Selezione di personale per il fabbisogno della “Task Force Immigrazione”. Osservazioni critiche circa il limite anagrafico previsto
Riportiamo il testo della lettera inviata al Dipartimento della P.S. in data 15 giugno u.s.:
“Con nota dello scorso 11 giugno la Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, nell’ambito del potenziamento della c.d. “Task force immigrazione”, premesso il “crescente fabbisogno informativo necessario ad una più approfondita analisi del fenomeno migratorio”, ha fornito indicazioni per l’acquisizione delle candidature del personale interessato ad entrare a far parte del circuito in questione.
La circolare, che individua nel bacino delle Questure e delle Zone della Polizia di Frontiera gli uffici chiamati a contribuire alla raccolta delle candidature, che avverrà valutando il curriculum degli interessati ed eventuale successiva convocazione per un colloquio preventivo, finalizzato anche a verificare l’effettiva conoscenza della lingua inglese, prevede una serie di requisiti obbligatori che opportunamente valorizzano i profili professionali con pregressa consolidata esperienza negli Uffici Immigrazione o nell’ambito della Polizia di Frontiera.
Posto che quanto precede corrisponde a criteri in linea di massima condivisibili, desta invece perplessità la previsione dell’età massima di 50 anni alla data del 30 giugno 2021, limite che la circolare giustifica “in considerazione della peculiare attività svolta dal team leader”, che sarebbe la figura che andrebbero a ricoprire i dipendenti selezionati.
Atteso che la mansione di coordinamento di un gruppo di lavoro non sembra richiedere una particolare prestanza e/o efficienza fisica, e che si farebbe a questo punto fatica a spiegare come mai una simile soglia di età non sia prevista per la generalità degli uffici e dei reparti vocati ad una proiezione operativa quotidiana, pare di poter dire che un operatore di consolidata maturità anagrafica sarebbe più indicato a ricoprire ruoli quali quello di cui siamo a discutere.
Da altro punto di vista ci sembra paradossale che con un’età media della piramide generazionale che vede la categoria degli ultracinquantenni particolarmente rappresentata, si immagini un reclutamento di personale relativamente più giovane. E questo quando, per quanto è dato capire, l’impiego eventuale, essendo le competenze necessarie date per accertate, avverrebbe senza alcun percorso di formazione o di aggiornamento.
E pertanto, se da un lato non si porrebbe nemmeno la questione di investire risorse su dipendenti con una permanenza in servizio attesa di non lunga durata, dall’altro si preclude l’opportunità di avvalersi del contributo di personale particolarmente qualificato per quello specifico ruolo in ragione di un vincolo che, da qualunque parte lo si voglia guardare, non convince.
Si chiede pertanto all’Organo di mediazione in indirizzo di stimolare un ripensamento che possa rimuovere la preclusione di cui, anche raccogliendo le impressioni dei potenziali interessati, siamo a lamentarci.