Buono vestiario: spetta a tutti coloro i quali lavorano in abiti civili; va garantita qualità adeguata ed uniforme su tutto il territorio.

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    Dopo che, nelle ultime settimane, si sono moltiplicate le segnalazioni di molteplici problematiche relative alla distribuzione di abiti civili al personale di tutti i ruoli e qualifiche che è autorizzato a non vestire la divisa in servizio, è stato chiesto ed ottenuto un incontro con Dipartimento della pubblica sicurezza, che si è tenuto stamane con una delegazione formata dal direttore dell’Ufficio per le relazioni sindacali Ricciardi ed i rappresentanti delle direzioni centrali interessate.

    In estrema sintesi abbiamo raggruppato dette problematiche in due grandi categorie:

    1. da un lato l’illogica negazione del diritto a svariate categorie di personale che espleta servizio in abiti civili sulla base di quanto riportato sull’ordine di servizio che avviene in molte realtà, creando altresì sperequazioni anche tra province limitrofe in base alle diverse interpretazioni ivi adottate;
    2. dall’altro la generalizzata carenza di scelta – e comunque di qualità – del materiale acquistato dalle prefetture, peraltro con modalità che hanno spesso sollevato fortissime perplessità riconducibili anche ai diversi importi di cui di fatto ciascun operatore ha potuto fruire nelle varie realtà territoriali.

    A corollario della denuncia delle criticità abbiamo chiesto di conoscere l’esatta entità dello stanziamento disponibile, il numero complessivo dei beneficiari e la somma il cui equivalente avrebbe dovuto essere distribuito a ciascun avente diritto, apprendendo che 1.750.000 euro sono stati distribuiti a 16.465 operatori, a ciascuno dei quali sarebbero spettati dunque capi di vestiario per un controvalore di 106,2861 euro.

    Per fare chiarezza sul primo aspetto abbiamo rivendicato l’emanazione in tempi brevi di direttive centrali, analitiche e dettagliate, per estendere in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale il riconoscimento del diritto a tutto il personale comandato di servizio in abiti civili mediante l’emissione di una circolare, a firma del Capo della Polizia, titolare appunto di tale facoltà in base ai dettami del decreto ministeriale.

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    Nella stessa circolare, oltre a definire in maniera univoca, uniforme ed inequivocabile chi dovrà beneficiare del buono vestiario, dovranno altresì essere individuate nuove modalità di appalto delle forniture che diano a ciascun interessato la possibilità di acquistare capi idonei alle proprie esigenze lavorative che abbiano caratteristiche merceologiche adeguate ed uniformi dalla Valle d’Aosta alla Sicilia.

    Per raggiungere quest’ultimo risultato, richiamando gli accordi di massima già intervenuti nella riunione tenutasi circa un anno e mezzo fa alla presenza dell’allora Vice Capo della Polizia con funzioni vicarie, per l’esattezza il 4 luglio 2014, l’unico strumento valido è rappresentato dall’individuazione, tramite una gara di appalto nazionale effettuata dal Dipartimento – di un unico fornitore che sia in grado di garantire la stessa ampia scelta di idonei capi d’abbigliamento – di foggia classica e sportiva – sull’intero territorio nazionale.

    L’Amministrazione si è impegnata ad aderire in tempi brevi a tutte le suesposte rivendicazioni, per cui elaborerà una bozza di circolare che ci invierà per ricevere le nostre osservazioni, da discutere in una nuova riunione e poi procedere, già per la fornitura 2016, sia allargando il riconoscimento del diritto anche mediante l’innalzamento dello stanziamento, cosa tecnicamente fattibile all’interno del capitolo 2679, sia effettuando una gara d’appalto nazionale, consentendo così la più ampia scelta possibile insieme alla distribuzione di materiale di qualità uniforme ed adeguata in tutto il territorio nazionale.

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