Quando il coniuge si considera a carico

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Un nostro iscritto ci chiede di chiarire quali siano le condizioni affinché il proprio coniuge possa essere considerato a carico.

Il coniuge, così come qualsiasi altro familiare, si considera a carico se ha un reddito complessivo di 2.840,51 euro lordi all’anno. L’unica eccezione è rappresentata dai figli fino a 24 anni, per i quali invece il tetto di reddito è più alto, ossia 4mila euro.

Il riferimento normativo è il comma 2 dell’articolo 12 del Testo Unico Imposte sui redditi (DPR 917/1986), in base al quale la detrazione sui familiari a carico spetta a condizione che le persone alle quali si riferiscono possiedano un reddito complessivo, computando anche le retribuzioni corrisposte da enti e organismi internazionali, rappresentanze diplomatiche e consolari e missioni, nonché quelle corrisposte dalla Santa Sede, dagli enti gestiti direttamente da essa e dagli enti centrali della Chiesa cattolica, non superiore a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili. Per i figli di età non superiore a ventiquattro anni il limite di reddito complessivo di cui al primo periodo è elevato a 4.000 euro.

Quindi, per rispondere con precisione alla domanda, il coniuge può essere considerato a carico se tutti i suoi redditi – lavoro, pensioni, rendite, capitali, fabbricati con cedolare secca – non superano, comunque, 2.840,51 euro lordi annui.

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