Riforma pubblico impiego: Camera approva emendamento che limita fortemente pensionamenti “coatti”

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Nel corso della seduta dell’11 febbraio scorso la Camera dei Deputati ha tra l’altro approvato un importante emendamento al disegno di legge AC n. 2031 “Delega al Governo finalizzata all’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e alla efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni nonché disposizioni integrative delle funzioni attribuite al Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro e alla Corte dei conti”.

L’emendamento n. 5.36, presentato dai deputati Miotto, Miotto, Livia Turco, Sbrollini, Murer e Pedoto, introduce una modifica al comma 11 dell’articolo 72 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.

Il citato comma 11 introduceva la possibilità per le Amministrazioni di disporre, con un preavviso di sei mesi, il pensionamento “coatto” nel caso di compimento dell’anzianità massima contributiva di 40 anni del personale dipendente; l’emendamento approvato prevede che perché se ne possa disporre il pensionamento d’autorità , non sarà sufficiente il raggiungimento dell’anzianità massima contributiva di 40 anni (compresi quindi gli eventuali anni figurativi e l’eventuale riscatto della laurea), ma bisognerà che sia raggiunta l’anzianità massima di servizio effettivo di 40 anni.

Nessuna penalizzazione dunque per il personale ma, anzi, un allungamento della possibilità di restare in servizio per chi lo desidera.

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Va ricordato che questa ipotesi nulla ha a che vedere con la possibilità che i primi commi dello stesso articolo 72 del decreto-legge 112/2008 riservano a coloro i quali presentano domanda di essere esonerati dal servizio durante l’ultimo quinquennio di servizio.

E’ bene precisare infine che, per l’applicazione i questa norma al personale dei comparti sicurezza, difesa ed esteri, dovranno essere stabiliti specifici criteri e modalità applicative con appositi decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri da approvarsi previa delibera del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentiti i Ministri dell’interno, della difesa e degli affari esteri, attualmente ancora in fase di elaborazione.

Nel corso della seduta del 12 febbraio il testo del provvedimento è stato approvato ed è dunque tornato al Senato per il prosieguo del suo iter parlamentare.

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