Riportiamo l’articolo pullicato sul quotidiano online Il Giornale di giovedì 07 giugno 2012
Stangata sui poliziotti, costretti dalla burocrazia a pagare una super Imu
di Emanuela Fontana
In servizio fuori sede, pagano l’imposta sulla seconda casa. Il caso limite di un agente: la tassa si mangerà lo stipendio
Roma Sono condannati a pagare l’Imu sulla seconda casa pur vivendo a oltre mille chilometri di distanza per necessità. È la loro catena al collo. Non hanno scampo. Perché è il regolamento, seppur meno rigido negli ultimi tempi, che li obbliga a trasferire la residenza nel luogo in cui prestano servizio. Ma per loro il lavoro è una girandola. Al nord, al centro, al sud. L’Italia è la loro casa. E la casa vera spesso gli viene tassata alle stelle. Nelle pieghe della nuova Imu, l’imposta sull’abitazione di proprietà che tra undici giorni diventerà realtà con il pagamento della prima rata, si scopre che il caso poliziotti è uno dei più paradossali.
Tra gli agenti in divisa l’Imu è l’argomento di conversazione più frequente. Il secondo, altrettanto attuale: i tagli per il comparto che il governo Monti sta pensando di far lievitare a 65 milioni di euro. In alcune città del Nord,raccontano poliziotti che chiedono l’anonimato, «vengono organizzate addirittura delle collette per alcuni casi limite». «Con il mio stipendio – confida un agente che lavora a Milano ma che proviene da un paese del Meridione- io non ce la faccioa pagare l’Imu della mia abitazione al Sud. L’Imu mi sta letteralmente mangiando lo stipendio». Eccolo, un caso limite. Milano e Torino, essendo tra le città con il costo della vita più caro, sono quelle in cui i poliziotti con una paga base rischiano davvero di non sostenere le spese. Le segnalazioni ai sindacati sono sempre più frequenti. Con una busta paga di poco superiore ai 1200 euro, diventa impossibile pagare una stanza in affitto, mantenere una famiglia e in più rispettare le scadenze dell’Imu per l’abitazione dall’altra parte dello Stivale. Succede infatti questo ai poliziotti: otto su dieci lavorano in una regione che non è la propria. Per regolamento devono trasferire la residenza nel luogo in cui lavorano.
La casa di proprietà, spesso al cosiddetto«paesello»,diventa automaticamente seconda casa. Con l’aggravio di costi che ne consegue. «Io sono il tipico caso del poliziotto che lavora in una città, Roma, deve pagare l’Imu seconda casa sull’abitazione di proprietà, a Modena. E in più ci devo pagare anche il mutuo – racconta Felice Romano, segretario generale del sindacato Siulp – Noi abbiamo l’obbligo di trasferire la residenza secondo il regolamento di servizio. Altrimenti si rischia la sanzione disciplinare, con una decurtazione da un trentesimo a cinque trentesimi dello stipendio». Circa «l’80% dei poliziotti proviene dal Sud ». Ma per tornare nel Meridione, da Roma in giù, servono «da 20 a 25 anni di anzianità di sede».
In tutto questo tempo, secondo la nuova Imu del governo Monti, il poliziotto dovrebbe pagare la tassa più alta per la casa di proprietà al Sud. Spiegano al sindacato Sap che ora l’obbligo di residenza è meno categorico, ma secondo le nuove norme,un’abitazione,per non essere considerata seconda casa, deve essere abitata stabilmente dal proprietario, esserne la «dimora abituale»: «Noi non possiamo fare truffe. Chi presta servizio al nord deve pagare la casa al sud come se fosse una seconda, anche se è l’unica abitazione di proprietà». «Ci sono casi paradossali – racconta poi Franco Maccari, segretario generale del Coisp – I poliziotti dell’Aquila lavorano a Milano o a Torino, non hanno agevolazioni per l’Imu dell’appartamento all’Aquila, e in più lo devono ristrutturare perché è semidistrutto per il terremoto di tre anni fa. Devono pagare tre volte». Anche dal Coisp concordano: l’allarme c’è:«Abbiamo pubblicato sul nostro sito le facce dei parlamentari che hanno votato contro la deroga per la polizia e le forze armate ».
Era stato infatti presentato in commissione Finanze alla Camera un emendamento del Fli per consentire le agevolazioni fiscali da prima casa. Ma la norma non è stata approvata. Le risorse sempre più scarse, poi, non aiutano. Se un tempo infatti il poliziotto dormiva in caserma, ora sempre più spesso «è costretto ad affittare un appartamento con dei colleghi – dicono al Sap – Ci stanno tagliando anche gli alloggi di servizio».