Poliziotto aggredito: SIULP, plauso ai colleghi ma attendiamo condanna esemplare e intervento normativo

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Ultimo aggiornamento 08/07/2013

Comunicato stampa

Esprimo, a nome mio personale e di tutto il Siulp, la solidarietà e la vicinanza al collega Antonio De Vincentis aggredito, in modo barbaro e violento, da quattro delinquenti per motivi che dovrebbero far riflettere anche la magistratura giudicante e lo stesso potere legislativo.
Esprimo altresì un plauso ai colleghi che, dopo la vile aggressione all’ispettore, sono rientrati anche dalle ferie per individuare questi violenti aggressori e assicurarli alla giustizia.
Un ulteriore ringraziamento al Sostistuto Procuratore di Velletri che ha seguito costantemente e attivamente le fasi delle indagini che hanno portato all’identificazione dei quattro aggressori.
Lo afferma Felice Romano Segretario Generale del Siulp, nell’auspicare una rapida guarigione dell’ispettore e, nel ringraziare il Questore di Roma che si è portato sul posto immediatamente, non facendo mancare alcun supporto al collega e alla sua famiglia, sottolinea come ora si attende una condanna esemplare nei confronti di questi quattro aggressori che hanno colpito con ferocia inusitata il collega solo perché egli rappresentava lo Stato e le istituzioni. Perché questo è il vero problema che i Giudici auspico valutino attentamente. E cioè che la violenza inaudita con cui il collega è stato aggredito è determinata da due aspetti fondamentali: il primo che egli è stato considerato non come una persona che voleva dirimere la rissa in atto, ma come lo Stato che interveniva per far rispettare le regole e la civile convivenza; la seconda è la certezza dell’impunità che alberga ormai in questi delinquenti quando aggrediscono lo Stato e chi lo rappresenta.
Non è un caso che alcuni di questi hanno precedenti specifici come professionisti del disordine e della violenza negli stadi
Ecco perché, conclude Romano, è necessario oggi più che mai che la risposta dello Stato, e quindi della magistratura giudicante, sia ferma ed esemplare. Perché tutti sappiano che ogni cittadino, e a maggior ragione chi per mestiere ha deciso di servirlo, ha alle sue spalle lo Stato e quindi chi li aggredisce, aggredisce lo Stato stesso.
Parimenti auspico che il ministro dell’Interno si faccia promotore presso il Parlamento per approvare un provvedimento che preveda un inasprimento della pena per queste aggressioni nei confronti dei rappresentanti dello Stato, unitamente ad aggravanti specifiche che facciano comprendere, in modo incontrovertibile, che chi attacca le istituzioni in ogni loro manifestazione è reo di attaccare lo Stato democratico e le sue rappresentazioni, e per questo va punito anche se il reato si consuma ai danni di una sola persona.

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