La verità sulla pensione dei poliziotti, le bugie hanno le gambe corte

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    comunicato congiunto

    Piovono meteoriti sulla terra, il sole si spegne, la luna si scontra con il pianeta, la fregatura, come la chiama GianSapPinocchio -0.2 era prevista, ma cosa fa per risolvere i problemi oltre che essere un indovino? È in gita per l’Italia con il camper di Mastro Geppetto in compagnia dei suoi burattini. Ciò premesso, Il DDL di stabilità 2015, con la modifica apportata dall’emendamento Camera all’art. 44/bis (misure in materia di trattamenti pensionistici) ad integrazione dell’art. 24 c. 2 del D.l. 22 dicembre 2011 n. 201 convertito in legge 22 dicembre 2011 n. 214 (legge Fornero), prevede per tutto il mondo del lavoro una revisione della misura del trattamento pensionistico, che, laddove approvato da ambo rami del Parlamento, interesserà solo un’aliquota del personale di Polizia, ovvero chi al 31/12/1995 aveva 18 anni di contributi e aveva fino alla riforma pensionistica Fornero il calcolo del trattamento previdenziale effettuato sulla base delle retribuzioni percepite (sistema retributivo). Infatti, il predetto personale, con l’introduzione del sistema contributivo per tutti, ha avuto, qualora collocato in quiescenza dal 1° gennaio 2012, la possibilità di percepire una pensione che poteva ammontare anche oltre il massimo previsto dal nostro ordinamento previdenziale, quindi oltre l’80% della base pensionabile.

    Per essere ancora più chiari, chi è andato in pensione entro il 31/12/2011 con il massimo della contribuzione, ha percepito come trattamento pensionistico il 13% in più dell’ultimo stipendio.

    L’introduzione del sistema contributivo per il personale che originariamente era destinatario del sistema retributivo (circa 6000 poliziotti sono in questa situazione) prevede una pensione con qualche decina di euro in più e non delle cifre sparate impropriamente da sappinocchio 2.0 .

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    Va ricordato, comunque, che quando è iniziata la riforma delle pensioni con la Legge Dini (nr. 335/95) l’obiettivo di tutti era conservare il vecchio sistema retributivo. Cosa che a questi colleghi viene garantita

    La norma quindi, ha previsto per tutti i lavoratori italiani che il trattamento pensionistico non possa essere superiore al massimo previsto, e quindi nel nostro caso l’80% della base pensionabile.

    In conclusione anche in questo caso il sappinocchio2.0 cerca di fare terrorismo! Facendo passare per novità una norma già prevista originariamente e conosciuta nel 2011 che aveva come obiettivo di evitare, a parità di requisiti, pensioni disomogenee per il personale della Polizia di Stato e non solo.  Si inventano pasticci per addossare la colpa a quei Sindacati che, con una seria e responsabile azione hanno conseguito lo sblocco economico, nel tentativo di accreditare la tesi che il tetto salariale è stato eliminato mettendo le mani in tasca ai colleghi attraverso un patto scellerato. Tale argomento è più falso di un soldo bucato. Sappinocchio dimentica, mistificando la realtà, che l’emendamento del governo in tema previdenziale colpisce tutti e non certo solo il personale del comparto sicurezza.

    Anzi, senza essere degli oracoli, siamo pronti a scommettere che la correzione che ha cancellato i benefici prodotti dalla legge Fornero sarebbe stata adottata anche se non ci fosse stato lo sblocco del tetto salariale. Detto questo, non possiamo accettare che il Governo modifichi il sistema pensionistico senza sentire, pur essendo previsto dalla legge, le parti sindacali. Si penalizzano, così, coloro che avevano 18 anni di contributi alla data del 31.12.1995, che con la riforma Fornero avrebbero usufruito di un incremento pensionistico, mentre il provvedimento governativo fa rivivere per essi la normativa applicata precedentemente, in base alla quale il trattamento previdenziale si determina attraverso il solo sistema retributivo, senza il ricalcolo dei montanti contributivi.

    Nulla cambia per coloro che sono già destinatari del sistema misto o del contributivo puro, mentre per coloro che sono andati in pensione dopo il 2012 e destinatari in origine del sistema retributivo l’eventuale modifica avrà efficacia dal 1.1.2015 con un riesame dei trattamenti erogati, ma non con il recupero retroattivo.

    In ogni caso è necessario precisare che se dovesse essere applicata nel nostro ordinamento, aspetto questo gravato da forte illegittimità, data la specificità del comparto riconosciuta per legge, determinerebbe anche una disincentivazione a permanere in servizio da parte degli interessati, con effetti negativi che si aggiungono alla mancanza del turnover.

    Stiamo producendo argomentate osservazioni al testo in discussione al Senato (che a breve pubblicheremo), e già chiesto di essere sentiti in Parlamento per far valere i diritti acquisiti dei poliziotti, non si può giocare con la pelle dei colleghi e con le loro aspettative di vita.

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