La questione del trattamento economico del personale dei Reparti Prevenzione Crimine è stata, non di rado, oggetto di disomogenee interpretazioni.
Come Siulp avevamo per l’appunto denunciato in più occasioni come il tipo di indennità corrisposta
dipendesse non già dal tipo di servizio in concreto effettuato, bensì dal diverso orientamento adottato dai reggenti delle strutture dell’Amministrazione nelle rispettive province.
Una inaccettabile alea che la circolare diramata in data odierna dalla Direzione Centrale Anticrimine, che per l’appunto stigmatizza la controversa difformità, dovrebbe aver finalmente ricondotto a criteri di equità e di razionalità.
Nella nota in menzione, che a breve a nostra volta saremo in grado di veicolare, viene infatti chiarito, in termini non equivocabili, che ad eccezione delle residuali ipotesi di supporto alle attività di polizia giudiziaria, per le quali si prevede il trattamento di missione ordinaria, gli operatori dei RPC impiegati nelle operazioni di controllo del territorio, servizi che di fatto sono sistematicamente finalizzati ad innalzare i livelli di ordine e sicurezza pubblica, siano destinatari della corrispondente indennità di ordine pubblico.
Detto in altre parole, in adesione a quella che era la posizione del Siulp, è passato il concetto che l’attribuzione dell’indennità di ordine pubblico e la regola, ed è stata anche rigorosamente delineata la casistica in cui potrà essere eccezionalmente riconosciuto il trattamento economico di missione.
Non possiamo quindi che ringraziare il Direttore Centrale Anticrimine, Prefetto Messina, per la sensibilità dimostrata rispetto alle segnalazioni del Siulp, per aver promosso, con toni perentori che non consentono ulteriori equivoci, la rimozione di una insopportabile disarmonia.
Roma, 10 ottobre 2022.