Riapertura presidi presso ospedali imprescindibile per arginare violenza

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SANITÀ: Romano (SIULP), plauso all’iniziativa del Ministro Piantedosi per tutela sanitari. Riapertura presidi presso ospedali imprescindibile per arginare violenza.

Esprimiamo vivo apprezzamento per l’iniziativa con la quale il Ministro dell’Interno Piantedosi ha deciso di monitorare i plessi ospedalieri dove maggiore è risultata l’incidenza delle aggressioni perpetrate nei confronti del personale sanitario, per istituire, o rafforzare, nuovi presidi della Polizia di Stato in grado di contrastare questa insana deriva.

Un incoraggiante segnale di attenzione per le categorie di lavoratori impegnati nelle c.d. helping professions che, come il Siulp denuncia da anni, si trovano indifesi, anche dal punto di vista normativo, rispetto all’iperbole di violenze scaricate su incolpevoli servitori dello Stato complice la certezza di una totale impunità di fatto. Motivo che ha spinto il Siulp a promuovere, tra l’altro, una raccolta di firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare con la quale assicurare una pena certa ed immediata in grado di dissuadere questa incontrollata barbarie.

Così in una nota Felice ROMANO, Segretario generale del SIULP commenta l’annuncio del Ministro Piantedosi circa le direttive per contrastare le forme di violenza in danno dei sanitari.

Una barbarie, sottolinea il sindacalista, che vede il solo personale in uniforme patire un’aggressione ogni 3 ore e che, se rapportata a tutti gli appartenenti alle helping profession (sanitari, professori, autisti di mezzi pubblici, ecc. ecc.), scende ad una ogni 3 minuti

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Ma l’attuazione concreta della soluzione individuata dal Ministro, per evitare che vada ad infrangersi contro gli insidiosi scogli delle criticità di sistema, richiede un aumento della dotazione di operatori della Polizia di Stato da destinare ai presidi presso le strutture sanitarie e che gli stessi abbiano una comprovata professionalità ed esperienza da ufficiali di P.G..-

Figura, questa, oggi sempre meno presente nei nostri organici per l’emorragia dovuta ai pensionamenti che, entro il 2030 saranno oltre 40mila a fronte di circa 20mila nuove immissioni che l’attuale sistema ci consente di poter formare atteso che, per le dissennate scelte del recente passato operate con la spending review, gli Istituti di formazione della Polizia di Stato riescono oggi ad assicurare l’immissione di neo Agenti in misura massima di 3500 unità all’anno. Questo significa che non viene garantito nemmeno il reintegro del turn over, atteso che nel solo 2022, a causa del raggiungimento del limite di età ordinamentale, sono cessati dal servizio attivo circa 4800 operatori mentre per quest’anno il numero previsto e di circa 6200 unità. Da questo la richiesta di implementare il sistema delle scuole di formazione contenuto nell’emendamento presentato sulla legge di stabilità e stralciato nonostante il costo contenuto di soli 7 milioni di euro.

Ecco perché, nell’esprimere l’incondizionato plauso per la pregevole capacità del Ministro dell’Interno di aver saputo intercettare i bisogni e le necessità dei lavoratori maggiormente esposti alle insidie di allarmanti derive sociali, e con l’auspicio che anche il Legislatore sappia farsi carico dell’adozione delle competenti misure normative finalizzate a disincentivare le gratuite forme di violenza verso chi serve e rappresenta lo Stato e le Istituzioni, confidiamo che questa rinnovata attenzione per le peculiari categorie professionali interessate incontri la piena condivisione di tutte le forze politiche dell’arco parlamentare anche in concreto e non solo nelle enunciazioni di principio o negli spot elettorali.

Roma 17 gennaio 2023

PDF COMUNICATO

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