Il 17 luglio 2023 si è tenuto l’incontro periodico con il vertice del Dipartimento della P.S. nel corso del quale sono state affrontate alcune delle questioni su cui da tempo come Siulp stiamo sollecitando un cambio di passo, tra cui le carenze di organico, in special modo quello del ruolo degli Ispettori, ed i ritardi nella gestione dello stato giuridico e dell’avanzamento in carriera del personale.
Quanto a quest’ultimo aspetto abbiamo registrato una significativa sensibilità per lo smaltimento dell’arretrato accumulato dalla commissione centrale per i meriti straordinari e speciali.
L’Amministrazione ha infatti messo a punto un programma a tappe forzate con cui si conta di azzerare le pratiche in trattazione nel giro di pochi mesi. Allo stato ci sono infatti poco più di 1500 fascicoli che attendono di essere discussi (378 per meriti straordinari, 827 per encomi solenni, 156 per meriti civili e 151 per altre FF PP). Secondo quanto ci è stato rappresentato dovrebbero essere valutate e decise circa 80 pratiche alla settimana che verrebbero dapprima esaminate da due sottocommissioni, per poi essere portate nella Commissione plenaria per la ratifica conclusiva. In questo modo si dovrebbero riuscire ad attutire, fino ad annullare, le penalizzazioni derivanti dal differimento della deliberazione, soprattutto quelle concernenti la partecipazione ai concorsi interni che hanno dato origine, anche nel recente passato, a corposi contenziosi di cui si è occupata anche la Corte Costituzionale.
Quanto invece alla commissione centrale competente a decidere in materia di lodevoli comportamenti, abbiamo appreso con soddisfazione che, grazie alla aumentata cadenza delle riunioni, le pratiche in arretrato si sono assottigliate da circa 9.000 a poco più di 2.000 con l’impegno da parte del presidente di poter azzerare completamente l’arretrato entro la fine dell’anno.
È stato poi affrontato il tema della revisione dell’atto unico ordinativo emanato con decreto del Capo della Polizia del 28 giugno 2022, che ha stabilito le consistenze organiche degli uffici centrali e periferici della Polizia di Stato che dovranno andare a regime a far data dal 1° gennaio 2027. Da tempo avevamo stigmatizzato come i criteri utilizzati risentissero non solo di una prospettiva falsata dal tempo intercorso dal momento in cui sono state fatte le rilevazioni dei carichi di lavoro e delle esigenze di ordine e sicurezza pubblica funzionali a quantificare le esigenze di personale, ma pure dai discutibili criteri stabiliti dall’Amministrazione nello stilare il progetto. Oggi, finalmente, anche l’Amministrazione è approdata al convincimento che questo impianto è ampiamente perfettibile e, non di meno, superato dall’evoluzione della situazione di numerose realtà territoriali. Una resipiscenza dovuta anche agli esiti di incontri fatti con un campione consistente di Dirigenti di uffici che ha indotto ad un complessivo ripensamento del progetto anche per renderlo più elastico ed adattabile alle mutevoli esigenze determinate da non prevedibili congiunture. Nei prossimi giorni verrà quindi pubblicato un decreto con il quale verrà disposto il rinvio al 31.12.2024 dell’entrata in vigore dell’Atto unico in narrativa.
A margine dell’incontro sono state date anche indicazioni sulla futura mobilità del personale del ruolo degli ispettori. È stato spiegato che con l’immissione dei circa 2700 vincitori del concorso interno, che in origine prevedeva 1141 posti, consentirà di ripianare il 30% delle carenze del ruolo. Questo dato percentuale sarà dunque quello che verrà utilizzato per disporre i rinforzi dei vari uffici, seguendo lo stesso metodo utilizzato per la mobilità del ruolo degli Agenti e Assistenti. Per esemplificare, nel momento in cui una Questura risulta avere una carenza di 30 ispettori, al termine del corso, previsto per il mese di dicembre, si vedrà assegnare complessivamente, tra trasferiti e neo assegnati, 10 ispettori. Secondo la proiezione elaborata dalla Dagep in questo modo, oltre a soddisfare le istanze di trasferimento di alcune centinaia di ispettori dei precedenti corsi, si stima che il numero dei perdenti sede sarà marginale, posto che praticamente in tutti gli uffici le carenze sono ragguardevoli.
È stato altresì confermato che, laddove ci fossero dei perdenti sede, verrebbe comunque loro garantita la permanenza nella regione ovvero in uffici che, pur in regioni diverse, sono comunque prossimi alla sede di servizio precedente.