Sorveglianza sanitaria e promozione della salute: il Capo della Polizia differisce l’applicazione della circolare esplicativa

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    Nel pomeriggio di ieri 27 febbraio u.s., si è tenuta la programmata riunione con il Capo della Polizia, Pref. Franco Gabrielli e una qualificata delegazione dell’Amministrazione, vista la delicatezza della problematica in argomento.

    Tale incontro è stato fortemente richiesto dalle scriventi OO.SS. a seguito dell’emanazione del decreto del Capo della Polizia del 2 gennaio 2017, relativo alla verifica e promozione della salute e alla sorveglianza sanitaria nei confronti dei poliziotti.

    Dal confronto con l’Amministrazione, considerate le posizioni espresse dalle scriventi OO.SS. è emerso chiaramente che la problematica in parola, sarà affrontata adeguatamente nelle more del decreto legislativo n. 81/2008 e che gli attori che dovranno gestire la fase di valutazione della verifica di tale problematica saranno gli stessi che hanno l’onere della valutazione del rischio e dell’applicazione della normativa vigente, all’interno delle aree riservate della Polizia di Stato, tra i quali, senza ombra di dubbio, gli RLS, le cui funzioni, com’è noto, vengono svolte dalle Segreterie Provinciali delle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative in tutto il territorio.

    Tale inquadramento giuridico, pur rappresentando un’indubbia garanzia a tutela della salute dei poliziotti, tenendo conto delle attuali difficoltà interpretative, necessita di un’adeguata fase di riflessione e di studio, essenziale a salvaguardare sia i colleghi che saranno oggetto dell’applicazione del decreto in parola, sia i datori di lavoro nonché i medici competenti, per quel che attiene i Responsabili Servizio Prevenzione e Protezione, considerato che l’Amministrazione è orientata, come da noi richiesto, ad aprire un confronto costruttivo sul tema del riconoscimento delle patologie quali SI dipendenti da causa di servizio riscontrate durante la fase del procedimento di verifica della sorveglianza sanitaria, nell’ipotesi in cui le stesse patologie risultassero riconducibili a rischi professionali.

    Dette modalità agevolerebbero la possibilità di definire le procedure necessarie per implementare le tabelle relative alle varie patologie ascrivibili a categoria, quali SI dipendenti da causa di servizio emerse nelle fasi valutative previste dal suddetto decreto emanato del Capo della Polizia.

    Occorre inoltre chiarire l’aspetto inerente la copertura delle spese necessarie per le fasi di valutazione di tipo sanitario (laboratori di analisi e supporto psicologico), visto che il decreto in questione non prevede ulteriori oneri aggiuntivi di spesa diversi da quelli previsti per i dedicati capitoli di bilancio ministeriali.

    Siamo in prima linea nella politica di conservazione della salute, ma considerato che l’argomento è assolutamente delicato e complesso, con profili Costituzionali in gioco, occorre muoversi con cautela, in un quadro normativo certo, anche alla luce del Decreto Lgs 81/2008, con un approccio il più possibile costruttivo, anche in forma sperimentale, prevedendo, per analogia, i necessari e/o ulteriori “idonei paracaduti” per tutti quei soggetti che, per colpe non proprie, sono oggi a rischio. L’obiettivo finale è certamente, anche per noi, quello di offrire a ogni poliziotto un lavoro e un ambiente di lavoro salubre nel quale i rischi professionali siano sotto controllo. Ecco il perché della

    nostra richiesta finalizzata ad introdurre nella nostra Amministrazione le malattie professionali tutelate dall’Inail.

    A nostro avviso dovrà anche essere dipanata l’annosa e mai risolta problematica relativa all’applicazione della sorveglianza sanitaria, prevista nei casi in cui si applica il famigerato art. 48 del D.P.R. 782/85 visto che, come evidenziato, l’Amministrazione, al momento, non ha ancora affrontato tale problematica, nonostante le linee guida emanate e relative al rischio da stress da lavoro correlato, anche alla luce del decreto in esame sulla nuova sorveglianza sanitaria e promozione della salute. Il suddetto tema dovrà trovare corretta applicazione, visto che i previsti colloqui psicologici saranno di natura preventiva.

    A tal proposito, il Capo della Polizia ha annunciato un percorso di approfondimento dando la disponibilità di creare un Osservatorio, con la possibilità di indicare, da parte dei sindacati rappresentativi della Polizia di Stato, personale esperto e qualificato nonché professori, medici aventi una chiara e specifica cultura scientifica nel settore medico, per costituire un organo terzo in grado di dare risposte esaustive al personale.

    Tali colloqui potranno essere effettuati anche da psicologi appartenenti all’Amministrazione, i quali dovranno mettere i colleghi nelle condizioni di affrontare le visite senza il timore di essere posti in aspettativa e successivamente sotto sorveglianza psichiatrica dando loro le adeguate garanzie.

    Le scriventi OO.SS. apprezzano la sensibilità e l’apertura dimostrata dal Capo della Polizia nel corso della riunione al fine di differire la prevista applicazione del decreto in argomento con decorrenza dall’1.3.2017 a quando saranno chiarite ed affrontate adeguatamente le problematiche emerse nel corso di questo primo confronto con le Organizzazioni Sindacali aventi titolo ed a tal fine verrà diramata una specifica ed apposita nota esplicativa, a sua firma, indirizzata a tutti gli Uffici sanitari della Polizia di Stato interessati.

    Alla luce di quanto sopra evidenziato il tavolo di confronto resta aperto, consapevoli della delicatezza dell’argomento trattato e pertanto continueremo ad apportare il nostro necessario e costruttivo contributo, finalizzato prioritariamente alla tutela della salute degli appartenenti alla categoria, sotto ogni profilo ed in particolare sotto quello sanitario e professionale, vigilando con particolare attenzione al fine di evitare il verificarsi di forzature di tipo normativo – istituzionale che potrebbero risultare fortemente penalizzanti e negativi per i poliziotti.

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