Una guida sulla protezione internazionale per minori stranieri non accompagnati

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Il Ministero dell’interno ha realizzato, con il cofinanziamento dell’Unione Europea, un dépliant in varie lingue che contiene informazioni importanti per le persone che hanno meno di 18 anni e vogliono chiedere protezione internazionale in Italia. Non tutti i minori in Italia fanno questa richiesta, perché ogni minore ha una storia diversa. E’ necessario che ogni minore parli con il suo tutore, insieme al quale è possibile individuare la soluzione migliore per il proprio percorso di vita.

Se il minore teme di essere in pericolo in caso di ritorno nel suo paese, dove c’è la guerra o situazioni di violenza o dove i suoi diritti potrebbero non essere rispettati, è necessario parlarne con il suo tutore e/o l’operatore legale, e chiedere informazioni per poter capire quale è la soluzione migliore per il giovane e se è il caso di chiedere protezione internazionale. Durante la permanenza nella struttura il minore sarà seguito dagli operatori che hanno il compito di prendersi cura di lui: ci saranno vari esperti, quali ad esempio un legale, un medico, uno psicologo, un assistente sociale, che lo accompagneranno durante il percorso. Nella struttura presso la quale alloggiano i minori ci sarà un interprete che potrà aiutarli a comunicare con gli altri in una lingua comprensibile.

Le interviste presso le Commissioni Territoriali. L’interprete deve tradurre esattamente ciò che il minore espone e racconta durante l’audizione e non partecipa alla decisione. Durante l’intervista potrà essere presente, oltre al tutore, all’interprete e ad una persona della Commissione, anche un esperto (l’assistente sociale, legale, o lo psicologo), la cui presenza aiuta il minore ad esprimersi meglio. Se il minore è una ragazza, può chiedere di essere ascoltata, qualora possibile, da una intervistatrice donna.

Quello che viene detto è riportato nel verbale che  sarà riletto tramite l’interprete alla fine dell’audizione. Verrà chiesto anche al minore di firmarlo per confermare che ciò che è stato scritto corrisponde a ciò che è stato raccontato.

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Tutto quello che il giovane esporrà non potrà essere comunicato ad altri, se non con il consenso dell’intervistato.

2016_01_UNHCR_ITA

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