POLIZIA: SIULP, GIU’ LE MANI DA ISTITUZIONE E MANGANELLI

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POLIZIA: SIULP, GIU’ LE MANI DA ISTITUZIONE E MANGANELLI
IMPORRE NUOVO CAPO NON POLIZIOTTO SCELTA DESTABILIZZANTE E MIOPE

(ANSA) – ROMA, 15 MAR – “Giù le mani dalla polizia e dal suo capo Manganelli”. E’ quanto afferma il segretario del Siulp Felice Romano criticando chi si muove per un avvicendamento al vertice della polizia, “sottobanco e alle spalle” dell’attuale capo del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, ricoverato da una decina di giorni in ospedale per un’edema cerebrale.
“In un momento estremamente delicato nessuno pensi di costituire scenari di avvicendamenti e di ‘rivoluzione’ ai vertici della Polizia senza il confronto necessario con chi rappresenta i poliziotti italiani – dice Romano – La salvaguardia dell’efficienza e dell’efficacia della Polizia e della sua azione insostituibile non può prescindere da chi è chiamato a rivestire la più alta responsabilità, quella di capo e di direttore generale della P.S. che ad oggi, nonostante le funeste previsioni di qualche regista più o meno occulto è ancora in capo al prefetto Antonio Manganelli”.
“Tralasciando ogni considerazione sull’etica e sulla morale anche istituzionale di chi si muove sottobanco e alle spalle di chi ha servito il Paese in modo esemplare – avverte Romano – è bene che tutti coloro i quali sono stati protagonisti dello scenario sappiano che la scelta del capo della Polizia va operata solo quando quello in carica è impossibilitato a continuare, direttamente o tramite il suo vicario e solo da chi ne ha piena e legittima facoltà. Giacché una scelta così importante e delicata non può essere determinata da chi è già al termine del mandato ma solo da un quadro istituzionale pienamente legittimato dalla volontà degli italiani”. Senza contare che “imporre, per mere logiche di parte o di interessi non meglio specificati che nulla hanno a che vedere con i poliziotti e con la sicurezza del paese, un capo della Polizia non poliziotto, sarebbe una scelta destabilizzante sotto il profilo organizzativo e miope dal punto di vista politico”.

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