Polizia di Frontiera – Riorganizzazione

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    Lo scorso 13 febbraio, negli Uffici del Dipartimento di P.S. è proseguito l’esame congiunto riguardante la riorganizzazione della Polizia di Frontiera.

    Erano presenti per l’Amministrazione il Prefetto Luigi Savina, il Direttore Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, Prefetto Massimo Bontempi, il dottor Massimo Ucci per la Direzione Centrale per le Risorse Umane e la dottoressa Maria Cristina Ermini per l’Ufficio per le Relazioni Sindacali.

    In premessa il Prefetto Savina ha ribadito che i criteri per la rimodulazione della Polizia di Frontiera sono ispirati ad elementi quali, l’aumento del traffico viaggiatori, la tipologia del traffico passeggeri e voli sensibili, l’incremento delle attività come i respingimenti e riammissioni “Dublino” e l’aumento dell’attività operativa correlata all’incremento delle consultazioni dei sistemi informatici ai fini di antiterrorismo e di controllo anticipato di frontiera, in base alla direttiva API/BCS.

    Per raggiungere tale obiettivo, sulla base dei dati illustrati, è stata nuovamente palesata la volontà di accorpare gli Uffici di Polizia di Frontiera marittima di Trieste con l’omologo Settore Polizia di Frontiera Terrestre, ed è stata rinnovata la proposta di accorpare l’Ufficio Polizia di Frontiera aerea di Capodichino con l’Ufficio Polizia di Frontiera marittima di Napoli. Sarà inoltre istituito il Settore di Polizia di Frontiera Terrestre di Bardonecchia e Brennero, e la vigilanza dinamica sulla linea di confine del Traforo del Gran San Bernardo sarà assicurata dal Settore Polizia di Frontiera di Aosta. L’Amministrazione è rimasta sulle sue posizioni in ordine all’assegnazione delle funzioni di Polizia di Frontiera alle questure territorialmente competenti riguardo gli uffici di Polizia di Frontiera Marittima di Taranto, La Spezia, e Gioia Tauro, così come gli uffici di Polizia di Frontiera Aerea di Brescia e di Parma.

    Riguardo l’attribuzione dei posti funzioni dirigenziali, è stata proposta l’elevazione dell’Ufficio V° Zona Polizia di Frontiera di Roma a livello di Dirigente Generale.

    Il SIULP ha espresso la sua più totale contrarietà alla rimodulazione prospettata in ordine al trasferimento delle competenze di Polizia di Frontiera alle Questure e ha contestato argomentando una lunga serie di motivi, non ultimi quelli logistici e di collegamento, gli accorpamenti degli Uffici di Napoli e di Trieste, nel cui ambito l’unica nota positiva che si registra, è l’apprezzabile incremento dellle risorse umane.

    Poiché la sottrazione delle funzioni prettamente di Polizia di Frontiera oggi in essere a Taranto, La Spezia, Gioia Tauro, Brescia e Parma ricadranno sui carichi di lavoro e sulle competenze delle relative questure, il SIULP ha sollecitato la parte pubblica, a sottoporre il progetto di riorganizzazione al vaglio delle relative Autorità locali di P.S., ancor prima di prendere decisioni che potrebbero rivelarsi dannose per il personale, ma soprattutto per l’efficienza del servizio. Sarebbe utile, ad esempio, conoscere le osservazioni del questore di Taranto, il quale, da una parte si trova nella difficile condizione organizzativa determinata dalla grave carenza di personale che genera carichi di lavoro inusuali, e dall’altra si vede anche togliere il servizio della Specialità della Polizia di Stato in uno scalo portuale tra i più importanti d’Europa, non solo per l’aspetto commerciale.

    Analogamente questa O.S. ha argomentato quanto potrebbe essere dannoso caricare le Funzioni di Polizia di Frontiera svolte dai colleghi di Gioia Tauro all’omonimo Commissariato. Nel caso dello scalo calabrese, in effetti, i soli dati delle persone che vengono quotidianamente controllate nell’ambito portuale dai colleghi, puntualmente snocciolati dal SIULP, basterebbero a mettere in discussione le stime poste a fondamento della rimodulazione della Specialità. Tutto ciò, senza entrare nei particolari dei sequestri di armi e droga che si verificano in quel territorio particolarmente esposto alla criminalità organizzata. Il fenomeno seppur non di stretta competenza delle funzioni di Polizia di Frontiera, rappresenta un elemento oggettivo che dovrebbe far propendere a ben altre determinazioni, non certamente sottraendo, ma rafforzando ed efficientando un presidio di legalità all’interno del porto di Gioia Tauro.

    Riguardo la rimodulazione organica e l’elevazione della Polizia di Frontiera di Fiumicino, il SIULP ha preso atto della previsione di un Dirigente Generale alla direzione di un ufficio che a regime conterà 1311 uomini.

    Non è comprensibile tuttavia, come ad un ufficio diretto da un Dirigente Generale possa essere sottratto il posto funzione di un Primo Dirigente. Le ricadute che detta ipotesi determinerebbe in senso negativo sono oltremodo prevedibili sotto l’aspetto organizzativo, direzionale e relazionale, sia all’interno dell’Amministrazione sia all’esterno. Ciò posto, il SIULP ha chiesto, pregiudizialmente, la rivisitazione dell’ipotesi di composizione della catena di comando inserendo la figura di un Primo Dirigente sottoposto al Dirigente Generale.

    Il SIULP ha infine rilevato e contestato un ulteriore aspetto cruciale rispetto le dotazioni organiche. Nella proposta presentata, in effetti, riguardo gli uffici delle otto Zone non è stata prevista la figura del ruolo Assistenti ed Agenti. Uno squilibrio incomprensibile sotto il profilo ordinamentale e operativo che il SIULP non ha potuto fare a meno di evidenziare e contrastare, nel rispetto delle funzioni attribuite a ciascun ruolo.

    Sul punto l’Amministrazione ha in effetti riconosciuto la discrasia prendendo l’impegno di correggere il prospetto relativo alla distribuzione del personale, assicurando, anche negli uffici delle Zone, la previsione di un numero adeguato di colleghi del ruolo Assistenti ed Agenti. Riguardo la presenza di almeno un Primo Dirigente alla V° Zona Polizia di Frontiera di Roma, invece, il vertice dell’Amministrazione si è impegnato a trovare una soluzione utile a individuare la figura dirigenziale richiesta.

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