Assenze per malattie del personale della Polizia di Stato – visite fiscali – Articolo 18 del D.lgs n. 75/2017 e Decreto n. 206 del 17 ottobre 2017 – sollecito risposta a nota prot. 3.10/760/ic/2023 del 21 settembre 2023
il 21 settembre scorso è stata inviata la nota, che a ogni buon fine si allega, con la quale si chiedevano urgenti e definitivi chiarimenti in merito alla mancata applicazione al personale della Polizia di Stato del DPCM n. 206 del 17 ottobre 2017, con riferimento alle competenze del polo unico INPS per le visite fiscali.
Nella nota si evidenziava come, a seguito di un accesso agli atti richiesto in data 26 luglio 2023, questa O.S. avesse acquisito una copiosa documentazione costituita da circolari e note relative alla corrispondenza con uffici periferici, riguardanti la materia delle visite fiscali per i lavoratori della Polizia di Stato, da cui emergeva l’intento di pervenire, dopo un confronto con l’INPS, alla formulazione di un’apposita disciplina regolatoria per rendere applicabile ai lavoratori della Polizia di Stato la disciplina prevista dall’art. 18 D.Lgs. 75/2017, che attribuisce al Polo Unico INPS, in via esclusiva il compito di eseguire accertamenti medico-legali sui dipendenti assenti dal servizio per malattia sia nel settore pubblico e sia privato, sulla base di previsioni legislative, confermate, peraltro, dalla Ragioneria Generale dello Stato attraverso la circolare del 25 marzo 2019.
Trattandosi di una necessità ineludibile, atteso che la stessa INPS con il messaggio n. 2109 del 3 giugno 2019 ha chiarito che il personale della Polizia di Stato, al pari di quello delle altre amministrazioni del comparto sicurezza, debba considerarsi assoggettato alla normativa sul polo unico di medicina fiscale, non si comprendono le ragioni della persistenza di un atteggiamento reticente e dilatorio da parte di codesta Amministrazione che serba un insopportabile silenzio anche rispetto all’attivazione delle modalità telematiche di trasmissione delle certificazioni mediche, in attesa delle quali non appare più sostenibile la tesi dell’esclusiva competenza dei servizi sanitari interni in materia di medicina fiscale, come invece affermato nella nota del Servizio Ordinamento n. 333-0RD/prot.n.2596 in data 5 luglio 2022.
Alla questione della trasmissione telematica dei certificati medici è collegata quella ancor più dirimente dell’attuazione dei precetti legislativi che riguardano la protezione dei dati personali dei lavoratori, con particolare riferimento a quelli sensibili e alla conformità, al rispetto della privacy, dell’attuale procedura relativa alla trattazione dei dati sanitari e all’obbligo di indicare anche la diagnosi nei certificati medici trasmessi dal personale.
Riteniamo intollerabile il ricorso a richiami assolutamente inconferenti per giustificare la circolazione, all’interno dei nostri uffici, di certificazioni mediche, richieste al personale in occasione di assenza per malattia, contenenti oltre alla prognosi anche la diagnosi e la loro annotazione negli atti matricolari o “in appendice” agli stessi.
Non è concepibile che il dipendente che si assenti per curare una disfunzione sessuale o a causa di un ciclo mestruale debba renderne edotta l’amministrazione attraverso la pubblicità di un dato tanto delicato quanto assolutamente irrilevante per la gestione del rapporto di lavoro.
Al riguardo, facciamo appello alla sensibilità che Ella ha sempre dimostrato rispetto all’esigenza di evitare al personale, situazioni di disagio derivanti dal fatto di dover rendere note vicende personali concernenti lo stato di salute, che di per sé sono già fonte di difficoltà a livello emotivo e psicologico.
Inoltre, e non ultima, vogliamo ribadire l’esigenza di riconoscere la dovuta considerazione al ruolo della prima organizzazione sindacale del Comparto Sicurezza atteso che, a circa sei mesi di distanza, si registra l’assenza di risposta ad una richiesta di chiarimenti inoltrata ai responsabili di ben tre uffici del Dipartimento della P.S..
Infine, sempre in relazione alla trattazione dei dati sensibili, si fa presente che, in ultimo, l’Amministrazione ha aggravato la situazione autorizzando l’inserimento nel sistema MipgWeb/Pec delle certificazioni sanitarie, evidenziando macroscopiche criticità sotto il profilo del rispetto della privacy e della violazione della riservatezza con riferimento, in particolare, proprio ai dati diagnostici ultra sensibili presenti nei certificati medici che i singoli dipendenti sono costretti a scannerizzare ed a trasmettere attraverso messaggi di posta elettronica che, una volta inseriti nel sistema, hanno una visibilità generale risultando accessibili anche a personale non abilitato alla trattazione di dati sanitari.
Tanto premesso, si prega di favorire l’urgente e rapido riscontro alla nota di questa Segreteria datata 21 settembre 2023.
Il Segretario Generale
Felice Romano