Poliziotti aggrediti. Romano (SIULP): “Impressionante non solo il numero delle aggressioni ma anche la scia trasversale di violenza che sta braccando tutto il nostro Paese. E’ oramai improcrastinabile un intervento a difesa delle Istituzioni”.
Milano, Vieste, Ascoli, Ischia, Verona e ieri ancora a Palermo nel quartiere Zen.
Sono queste le città che per ultime hanno registrato aggressioni violente a personale della Polizia di Stato. Interviene Felice Romano, Segretario Generale del SIULP, il sindacato maggioritario del comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico: “Una scia che non si ferma, che rende tesa ed invivibile la vita nelle nostre città, anche di giorno oramai, ed in pieno centro – spiega Romano – Il problema è di tutti i cittadini, ancor più delle donne e degli uomini in divisa, e dunque, delle Istituzioni. Ecco perché è necessario intervenire con leggi appropriate insieme al ripristino degli organici.
C’è paura nei cittadini, ed inevitabilmente negli operatori delle Forze dell’Ordine. Non possiamo non comprendere i colleghi che oramai vivono l’incubo di dover scegliere tra l’intervenire e rischiare bastonate, pugni, calci, coltellate e violenze di ogni genere oppure, in caso di intervento, il vedersi attivare l’inferno vero e proprio di un iter processuale. Oramai, a causa della diffusione strumentale di “frame” che mostrano solo determinate parti delle aggressioni che subiamo, il processo parte inevitabile. Vengono tagliate le parti in un cui ci viene lanciato contro di tutto, e inviate alla rete solo le nostre reazioni, che scaturiscono sempre a contenimento delle violenze di ogni genere che siamo chiamati a fronteggiare. Tanto basta alle procure competenti per territorio, in nome di un atto dovuto, ad inviare un avviso di garanzia che da inizio a quella che oggi in Italia è la vera e propria pena: ovvero, l’iter processuale. Con la beffa finale che il delinquente, nonostante sia identificato, arrestato e processato, in galera non ci va. Ringraziamo il Direttore Feltri per la sua iniziativa di aiutare direttamente il poliziotto che a Milano è stato costretto ad usare l’arma d’ordinanza contro un egiziano, per non subire la stessa sorte di Christian Di Martino, accoltellato la sera precedente. E nessuno pensi che siamo rassegnati, ci mancherebbe, ma diventa urgente ed improcrastinabile un intervento diretto ed immediato a difesa dei cittadini, di tutti gli operatori delle Forze dell’Ordine e delle Istituzioni”.
Roma, 16 maggio 2024