Il Siulp chiede la revisione dei tempi di permanenza per i trasferimenti di sede

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Riportiamo il testo della nota inviata dalla Segreteria Nazionale al Pref. Vittorio Pisani, Capo della Polizia – Direttore Generale della P.S., il 3 luglio u.s.:

Signor Capo della Polizia,

Siamo con la presente a riproporre parte delle riflessioni già sviluppate in occasione del dibattito parlamentare relativo alla discussione del DDL 1053, che contempla, per quanto a noi più interessa, anche un’ipotesi di modifica, in peius, della disciplina dei trasferimenti del personale di ciascun ruolo neo-assegnato al termine del corso di formazione.

Per ribadire come, a nostro sommesso avviso, sussistano le condizioni – e a ben vedere, per quanto appresso chiariremo, anche l’esigenza – di intervenire rimodulando, in senso opposto a quello immaginato dal testo in discussione alle Camere, l’istituto in menzione.

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In primo luogo, perché, come noto, la più parte degli stabili della Polizia di Stato non è munito di adeguata capacità alloggiativa, e per l’effetto non è possibile assicurare ai neo assegnati una adeguata sistemazione, costringendoli a ricercare nel libero mercato un alloggio che in alcune realtà, soprattutto quelle metropolitane che assorbono una cospicua aliquota degli interessati, presenta costi proibitivi anche nella cintura periferica della conurbazione. A ciò si aggiunge la necessità di dotarsi di un mezzo di trasporto privato nei non infrequenti casi in cui il tragitto per raggiungere la sede di lavoro non è servito da mezzi pubblici per poter raggiungere il posto di lavoro.

Tali gravami, rilevanti a prescindere dal ruolo di appartenenza, sono particolarmente opprimenti per i vincitori di concorsi interni c.d. perdenti sede, e cioè, essenzialmente, i neo Vice Ispettori. Ciò in quanto si tratta di operatori con una pregressa apprezzabile anzianità di servizio e che, in generale, nella sede di origine presso cui in precedenza prestavano servizio nelle more della procedura concorsuale, hanno consolidato relazioni famigliari, con prole e onerosi mutui a carico.

In definitiva la disarmonia che intendiamo denunciare è quella che vede centinaia di operatori che hanno ottenuto una agognata progressione di carriera passando per selettive procedure concorsuali, e con accesso a posizioni lavorative apparentemente più gratificanti, di fronte all’alternativa tra l’accettare la dolorosa prospettiva di anni di attesa lontani dai propri affetti – con dispendio delle tutt’altro che marginali risorse patrimoniali – o il dover rinunciare al traguardo professionale meritoriamente raggiunto.

Un disequilibrio per rimediare al quale basterebbe, ad esempio, togliere l’angusto vincolo della permanenza minima, attuando un turn over cadenzato in ragione dell’immissione in servizio dei vincitori dei successivi concorsi – interni o meno che siano – per Vice Ispettori. Si riuscirebbe così ad assicurare un bilanciamento tra le esigenze dell’Amministrazione, orientate alla copertura di carenze organiche di determinate sedi, e quelle del personale, che beneficerebbe di una riduzione delle disutilità da sopportare, con correlati positivi risvolti in termini di maggiore propensione al momentaneo sacrificio, non disgiunte dalle favorevoli ricadute sulla quotidianità lavorativa.

In definitiva sono molteplici i versanti che autorizzano a considerare come ottimale la prospettata soluzione, che potrebbe essere attuata in via sperimentale con il temporaneo congelamento degli effetti dell’art. 55, co. 1, del DPR 335/1982, aprendo la mobilità per tutti i ruoli in corrispondenza dell’uscita dai prossimi corsi di formazione.

Una opzione che a ben vedere non è affatto inedita, essendo stata già attuata in concomitanza con il Giubileo straordinario del 2017. E proprio l’imminente avvio delle celebrazioni del prossimo periodo giubilare offre i presupposti per poter immaginare la riproposizione della deroga già positivamente testata nel recente passato.

Confidando nella consueta sensibilità per i temi che interessano il benessere lavorativo del personale, auspichiamo che la nostra sollecitazione possa essere apprezzata dall’Autorevole istanza cui la presente è destinata.”

 

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