Tavolo per la prevenzione e gestione delle situazioni di disagio per il personale della Polizia di Stato – Esito riunione
Il giorno 20 ottobre u.s. presso il Palazzo del Viminale, si è riunito il Tavolo Permanente per la Prevenzione e Gestione delle situazioni di Disagio per il personale della Polizia di Stato alla presenza del Capo della Polizia Prefetto Lamberto Giannini.
La numerosa delegazione dell’Amministrazione era composta dai vertici del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, tra i quali il Vice Capo Vicario Pref. Maria Luisa Pellizzari, il Vice Capo Vicario Pref. Stefano Gambacurta, il Direttore della Segreteria del Dipartimento, Pref. Sergio Bracco, Il Direttore Centrale della Direzione Centrale di Sanità Fabrizio Ciprani, il Direttore Centrale per gli Affari Generali e per le Politiche del Personale della Polizia di Stato, Pref. Giuseppe Scandone ed il Direttore dell’Ufficio Relazioni Sindacali, Vice Pref. Maria De Bartolomeis.
Il Capo della Polizia ha voluto convocare il tavolo di confronto per il grave fenomeno suicidario che sta interessando il Comparto Sicurezza-Difesa e naturalmente anche la Polizia di Stato.
Durante il costruttivo e articolato confronto ci è stato rappresentato che dal monitoraggio è emerso che, purtroppo, nell’anno 2022 abbiamo registrato l’impressionante numero di 19 casi di suicidio tra i poliziotti. L’Amministrazione ha rappresentato tale andamento sarebbe in linea con il trend nazionale sul grave fenomeno sociale che interessa tutta la nostra popolazione, colpita indifferentemente ad ogni fascia di età, soprattutto in questo delicatissimo periodo storico, caratterizzato da incertezza ed inquietudine. Infatti, secondo uno studio effettuato dall’O.M.S., dal 1945 ad oggi, il numero dei suicidi nella popolazione mondiale è aumentato del 65% in tutto il mondo, che il suicidio è considerato una delle tre principali cause di morte fra gli individui di età compresa tra i 15 e i 44 anni, in entrambi i sessi, e che in Italia invece, si registrano ogni anno circa 4.000 morti per suicidio. La stessa O.M.S. sostiene che prevenire il suicidio deve diventare un imperativo globale ponendo come priorità la sua prevenzione e l’aumento della consapevolezza sulla problematica deve portare alla predisposizione di programmi politici nei quali il suicidio venga considerato come un problema di salute pubblica. Una condizione confermata dal rapporto dell’Osservatorio nazionale che ha dichiarato le Forze di polizia e i detenuti le prime due categorie a più forte rischio suicidario. Per noi caratterizzata anche dal fatto che la nostra categoria lavora quotidianamente con un’arma al proprio fianco.
In tale ambito, il Capo della Polizia, coinvolgendo le OO.SS., ha dichiarato di voler proseguire celermente il programma già iniziato negli ultimi anni, anche attraverso la costituzione del Tavolo sul Disagio, che sarà calendarizzato con maggiore e costate frequenza, ponendo come parola d’ordine nell’agenda dei lavori quella di informare il più possibile il personale del fatto che quando si è in difficoltà bisogna parlarne senza indugi con chiunque, e sulle iniziative che l’Amministrazione ha già̀ messo in atto, ricordando il servizio di supporto psicologico on line “Insieme Possiamo” attivato attraverso il portale “Doppia Vela”, o quelli che ha messo in cantiere quali:
- Un numero verde al quale rivolgersi per assistenza e consulenza su eventuali criticità che il personale sta affrontando;
- Inserire nelle materie di formazione e aggiornamento professionale la questione suicidi e come informare e formare i colleghi a riconoscere eventuali segnali di allarme e come comportarsi, compresi i dirigenti;
- Stipulare una nuova convenzione con l’ordine degli psicologi per assistenza a chi ne dovesse avvertire la necessità;
- Formare di nuovo la figura del “PARI” per avere più sentinelle possibile che possano registrare segnali di criticità o affiancare coloro che richiedono ausilio perché in difficoltà;
- Definizione delle linee guida per la gestione degli eventi che comportano stress, dagli interventi su incidenti stradali o gravi fatti quali conflitti a fuoco o come informare i familiari per la perdita di un loro caro ecc. ecc., che saranno poi distribuite a tutti in formato libro tascabile.
Dalle cose rappresentate, il SIULP nel premettere che la risorsa umana è il primo prezioso bene della nostra amministrazione e che, al pari di come l’Istituzione si è impegnata a dare risposte e ascolto all’utenza esterna, l’utenza interna merita pari dignità e attenzione. Nel prosieguo, condividendo l’esigenza e l’urgenza di rivedere una serie di questioni, anche quelle attinenti all’arruolamento, la formazione e l’aggiornamento del personale, ha sottolineato come la vera e prima questione che bisogna affrontare è quella informativa ma soprattutto culturale. Giacché, oggi, non si può negare l’evidente vuoto riferito alle azioni di buone prassi informative e formative volte a far maturare la consapevolezza che i poliziotti sono persone e, in quanto tali, sebbene indossino l’uniforme, non sono né invincibili, né invulnerabili, né immuni da tutte le emozioni e gli stati d’animo che sono propri di ogni essere umano. Ne consegue che i momenti di difficoltà sono, e in tal senso vanno considerati, elementi della nostra vita ordinaria che ci possono accompagnare, come accade per tutta la popolazione, e che, se affrontati con consapevolezza e i giusti percorsi, non solo si superano con maggiore facilità ma aiutano anche a crescere e rafforzare la propria personalità, la professionalità e il senso del proprio essere e del proprio agire, come singolo e come appartenente all’Istituzione. In tal senso, allora, diventa importante e fondamentale creare una “RETE”, preceduta e accompagnata da una idonea campagna informativa, che faccia comprendere ai colleghi che essa non è una gabbia nella quale sentirsi intrappolati e da cui si esce solo con dei danni, ma un sistema di sostegno, tutela e affiancamento ogni qualvolta ci si trova in difficoltà, a prescindere da quale sia l’origine della stessa, giacché quella rete aiuta a supportare ogni singolo ad affrontare e risolvere le problematiche.
Ecco perché il SIULP ha rivendicato, voluto e sostenuto un nuovo testo dell’articolo 48. Una norma, sinora, vissuta come una ghigliottina, e in quanto tale ha spinto tutti a non rappresentare le difficoltà, che dava il colpo mortale proprio nel momento di maggiore fragilità e bisogno. Per questo abbiamo salutato con favore l’approvazione del 48 bis, pur lamentando l’assurdo e lento iter che è occorso per la sua definitiva operatività senza disconoscere lo sforzo che l’Amministrazione ha operato considerato le diffidenze e le censure che si sono incontrate.
In ambito della formazione, addestramento e aggiornamento del personale, compreso il ruolo dirigenziale, abbiamo rivendicato l’introduzione del tema “disagio psicologico” nei programmi addestrativi e di aggiornamento al fine di rendere palese che l’Amministrazione ritiene questa fase una ordinaria condizione nella quale ognuno può ritrovarsi e per la quale si ha necessità di essere supportati e assistiti. Non di meno per rafforzare quella consapevolezza attraverso una costante e permanente campagna formativa e informativa delle prassi delle pratiche delle buone maniere con cui affrontare questi particolari momenti.
In tal senso si inquadra l’iniziativa che vedrà, a breve, sul Tavolo Permanente della Sicurezza sui luoghi di lavoro la discussione per la valutazione, insieme alle organizzazioni sindacali, di un “vademecum” operativo che aiuterà tutti i colleghi e i datori di lavoro che si troveranno a dover gestire situazioni traumatiche, dal dover dare la notizia ai parenti dell’avvenuto decesso di un proprio caro in incidente stradale, alla gestione di eventi estremi come quelli di un atto suicidario. Non solo, nel compendio vi saranno anche le indicazioni per attivare, senz’alcun ritardo le dovute procedure d’ascolto e supporto psicologico ai colleghi interessati, a partire dalla figura del Pari che saranno nuovamente formati in tutto il territorio. Ricordiamo che per poter accedere al corso di Pari è necessario che il collega abbia avuto esperienza, direttamente o anche solo per ragioni di lavoro, di situazioni analoghe.
Per quanto riguarda l’introduzione dell’articolo 48 bis nel DPR 782/85, è stato confermato che, finalmente, l’iter legislativo è terminato e, una volta ottenuta la “bollinatura”, entrerà, si presume verso la fine del 2022, in vigore.
Il “48 bis”, fatta eccezione alcune situazioni di revanscismo come quelle denunciate che si stanno verificando nella questura di Ancona e per le quali è stato richiesto l’intervento del Dipartimento a garanzia della liceità delle procedure attività oltre che il rispetto degli obiettivi perseguiti, rappresenterà, con l’opportuna campagna informativa e formativa decisa nel corso dell’incontro, “chiave di volta” che mancava per introdurre, in modo funzionale, la consapevolezza che richiedere l’ausilio dello psicologo non solo è ordinario e rientra nella normalità per chi come i poliziotti effettuano una professione d’aiuto vivendo drammi quotidiani, alcuni anche sconvolgenti, ma che il ruolo fondamentale dello psicologo nella gestione delle risorse umane, così come previsto dalla è psicologia del lavoro, è un fatto ordinario e fondamentale anche nella Polizia di Stato.
Condividendo tale principio, e di seguito a quanto già fatto nel corso del riordino delle carriere nel quale abbiamo rivendicato un aumento degli psicologi di ben 66 unità, l’occasione è servita anche per sensibilizzare l’Amministrazione sia ad effettuare il prima possibile i relativi concorsi per l’assunzione di queste figure, auspicando un unico concorso anche per questioni organizzative e formative, e per aumentare il numero complessivo degli stessi, utilizzando le risorse stanziate per il piano di rafforzamento da attuare entro il 2027. In tal senso abbiamo rivendicato la possibilità di assumere i colleghi che posseggono tale titolo e che sono già integrati in altri ruoli dell’Amministrazione.
In chiusura, pur prendendo atto che le prime cause degli atti suicidari sono riconducibili a questioni economiche, sentimentali/familiari e in ultimo per mancanza di impiego lavorativo o perdita dello stesso, il SIULP ha invitato l’Amministrazione a fare una riflessione importante e centrale per tutte le iniziative che si intraprenderanno. Infatti, se è vero che tra le nostre vittime non ve ne è nessuna collegata direttamente allo svolgimento del lavoro o cause collegate con il servizio espletato, come accaduto per la Guardia di Finanza, non vi è dubbio che gli attuali stipendi e il crescente carovita, accompagnato dal costo degli alloggi e dell’energia, sono sicuramente questioni che, anche se indirettamente, possono provocare disagi economici che sfociano in litigi familiari, con conseguenti separazioni e perita dell’abitazione. Un insieme di situazioni che, stante l’impossibilità ad onorare gli obblighi della separazione, non consentono di poter trovare altro alloggio ferendo la dignità personale e professionale dei colleghi che, peraltro non possono svolgere nemmeno altre attività lavorative pena la decadenza dall’impiego. In tal senso il SIULP ha sollecitato l’Amministrazione a migliorare, con urgenza, le “politiche alloggiative” collettive e anche individuali su tutto il territorio nazionale, giacché un adeguato supporto logistico molto spesso riesce a lenire considerevolmente lo stato di disagio del personale con criticità di tipo familiare ma anche a fidelizzare lo stesso nel territorio dove prestano servizio.
L’Amministrazione condividendo e facendo proprie le rivendicazioni del SIULP, ha concluso la riunione accogliendo la proposta di una precisa cadenza mensile alle prossime riunioni del Tavolo per la prevenzione delle situazioni di disagio per il personale della Polizia di Stato facendo propria la nostra richiesta che questo appuntamento deve diventare la testimonianza di una nuova filosofia e una nuova cultura con cui l’Istituzione, al pari di come fa con quella esterna, intende trattare la propria utenza interna.