Taglio del cuneo fiscale 2023 e aumenti in busta paga

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Alcuni colleghi ci chiedono chiarimenti a proposito degli aumenti che da luglio 2023 avrebbero dovuto entrare in busta paga per effetto del cosiddetto taglio del cuneo fiscale.

Il taglio del cuneo fiscale consiste in un esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti per i periodi di paga dal 1° luglio al 31 dicembre 2023 (con esclusione della tredicesima mensilità) per i lavoratori con reddito fino a 35mila euro.

Si tratta, dunque, di una misura temporanea che risale al Decreto-legge 115 del 2022 cd ” Aiuti bis”, varato dal governo Draghi che aveva previsto per i lavoratori dipendenti un taglio dei contributi previdenziali pari al 1,2% per i redditi fino a 35mila euro lordi che andava ad aggiungersi al taglio dei contributi già operativo per gli stessi beneficiari da gennaio dello 0,8% (legge 234 2021).

Con la manovra finanziaria 2023 approvata dall’attuale Governo è stato previsto un nuovo sconto contributivo pari all’1 % applicabile ai redditi fino a 25 mila euro annui (lordi).

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In cifre, solo per i redditi sino a 25.000 euro lordi vi sarà uno sgravio aggiuntivo che frutterà da luglio a dicembre un aumento netto in busta paga mentre nulla cambia per i percettori di redditi superiori a 25.000 euro.

Il beneficio è scattato ad agosto nel senso che il pagamento riferito alla mensilità di luglio è erogato con il cedolino di agosto. Lo stesso meccanismo sarà applicato anche per i mesi successivi fino alla mensilità di dicembre 2023 che sarà erogata a gennaio 2024.

Il meccanismo del taglio del cuneo fiscale incide sul costo del lavoro perché diminuisce la contribuzione previdenziale. Ciò comporta conseguenze sulle pensioni future dei lavoratori, considerato che nel sistema contributivo attuale, calcolo della pensione avviene sulla base dei contributi versati.

 

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