Lettera al Ministro dell’interno Piantedosi – Richiesta incontro Urgente

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Al Signor Ministro dell’Interno
Prefetto Piantedosi

Illustrissimo Signor Ministro,

avremmo voluto, quale nostro primo momento di interlocuzione, limitarci a formularLe i migliori
auspici per l’autorevole incarico che è stato chiamato a ricoprire, ed esprimere al contempo la nostra
soddisfazione perché la scelta del massimo responsabile del dicastero chiamato a gestire l’ordine e la
sicurezza pubblica è ricaduta su una persona di indiscussa competenza, verso la quale, non da oggi,
nutriamo profonda stima.

Dobbiamo però mettere da parte ogni rispettosa premura, rompendo gli indugi per chiederLe di
calendarizzare, con ogni consentita urgenza, un incontro nel corso del quale poterLe rappresentare
l’affanno con il quale impattano quotidianamente gli Uffici della Polizia di Stato, alle prese con una
crisi di sistema che, ove non affrontata con tempestività e decisione, è destinata a provocare il collasso
della funzionalità dell’apparato.

Siamo certi che, soprattutto in virtù del suo passato professionale, non le manchino gli strumenti
e la conoscenza per poter padroneggiare al meglio la complessa macchina del Ministero dell’Interno.
Ma riteniamo indifferibile poterci confrontare per offrirLe una articolata serie di riflessioni tutte
convergenti sulla necessità di intervenire presto, e con determinazione, per arginare le molteplici
problematiche che, a causa del susseguirsi di emergenze sanitarie, belliche, economiche e financo
politiche, sono rimaste irrisolte.

Facciamo riferimento, in primo luogo, alle carenze degli organici, usando non a caso il plurale. Da
un lato, infatti, l’assunzione di nuovo personale dei ruoli di base si rivela come la più incombente
delle priorità, atteso il risaputo vuoto che provocherà il prossimo collocamento in quiescenza per
raggiungimento del limite di età di decine di migliaia (circa 40 mila da qui al 2030) operatori. Ma
non può essere trascurata l’altrettanto allarmante voragine che si aprirà, proprio per effetto dei
pensionamenti in questione, nei ruoli intermedi, e segnatamente in quello degli Ispettori, il cui
ricambio viene ostacolato, tra l’altro, da un vincolo normativo che dispone la riserva del 50% dei
posti disponibili per i concorsi pubblici. I vincitori dei quali, tra i tempi di svolgimento del concorso
e la lunga fase di formazione, impiegano non meno di 4 anni prima di entrare effettivamente in
servizio. In altri termini, a fronte di un organico che accusa oggi un deficit di circa la metà delle 24
mila unità previste, in breve si sprofonderà al di sotto del baratro dei 10 mila ispettori. Il che spiega
la nostra determinazione nel rivendicare una mirata revisione ordinamentale che superi gli attuali
ostacoli legislativi, anche attraverso formule di semplificazione delle procedure concorsuali interne
che possano accelerare il ricambio di irrinunciabili figure professionali preposte a fare da cerniera
nella catena di trasmissione dell’organizzazione dei servizi.

L’inquietante panorama delle carenze organiche viene poi aggravato da incomprensibili ritardi
nell’adeguamento tecnologico e nell’approvvigionamento di materiali, acuiti dal disallineamento tra
le potenzialità operative e le modifiche legislative. Basti qui ricordare come, a causa
dell’obsolescenza del sistema di verifica delle identità dei soggetti controllati (c.d. SPAID), gli
equipaggi delle Volanti debbano trascorrere interi turni di servizio per la vigilanza di fermati in attesa
dell’intervento del personale della Polizia Scientifica, i cui accertamenti risultano essere ora, stantela nuova stesura dell’art. 349 cpp, ineludibili.

Il quaderno delle doglianze di chi rappresenta un considerevole numero di operatori ci impone
invero di non tralasciare lo spinoso tema della scarsità delle risorse messe a disposizione per i rinnovi
contrattuali e per gli istituti di tutela del personale. Crediamo non si debba ulteriormente approfittare
della pazienza delle donne e degli uomini della Polizia di Stato, che nonostante la mancanza di
tangibili gratificazioni, negli ultimi anni, scanditi da una non comune serie di emergenze, non si sono
risparmiati, e con la loro generosa dedizione hanno dato prova di saper assicurare il rispetto della
legge in scenari caratterizzati da inedite tensioni sociali con equilibrio e professionalità. Pur coscienti
della necessità di tenere sotto controllo la spesa pubblica, ci sentiamo di riaffermare come gli
investimenti nella sicurezza non possano essere ascritti al generico paniere della spesa pubblica,
perché lungi dal poter essere registrata come una mera uscita di cassa, si pongono come una
precondizione del rilancio dell’economia. E la valorizzazione delle risorse umane che lavorano in
questo contesto non può che essere inquadrata nella medesima prospettiva. Di tal che il rinnovo del
contratto di lavoro del personale non dirigente è uno dei temi che non può rimanere estraneo
all’agenda del Governo, così come la definizione di una piattaforma di previdenza dedicata secondo
le linee guida già contenute in progetti di legge trasversalmente sostenuti nella scorsa legislatura da
parlamentari di vari schieramenti.

Un cenno a parte merita poi, conclusivamente, il mancato riconoscimento alla professionalità del
personale Dirigente, a cui si richiedono sacrifici rilevanti con l’attribuzione di non comuni carichi di
responsabilità. Una pretesa di elevati standard di prestazioni che non ha, almeno sino ad ora, registrato
altrettanta sensibilità da parte del decisore politico. Infatti, a distanza di oltre 5 anni dall’epocale
svolta che ha contrattualizzato la Dirigenza della Polizia di Stato, non si riesce ancora ad avviare una
trattativa per la stesura del primo contratto di lavoro di questa peculiare categoria perché non sono
stati appostati i necessari stanziamenti. È qualcosa di peggio che irritante, perché va a provocare una
ferita nella dignità di funzionari che presidiano il più elevato livello di esecuzione delle direttive
ministeriali. Un immeritato disconoscimento della loro considerazione che non può trascinarsi oltre
ogni ragionevole inerzia.

La sintesi che precede, è bene precisarlo, non ambisce ad essere altro che un perimetro schematico
all’interno del quale abbiamo collocato quelle che, a nostro avviso, sono le questioni a cui dare la
precedenza, e sulle quali contiamo di poter avere, come dianzi anticipato, un franco e risolutivo
momento di confronto per il quale attendiamo di essere quanto prima convocati.

Roma, 5 novembre 2022

SIULP
Romano

SIAP
Tiani

PDF Lettera

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