NOCS: SIULP, il nonnismo non appartiene alla cultura della Polizia di Stato

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In merito alle notizie apparse su un quotidiano e relative a presunti atti di “nonnismo” tra gli appartenenti al NOCS, un reparto di eccellenza e di altissimi professionisti, il SIULP, nel confermare la piena fiducia nell’operato della magistratura e nell’azione amministrativa che il Dipartimento della P.S. ha attivato per verificare quanto riportato dal quotidiano “La Repubblica”, esprime la propria solidarietà agli appartenenti al NOCS su quello che, da quanto emerge di ora in ora, appare sempre più una tempesta in un bicchiere d’acqua e non il “caso” eclatante dell’anno.
Ad affermarlo Felice Romano, Segretario Generale del SIULP, che, pur restando in attesa per il rispetto che porta all’operato della magistratura ma anche all’attività di inchiesta interna, non ha dubbi sul fatto che casi di “nonnismo” nei reparti di polizia non si sono mai verificati, poiché questa cultura non appartiene ai poliziotti.
Essa non è mai appartenuta ai poliziotti, ribadisce Romano, nemmeno quando il Corpo era militare; infatti nei trent’anni di carriera passati in questa Amministrazione, non mi è mai capitato di registrare fatti di questo tipo attesa la “cultura civile e democratica” che da sempre è stata patrimonio dei poliziotti e di coloro che provenivano dal disciolto Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza.
Anche in quell’epoca in cui il Corpo era militare, continua Romano, gli unici episodi che potrebbero essere ricondotti ad una forma di pseudo “nonnismo”- che è un fenomeno effettivamente presente nelle organizzazioni militari ma anche lì con il processo di professionalizzazione di questi Corpi sta man mano scemando – erano quelli posti in essere, ma solo per difesa e per segnalare la “spia” del maresciallo di turno, che male interpretava il suo ruolo nell’ambito della catena di comando, attuata solo per fini difensivi, e mai offensivi, era il “gavettone” di acqua colorata.
E ciò proprio perché restasse chiaro il segno distintivo di chi era oggetto di questa attenzione.
Da allora ad oggi, attesa anche l’attestazione che quotidianamente viene dai cittadini italiani nel confermare la loro fiducia nella Polizia di Stato quale una delle prime Istituzioni di questo Paese per affidabilità, di strada ne è stata fatta tantissima e sempre nel consolidare la cultura democratica e civile sia dei singoli che dell’intera Istituzione, il tutto grazie all’azione di formazione e di vigilanza attenta del Sindacato.
A rafforzare questo convincimento, prosegue Romano, vi sono altri due aspetti importanti: il primo è relativo al fatto che il NOCS è ubicato all’interno della struttura di Spinaceto insieme a numerose altre articolazioni della Polizia di Stato, a conferma che non sono una “nicchia” riservata e nascosta, ma solo un reparto di eccellenza utilizzato per i servizi più rischiosi e delicati ai quali, la Polizia, in alcuni casi, deve far fronte e per i quali il NOCS ha pagato anche alti tributi in termini di sacrificio di vite umane.
La seconda è che gli appartenenti ai NOCS sono altamente sindacalizzati (sono presenti almeno 4 sigle compreso il SIULP di quelle maggiormente rappresentative, mentre pare non sia presente quella attraverso la quale è scoppiato il caso), a conferma della massima trasparenza del NOCS verso “l’esterno”.
Ecco perché, al di la di un singolo episodio come quello al vaglio della magistratura che è relativo però al diverbio tra due componenti il citato nucleo e che è già stato oggetto di intervento e censura disciplinare (anche questo a conferma di una vigilanza costante così come su tutti gli altri Reparti della Polizia di Stato) in quanto avvenuto nella mensa di quella sede.
Non vorremmo, conclude Romano, che un caso di diverbio, per quanto grave perché avvenuto tra alti professionisti, possa diventare la miccia per una campagna, speriamo involontaria, di delegittimazione di un segmento della Polizia di Stato, così importante e altamente professionale, per una rivalsa di un singolo rispetto ad un altro.
Cosa diversa, come siamo certi confermerà l’attività di indagine ed ispettiva in corso, sono le pratiche del “nonnismo” o la devianza del Reparto.

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