Bonus sicurezza
Il Bonus Sicurezza 2025 è una detrazione fiscale legata agli interventi finalizzati a migliorare la sicurezza delle abitazioni private. Non si tratta di un incentivo legato a una ristrutturazione edilizia, anche se può essere cumulato con il Bonus Ristrutturazioni: è infatti un’agevolazione autonoma che premia chi investe in impianti antifurto, videocamere, portoni blindati, inferriate e altri dispositivi di sicurezza passiva.
Possono accedere all’agevolazione del Bonus Sicurezza:
- Proprietari di immobili residenziali
- Titolari di diritti reali (usufrutto, uso, abitazione)
- Inquilini e comodatari, purché sostengano direttamente le spese.
La normativa individua una serie di interventi specifici che possono rientrare nel Bonus Sicurezza.
Sistemi di allarme e antifurto (comprendono sensori, sirene, centraline e dispositivi connessi, anche smart, in grado di rilevare tentativi di intrusione o manomissione).
Videocamere di sorveglianza installate sia all’interno che all’esterno dell’immobile. Sono ammesse anche le telecamere collegate a sistemi digitali di registrazione e controllo remoto.
Porte e portoni blindati, cancelli elettrici o per il rafforzamento delle serrature, inferriate, grate di protezione alle finestre e recinzioni anti-intrusione.
Videocitofoni di nuova generazione, che consentono di controllare gli accessi anche da remoto tramite app.
Casseforti a muro installate in modo fisso e permanente con un intervento documentato con fattura dettagliata, in cui sia chiaramente indicata la tipologia del prodotto e la funzione antieffrazione, pagata con bonifico parlante, come richiesto dalla normativa fiscale per i bonus edilizi.
Le spese per i servizi di vigilanza privata, come il canone di abbonamento a centri di vigilanza o le tariffe per il controllo remoto da parte di operatori professionali, non sono detraibili. Tuttavia, l’acquisto e l’installazione dell’impianto di videosorveglianza collegato possono rientrare nel bonus, purché le fatture siano separate.
L’aliquota prevista per la detrazione è pari al 36% fino al 31 dicembre 2025 con importo massimo di spesa di 48mila euro ad unità immobiliare e la detrazione fiscale si estende in dieci quote annuali di pari importo nel 730 da includere nella dichiarazione dei redditi.
Per pagare le spese da ammettere al bonus sicurezza occorre utilizzare il bonifico parlante bancario o postale, che deve riportare:
la causale del versamento riferita all’art. 16-bis del DPR 917/1986, il codice fiscale del beneficiario della detrazione, la Partita IVA o il Codice Fiscale dell’azienda esecutrice, il numero e la data della fattura.
È consigliabile conservare tutta la documentazione relativa ai lavori (Fatture, ricevute di pagamento, permessi o autorizzazioni amministrative (se richieste), Schede tecniche dei dispositivi installati.
Bonus Sicurezza senza lavori di ristrutturazione
A differenza di molte altre agevolazioni fiscali, il Bonus Sicurezza non è vincolato a interventi di ristrutturazione o riqualificazione edilizia. Si tratta infatti di una detrazione autonoma, che può essere richiesta anche in assenza di lavori edilizi. In pratica, per beneficiare del bonus non è necessario affrontare spese per il rifacimento della casa: è sufficiente installare dispositivi che migliorino la protezione dell’abitazione, come allarmi, videocamere o porte blindate.
Il Bonus Sicurezza è cumulabile con altri incentivi fiscali, a patto che le spese siano separate e documentate in modo distinto. In particolare, è compatibile con Bonus Ristrutturazioni, bonus Mobili ed Elettrodomestici, ecobonus per l’efficientamento energetico.
L’importante è che le voci di spesa non si sovrappongano e che per ciascuna si rispettino le condizioni previste






