ROMA: SIULP, bene risposta Prefetto e Questore. La fermezza è nel solco dell’integrazione. Ora intervenga la politica.

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    La risposta ferma e immediata, a seguito dei gravi fatti consumati nei quartieri del Pigneto e di Tor Bella Monaca, predisposta dal Prefetto e dal Questore di Roma, è mirata, efficace e in linea con la politica dell’integrazione che il nostro Paese e il Governo stanno attuando in relazione all’epocale flusso immigratorio che stiamo gestendo.

    Effettuare controlli, massicci e costanti, in quartieri in cui qualche criminale pensava di poter gestire come “territorio franco”, è solo una delle prime risposte che i cittadini onesti e perbene e i poliziotti, oltre che tutti gli appartenenti alle Forze di Polizia i quali, quotidianamente e con totale abnegazione, spesso anche a rischio della propria incolumità, lavorano in queste strade per garantire la sicurezza e la legalità, si aspettavano per riaffermare l’egida dello Stato sull’illegalità che si stava diffondendo in questi quartieri.

    È quanto afferma Felice Romano; Segretario Generale del SIULP, dopo i noti fatti accaduti nei due quartieri della Capitale che hanno fatto emergere l’esistenza di zone che, grazie al predominio di alcuni delinquenti, rischiavano di affrancarsi dalla legalità per vedere affermare l’illegalità e la violenza come uniche regole del sopravvivere.

    Questo, però, sottolinea Romano, non basta. Giacché non può essere la militarizzazione del territorio o la mera risposta della forza o delle armi ad assolvere questi territori, anche se è necessaria nella fase iniziale come risposta immediata.

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    La criminalità ha costruito in questi quartieri un vero e proprio “business” fondato sullo smercio della droga, perché rende guadagni proficui e cattura la condivisione e la benevolenza anche dei molti che, vivendo nel disagio e nel precariato diffuso per la grave crisi economica e occupazionale, intravedono in queste attività l’unico mezzo di sostentamento per se stessi e la loro famiglia.

    Ecco perché, alla risposta decisa di espellere gli stranieri che spacciano e di “militarizzare” le strade di questi quartieri, come deciso dal Prefetto e dal Questore, occorre anche un’azione di bonifica sociale e culturale che elimini ogni possibilità di sub-cultura nella quale la criminalità possa allignare e crescere.

    Il problema è soprattutto sociale, perché occorre fare una verifica su chi e a che titolo occupa le case in alcune strade di quei quartieri e come mai non vi sono centri di aggregazione giovanili legali, ma anche legislativo. La reazione di una strada intera che inveisce contro i poliziotti o i carabinieri mentre arrestano pusher o altri delinquenti, richiede interventi normativi ma anche l’applicazione di alcuni istituti già previsti che potrebbero aiutare a bonificare il territorio. Faccio riferimento, ad esempio al “divieto di soggiorno” previsto come misura giudiziaria per tutti quei soggetti, anche italiani, che sono ritenuti pericolosi e recidivi nel perpetrare alcuni reati.

    Forse l’applicazione di questa misura nei confronti di chi si è reso responsabile dell’aggressione nei confronti delle Forze di polizia potrebbe sicuramente aiutare ad affermare la legalità e la legittimità dello Stato sulla criminalità.

    Ecco perché, conclude Romano, alla brillante azione delle Forze di polizia occorre un intervento della politica che dia nuovi ed efficaci strumenti per risanare il territorio non solo da chi delinque ma anche di chi lo agevola lo fiancheggia soltanto.

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