Storia fotografica del Siulp
dal 1974 ad oggi
La lunga marcia verso la riforma di Enzo Felsani |
Sono venti anni che la Riforma della Polizia è divenuta legge dello Stato. Licenziata dal Parlamento dopo un lungo periodo di maturazione durato alcuni anni, la legge 1° aprile 1981, n. 121, con il titolo ufficiale di “nuovo ordinamento dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza” veniva alla luce con notevoli ambizioni. Si proponeva soprattutto il riordinamento della pubblica sicurezza, la sua trasformazione in una amministrazione civile con una nuova denominazione, quella di “Polizia di Stato”, con l’inquadramento di personale maschile e femminile aventi pari funzioni e dignità, al quale veniva riconosciuto l’esercizio dei diritti sindacali, con l’esclusione del diritto di sciopero. Trattandosi di personale civile ma armato, era prevista una particolare disciplina.
L’approvazione della legge non era stata indolore. La volontà di ottenere sul testo presentato al Parlamento un consenso più largo possibile su un provvedimento che toccava in profondità un settore importante dello Stato aveva allungato oltre ogni limite ragionevole un iter già per se stesso difficile e soggetto a varie interdizioni politiche. Inoltre la legge di riforma veniva discussa in un momento molto difficile, quando era ancora in corso un violento scontro tra il terrorismo e l’ordinamento democratico dello Stato.
Comunque, il buon senso finì col prevalere e la legge fu finalmente approvata, restituendo la polizia italiana allo stato civile.
La militarizzazione della Polizia risale come è noto, al decreto del 1943 – il cosiddetto “decreto Badoglio” con il quale il Corpo, all’indomani della caduta del fascismo, fu inquadrato tra le forze armate dello Stato. Non credo che il decreto Badoglio avesse l’intento di modificare l’ordinamento civile della Pubblica Sicurezza ed attribuire ad essa una struttura militare.
Più modestamente, ritengo che il decreto avesse lo scopo di assicurare alla monarchia e per essa allo stato maggiore, al quale di fatto erano stati trasferiti i poteri civili dopo la caduta del fascismo, il controllo politico della Pubblica Sicurezza. In effetti, dopo l’emanazione del decreto Badoglio, le competenze funzionali ed i poteri disciplinari rimasero saldamente nelle mani dei questori e dei prefetti, i quali non erano assolutamente disposti a lasciarsi esautorare, consentendo l’emergere di una componente militare autonoma.
La situazione iniziò a modificarsi al principio del 1946, con il maturare di nuovi eventi a livello internazionale; il fatto nuovo fu rappresentato dalla necessità di assicurare la permanenza dell’Italia nel blocco delle potenze occidentali. Era sotto gli occhi di tutti l’esempio della Grecia nella quale era divampato, proprio a partire dal 1946, uno scontro armato tra i fautori del blocco orientale e di quelli del blocco occidentale. In Italia il referendum monarchia-repubblica fu vissuto come possibile occasione della presa violenta del potere da parte delle sinistre italiane. Su questi avvenimenti e su questi timori si attuò la vera riforma della Pubblica Sicurezza, che va ben al di là del decreto Badoglio. I Reparti Celeri – istituiti nel 1945 dal Ministro dell’Interno Romita come reparti di pronto intervento per i servizi di polizia – nella primavera del 1946 vengono sottratti alla disponibilità dei questori e posti sotto la diretta dipendenza del Ministero dell’Interno.
Terminata l’emergenza del referendum, il processo di riorganizzazione fu portato avanti. I Reparti Celeri e Mobili di successiva istituzione vengono ristrutturati, i primi secondo il modello del “gruppo squadroni di cavalleria blindata” ed i secondi secondo quelle del “btg. di fanteria motorizzato” con armamento e mezzi, sia pure ridotti, ma sempre dotati di armi automatiche di reparto, mortai, autoblindo. Essi costituiranno una forza di grande mobilità, il loro numero sarà progressivamente aumentato e la loro dislocazione sul territorio nazionale avverrà in maniera da rendere possibile il rapido intervento nelle zone maggiormente sensibili sotto l’aspetto politico.
Nel 1949 anche la Polizia Stradale fu sottratta alle dipendenze dei questori; la legge 26 marzo 1956, n. 288 sullo stato giuridico degli Ufficiali del Corpo delle Guardie di P.S. formalizzò definitivamente la spartizione della pubblica sicurezza in due componenti, una civile e l’altra militare.
La dottrina provvide poi ad indicare alle forze armate ed a quelle di polizia (che delle prime erano diventate una componente) un obiettivo comune, che venne identificato nella “difesa interna del territorio” contro la guerra sovversiva dalla quale si intendeva difendere il Paese.
La difesa interna avrebbe dovuto svilupparsi secondo criteri di progressione, dalla difesa contro la propaganda sediziosa, alla difesa contro la resistenza passiva, alla tutela dell’ordine pubblico, fino a giungere alla contro-guerriglia.
La dottrina riconosceva il primato dell’autorità civile nella tutela dell’ordine pubblico; tuttavia, qualora l’aggressione avesse superato le capacità operative delle forze di polizia, le forze armate avrebbero assunto in proprio le funzioni di quest’ultime, alle quali rimaneva il compito di cooperare con le prime. La Pubblica Sicurezza si sarebbe preparata al nuovo compito con un adeguato programma addestrativo, che andava dalla frequenza di corsi presso la Scuola di Fanteria di Cesano, alla partecipazione di unità del Corpo a cicli di esercitazioni con le unità dell’esercito, all’inclusione nei programmi delle Scuole di Polizia dei cosiddetti “corsi di ardimento” sulla falsariga di quanto veniva fatto nell’esercito, fino all’ammissione di ufficiali del Corpo alla scuola di guerra, avvenuta nel 1965.
La trasformazione avvenuta nella Pubblica Sicurezza e la previsione del suo impiego come unità combattenti nel quadro della difesa del territorio non fu soltanto un fatto interno, ma ebbe anche riflessi internazionali; essa fu proposta quale modello a vari paesi del terzo mondo che avevano motivo di temere una minaccia sovversiva nel proprio territorio.
A partire dalla seconda metà degli anni cinquanta questi stati inviarono ufficiali delle proprie forze di polizia presso le scuole di polizia italiane per seguirvi corsi finanziati dall’”Agenzia Europea della Produttività” con sede a Parigi e diretta dall’ex deputato Ivan Matteo Lombardo.
I programmi di questi corsi, ai quali presero parte ufficiali delle polizie siriana, indonesiana, thailandese, cirenaica, libica, somala, prevedevano come materie di studio l’apprendimento delle tecniche della guerriglia e controguerriglia, del sabotaggio, degli esplosivi, dell’addestramento al combattimento.
La dottrina della “difesa interna del territorio” presentava, tuttavia, una lacuna: non era indicata l’autorità competente a dichiarare il passaggio dei poteri dall’autorità civile a quella militare.
L’edizione 1972 del “Regolamento sul servizio territoriale e di presidio” attribuiva tale competenza al Ministro dell’Interno e, per sua delega, ai prefetti.
Era evidentemente una strada non percorribile perché tale attribuzione di competenza è incostituzionale.
Una sessione del “Centro alti studi militari” fu dedicata allo studio dell’argomento, senza però che si giungesse ad un risultato: la sede prescelta non era evidentemente la più idonea per sciogliere nodi di tale natura.
La questione non fu mai risolta, ma poco male.
Quando in Italia si manifestò concretamente il fenomeno del terrorismo, tutte le predisposizioni prese in attuazione dei piani della “difesa interna del territorio” si dimostrarono inefficaci ed inutili; il terrorismo si sviluppò secondo schemi diversi da quelli immaginati e per sconfiggerlo furono sufficienti le sole forze di polizia, con il concorso della società civile, che seppe reagire in modo valido ed opportuno.
Ho voluto dilungarmi in questo racconto, ma si tratta purtroppo di fatti realmente accaduti.
Ho soprattutto voluto spiegare perché ritengo che il cosiddetto decreto Badoglio non sia stato determinante ai fini della militarizzazione della polizia; esso è stato certamente la base su cui si è innestato un processo molto più ampio, che ha messo in discussione i principi della democrazia, ma niente più di quello.
Del resto, non è stato l’unico pericolo per le istituzioni che vi è stato in Italia nel periodo nel quale avvenivano questi fatti.
“1974 il nascente movimento dei lavoratori di polizia”
Ggil – Cisl – Uil e partiti politici affiancano e sostengono il nascente movimento dei lavoratori di polizia nella lotta per la conquista della smilitarizzazione e sindacalizzazione del Corpo delle Guardie di P.S.
1981 La lunga marcia del movimento dei poliziotti democratici si conclude con la smilitarizzazione e la sindacalizzazione del Corpo delle Guardie di P.S., nasce la Polizia di Stato.
1982 Il Siulp celebra all’hotel Ergife di Roma il suo primo congresso nazionale. Intervengono le più alte cariche dello Stato, i dirigenti nazionali dei partiti politici e le Organizzazioni Sindacali Confederali.
“Le lotte per conquistare il 1° Contratto di lavoro”
Iniziano le lotte per conquistare il 1° Contratto di lavoro. I lavoratori di polizia si mobilitano. Roma, Bologna, l’Aquila e Bari accolgono grandi manifestazioni di poliziotti e lavoratori di Cgil – Cisl – Uil.
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Foto 19-21 – 1983, Bologna e l’Aquila. Manifestazioni interregionali del SIULP a sostegno del 1° contratto di lavoro
Foto 20 – 1983, Bologna, Piazza Maggiore. Renzo Imbeni Sindaco della città si rivolge ai manifestanti portando la solidarietà dell’Amministrazione Comunale alle rivendicazioni dei lavoratori di polizia. Nella foto si riconoscono da sinistra Antonino Lo Sciuto, Pio Ramini, Riccardo Miani e Giovanni Baruzzi.
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Foto 22-23-24-25 – 1983, anche a Bari e Roma il SIULP manifesta per sostenere le rivendicazioni contenute nella piattaforma per la stipula del primo contratto nazionale di lavoro.
“Napoli e la mancata applicazione della riforma di polizia”
A Napoli il SIULP manifesta per la mancata applicazione della “Riforma della Polizia”.
Foto 26 1984, Napoli. Manifestazione nazionale del SIULP a sostegno dell’applicazione della riforma della P.S. |
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Foto 27 1984, Napoli. La platea con i manifestanti. |
“La 1° conferenza d’organizzazione a Isola delle Femmine-Palermo”
I dirigenti del SIULP si ritrovano all’Isola delle Femmine (Palermo) per la 1a conferenza d’organizzazione.
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Foto 28 1985, Palermo. Isola delle Femmine, 1a conferenza d’organizzazione, tavolo della presidenza.
Foto 29 1985, Palermo. Isola delle Femmine, 1a conferenza d’organizzazione, il Segretario Generale del SIULP Francesco Forleo illustra la relazione introduttiva ai delegati alla conferenza.
Foto 30 1985. Palermo. Isola delle Femmine, 1a conferenza d’organizzazione, la sala della conferenza con i delegati.
“1985 L’Uisp a Roma”
L’Unione Internazionale dei Sindacati di Polizia (UISP) sceglie Roma per confrontarsi sulla lotta alla droga.
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Foto 31 1986, Roma. Seminario UISP sulla droga, panoramica della sala del seminario.
Foto 32 1986, Roma. Seminario UISP sulla droga, a destra nella foto Herman Lutz, Segretario Generale dell’UISP.
“Il 2° congresso Siulp”
A cinque anni dalla fondazione si celebra a Chianciano Terme il 2° Congresso Nazionale del Siulp.
Nel Consiglio Generale di Salsomaggiore Terme il SIULP presenta la propria proposta sulle carriere.
“1989 5° consiglio generale”
Il Siulp affronta a Milano un punto fondamentale del suo progetto politico-sindacale: la realizzazione del Comparto Sicurezza.
Foto 59-60 1989, Milano. Il tavolo della presidenza e la platea del “Seminario di studi sul Comparto Sicurezza”.
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Foto 61 1989, Milano. Antonino Lo Sciuto introduce i lavori del seminario. |
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Foto 62 1989, Milano. Pizzinato, Segretario Generale della Cgil, porta l’importante contributo della sua organizzazione al seminario. |
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Foto 63 1989, Milano. Presidenza del seminario. |
“1990 il rinnovo del contratto di lavoro”
Roma – il SIULP manifesta a sostegno del rinnovo del contratto di lavoro.
Foto 64 1990, Roma. Il corteo dei manifestanti percorre via Nazionale. |
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Foto 65 1990, Roma. Il corteo dei manifestanti percorre via Nazionale. |
Foto 66-67 1990, Roma. Teatro Eliseo, i manifestanti ascoltano gli interventi dei dirigenti del Siulp. |
“1991 il 3° Congresso Nazionale”
La “Riforma della Polizia” e il Siulp compiono dieci anni, si celebra a Chianciano Terme il 3° Congresso Nazionale.
Foto 68 1991, Chianciano Terme. Sullo sfondo la presidenza del 3° congresso. |
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Foto 69 1991, Chianciano Terme. Al tavolo della presidenza, da sinistra Antonio Sannino, Pino Autieri (Cisl), Luciano Lama, Segretario Generale Cgil, Entico Corti (Cgil). |
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Foto 71 1991, Chianciano Terme. Nella prima fila della platea da sinistra il Ministro dell’Interno Enzo Scotti e il Prefetto Vincenzo Parisi, Capo della Polizia. |
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Foto 72 1991, Chianciano Terme. Luigi Notari del Comitato Direttivo Nazionale mentre si rivolge ai congressisti. |
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Foto 73 1991, Chianciano Terme. Il saluto al congresso del Ministro dell’Interno Enzo Scotti. |
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Foto 74 1991, Chianciano Terme. L’intervento di Luciano Lama, Segretario Generale della Cgil, al Congresso. |
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Foto 75 1991, Chianciano Terme. Dopo quello di Lama segue l’intervento di Sergio D’Antoni della Cisl. |
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Foto 76 1991, Chianciano Terme. Nella foto Francesco Forleo ex Segretario Generale del Siulp. |
“1992 le Stragi”
“2a conferenza d’organizzazione di Chianciano Terme”
Aspetti organizzativi e rapporti unitari con Cgil – Cisl e Uil sono i temi del dibattito della 2a conferenza d’organizzazione di Chianciano Terme.
Foto 81 1993, Chianciano Terme. Panoramica della sala e della presidenza della 2a conferenza d’organizzazione. |
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Foto 82 1993, Chianciano Terme. Il tavolo della presidenza della conferenza. |
” 1996 Catania”
Sindacati di polizia, rappresentanze militari delle forze dell’ordine e Amministrazione della Pubblica Sicurezza si confrontano a Catania sulla sicurezza.
“1996 riordino delle pensioni”
Il Siulp, i sindacati di polizia e le rappresentanze militari, manifestano a Roma il loro dissenso rispetto al riordino delle pensioni annunciato dal Governo.
Foto 91 1997, Roma. Un appartenente alle FF.OO. manifesta il suo dissenso al progetto di riordino delle pensioni. |
L’impegno dell’organizzazione per il riconoscimento alla Dirigenza della Polizia di Stato dei poteri e delle funzioni conferitele dalla riforma della P.S. In un convegno a Roma, alla presenza del Ministro dell’Interno Giorgio Napolitano, il confronto tra Amministrazione della P.S. e Siulp.
Foto 92 1997, Roma. La platea e il tavolo della presidenza del convegno nazionale sul ruolo della dirigenza della Polizia di Stato. |
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Foto 93 1997, Roma. Vista d’insieme della sala con gli ospiti del convegno. |
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Foto 94 1997, Roma. Il Ministro dell’Interno On. Napolitano e il Capo della Polizia, Prefetto Masone (rispettivamente terzo e quarto da destra) ascoltano i relatori del convegno. |
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Foto 95 1997, Roma. L’On. Giorgio Napolitano interviene nel dibattito. |
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Foto 96 1997, Roma. Il Questore di Roma Dr. Rino Monaco ospite del convegno. |
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Foto 97 1997, Roma. Il Questore di Palermo Dr. Antonio Manganelli ospite del convegno. |
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Foto 98 1997, Roma. Francesco Forleo, Dirigente Generale della P.S., già Segretario Generale del Siulp. |
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Foto 99 1997, Roma. Alessandro Pisaniello, Segretario Nazionale del Siulp. |
“1999 il riordino delle specialità”
Riordino delle “specialità” della Polizia di Stato. Il Siulp in un convegno a Roma, presenta le sue osservazioni al progetto del Dipartimento della P.S.
Foto 100 1999, Roma. Angelo Caldarola, dirigente della Polfer mentre illustra una delle relazioni del convegno. Alla sua sinistra Calesini, dirigente della Polpost e Felice Romano, Segretario Nazionale del SIULP. |
“1999-2001 verso il 5° Congresso Nazionale”
Il Siulp procede unito verso il 5° Congresso Nazionale previsto per il 10, 11, 12 e 13 dicembre 2001 a Chianciano Terme.
Foto 101 1999-2001, Fiuggi. I membri del consiglio generale mentre ascoltano gli interventi dei relatori. |
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Foto 102 1999-2001, Fiuggi. La platea di un consiglio generale. |
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Foto 103 2001, Fiuggi. 8° consiglio generale, i Segretari Nazionali Felice Romano e Alessandro Pisaniello. |
Con la firma del contratto di lavoro si chiude una non facile stagione contrattuale che ha visto il Siulp impegnato in una difficile battaglia per ottenere un dignitoso trattamento economico per i lavoratori di polizia e del comparto sicurezza.
Foto 104 2001, Roma. Il tavolo della delegazione Governativa, da sinistra si riconoscono il Prefetto De Gennaro, i ministri Pecoraro Scanio, Fassino, Bianco, Bassanini, Del Turco e il Sottosegretario Bressa. |
Il Siulp proiettato nel futuro, presenta a Roma le proprie proposte per una nuova e più efficace sicurezza.
Selezione delle foto, testi e impaginazione a cura di Pino Colaiacovo.
Hanno collaborato inoltre Giovanni Sambataro, Adele Aragona e Serena Guadagno.
Fotolito e stampa: Romana Editrice s.r.l. – Dicembre 2001