Per il 2022, il trattamento integrativo di 100 euro, noto anche come nuovo bonus Irpef per distinguerlo dal precedente bonus Renzi (che era originariamente di 80 euro) viene riconosciuto direttamente in busta paga per 12 mensilità (ma in proporzione al periodo lavorato nell’anno, se inferiore).
Fino al 2021 l’ex bonus Renzi da 100 euro veniva concesso ai redditi da lavoro dipendente fino a 28mila euro annui e, in proporzione progressivamente decrescente, ai dipendenti con redditi fino a 40mila euro, fino ad annullarsi oltre tale soglia. Da gennaio 2022, però, le novità introdotte dalla legge di Bilancio hanno modificato i tetti, cambiando anche le tipologie di detrazioni spettanti.
In sostanza, per i redditi fino a 15mila euro annui il bonus Renzi 2022 pari a 100 euro al mese viene riconosciuto in forma totale e, quindi, non cambia nulla rispetto all’anno scorso. Mentre per i redditi fino a 28mila euro il trattamento integrativo viene riconosciuto se la somma di alcune specifiche detrazioni rientra in alcuni parametri.
Più precisamente, il bonus Renzi 2022 viene calcolato (per la fascia da 15mila a 28mila euro annui) tenendo conto dei nuovi scaglioni Irpef entrati in vigore nel 2022, sulla base dei quali viene calcolato il debito d’imposta Irpef in base all’ammontare dei redditi. Sull’Irpef dovuta, e ancora teorica, si applicano le detrazioni, a partire da quella per lavoro dipendente fino a quelle che potrebbero essere per le spese mediche sostenute o per gli interessi sul mutuo.
L’ammontare bonus Renzi 2022 che spetta ad ogni lavoratore dipendente è calcolato in misura pari alla quota di detrazione non fruibile per incapienza. L’importo del trattamento integrativo in busta paga – per i contribuenti che non ne beneficiano in misura piena, ovvero per quelli con redditi compresi tra 15mila e 28mila euro – è pari alla differenza tra la somma delle detrazioni d’imposta spettanti e l’imposta lorda dovuta. Tutto ciò fermo restando il limite massimo di 1.200 euro annui, che non è superabile.