Il cambio mansioni da operativo a ufficio per un poliziotto può causare sindrome burn out dipendente da causa servizio.
La sezione prima del tribunale amministrativo regionale della Liguria ha annullato il decreto relativo al mancato riconoscimento della causa di servizio a un assistente capo della polizia di Stato che si era rivolto al Tar impugnando il mancato riconoscimento della sindrome da stress, scatenata dal trasferimento a mansioni d’ufficio, da parte del ministero dell’Interno, nonostante il parere medico reso dallo psichiatra dell’Asl di appartenenza e che ne certificava la sussistenza.
Il poliziotto dopo più di 25 anni trascorsi in strada indagando su traffico di droga, omicidi, e criminalità organizzata in una delle province del nord Italia a maggior tasso di presenza mafiosa era stato destinato a prestare servizio in ufficio burocratico dopo contrasti con i superiori che lo avevano pressato per ottenere i risultati.
Il Comitato competente aveva escluso il riconoscimento della causa di servizio a seguito dell’insorta sindrome da stress “Non rinvenendosi, nel caso di specie, documentate situazioni conflittuali relative al servizio idonee, per intensità e durata, a favorirne lo sviluppo, l’infermità non può ricollegarsi agli invocati eventi, neppure sotto il profilo concausale efficiente e determinante (soprattutto da quanto emerso dal rapporto informativo e dallo stato matricolare nel quale non si evincono particolari fattori di stress lavorativo non gestiti con successo dal dipendente e tali da identificare la particolare e specifica sindrome di burnout)…”.
Secondo i giudici amministrativi invece il Comitato – e quindi il conforme DM finale – non hanno debitamente indagato i profili peculiari della sindrome in questione in relazione alla vicenda lavorativa del ricorrente puntualmente rappresentata nel referto della Asl”, il cui referto aveva evidenziato che “Da un punto di vista eziopatogenetico, all’origine del suo disturbo psico-somatico, si è rivelata centrale e determinante il vissuto svalutativo di un ruolo professionale costruito con fatica, sacrificio e abnegazione in quasi trent’anni di servizio eccellente; questo ha minato alla base la sua identità professionale andando ad inquinare le fonti principali della sua motivazione al lavoro e ad incrinare la qualità di alcuni suoi strategici rapporti professionali”.