al riconoscimento dei fermati prima di spostarli nei centri predisposti  all’accoglienza. Occorre, inoltre, considerare che nell’attuale situazione di emergenza sanitaria le  persone rintracciate debbono essere sottoposte a tampone e isolate per 15 giorni al fine di far rispettare  il periodo di quarantena. 

Negli ultimi mesi la rotta balcanica sta destando sempre più allarme e la frequenza di ingressi  irregolari lungo il confine con la Slovenia dimostra chiaramente la rilevanza assunta dalle migrazioni  terrestri. 

L’aumento esponenziale dei flussi migratori terrestri presso la frontiera orientale sta mettendo  a dura prova il sistema di accoglienza territoriale. Il SIULP Trieste ci segnala che i Poliziotti di quella  realtà sono costretti a lavorare ininterrottamente a contatto con una moltitudine di persone in spazi  ristretti e in condizioni di emergenza sanitaria ed è ormai evidente che la Questura non è in grado di  affrontare un impatto che rischia di far collassare il sistema di accoglienza e compromettere la  sicurezza pubblica locale.

Alla mancanza di strutture e di una logistica adeguata si somma la cronica carenza di personale  per affrontare il disbrigo delle procedure relative alla domanda di asilo ed alla repressione dei reati  collegati all’immigrazione clandestina, alle espulsioni e ai rimpatri. 

Se è vero che il fenomeno non raggiunge ancora le dimensioni che riguardano l’isola di  Lampedusa, è però vero che la gestione del fenomeno migratorio lungo la rotta orientale terrestre non  può essere affrontato con gli strumenti ordinari ma necessita di una organizzazione strutturata sul  modello Lampedusa, con logistica e organizzazione dedicata, altrimenti la necessità di affrontare i  problemi migratori oltre a frustrare i diritti del personale finirà per pregiudicare la capacità operativa  degli altri settori dell’attività di Polizia, mettendo a dura prova la tenuta del sistema della sicurezza  pubblica e dei servizi al cittadino. 

In tal senso appare doveroso rammentare quanto già accaduto su quel fronte in merito alle  procedure di respingimento, ai rischi cui è stato esposto il personale operante, a seguito di interventi  di varie organizzazioni umanitarie e di esponenti politici che criticavano le modalità seguite dai nostri  uffici, il tutto anche per la carenza di risorse umane e di mezzi per affrontare i flussi che si registravano  in ingresso su quella frontiera.  

Alla luce di quanto sopra, Le chiediamo un confronto urgente per superare le criticità  territoriali e verificare la possibilità di procedere ad una riorganizzazione e ridistribuzione delle  risorse logistiche a causa della mutata situazione degli accessi migratori e in virtù della nuova  situazione che si sta profilando a livello internazionale (Libia e Afghanistan).  

Conoscendo la Sua sensibilità e l’impegno che profonde per la migliore funzionalità dell’Amministrazione, ma anche del benessere e la sicurezza del personale, resto in attesa di un  cortese e urgente riscontro inviando cordiali saluti e sensi di rinnovata stima. 

Il Segretario Generale Felice Romano

Lettera al Capo della Polizia

 

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