TORTURA: SIULP, bene Ministro Alfano e Governo sulla revisione alla Camera del DDL su tortura.

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    L’iniziativa preannunciata dal Ministro Alfano circa la necessità di rivedere alla Camera dei Deputati il testo del DDL sul reato di tortura è la risposta che le donne e gli uomini della Polizia di Stato e di tutte le Forze di polizia si aspettavano. L’introduzione del reato di tortura come elemento di emancipazione del nostro ordinamento giuridico non può rappresentare, neanche lontanamente, l’occasione per creare equivoci o fraintendimenti riguardo l’obbligo per gli Operatori di polizia di utilizzare la forza per contrastare la violenza nel pieno adempimento del loro dovere.

    Per questo diciamo bene all’iniziativa del Ministro Alfano e del Governo nel richiedere una rivisitazione alla camera al fine di prevedere le circostanze, come la reiterazione delle azioni di violenza che, pur garantendo la certezza di colpire chi tortura le persone di cui ha la custodia ho la responsabilità usando reiteratamente la forza e la violenza, di fatto però salvaguarda chi la forza è chiamato ad usarla legittimamente per arrestare la violenza.

    Lo afferma Felice ROMANO, Segretario Generale del SIULP, che plaude all’iniziativa del Ministro dell’Interno definendo la sua azione e quella del Governo la risposta giusta per la sicurezza dei cittadini e degli stessi operatori di polizia.

    Questo discrimine, conclude il leder del SIULP, considerato il rischio di dilatazioni interpretative che si potrebbero registrare in sede applicativa, è indispensabile per garantire alle donne e agli uomini in divisa di poter continuare a svolgere tranquillamente il proprio lavoro, per contrastare il terrorismo e le azioni di violenza cieca, come quelle sinora registrate nei paesi vicini come la Francia e il Belgio, e per evitare che la soggezione psicologica possa compromettere l’operatività dei servizi indispensabili ad evitare che anche in Italia si possano concretizzare tragedie come quelle appena avvenute a Nizza.

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    Lanci di agenzia

    Tortura: Siulp, bene modifiche, ddl non indebolisca polizia – (v. ‘Tortura: Alfano, Camera dovrà rivedere legge’ delle 18.37)
    (ANSA) – ROMA, 18 LUG – L’iniziativa annunciata dal Ministro Alfano sulla necessità di rivedere alla Camera il testo del ddl sul reato di tortura “è la risposta che le donne e gli uomini della Polizia di Stato e di tutte le Forze di polizia si aspettavano. L’introduzione del reato di tortura come elemento di emancipazione del nostro ordinamento giuridico non può rappresentare, neanche lontanamente, l’occasione per creare equivoci o fraintendimenti riguardo l’obbligo per gli operatori di polizia di utilizzare la forza per contrastare la violenza nel pieno adempimento del loro dovere”.

    Lo afferma in una nota Felice Romano, segretario del sindacato di Polizia Siulp, sottolineando che la previsione, ai fini del reato, “della reiterazione delle azioni di violenza pur garantendo la certezza di colpire chi tortura le persone di cui ha la custodia, salvaguarda chi la forza è chiamato ad usarla legittimamente per arrestare la violenza”.

    “Questo discrimine, considerato il rischio di dilatazioni interpretative che si potrebbero registrare in sede applicativa – aggiunge Romano – è indispensabile per garantire alle donne e agli uomini in divisa di poter continuare a svolgere tranquillamente il proprio lavoro” e “per evitare che la soggezione psicologica possa compromettere l’operatività dei servizi indispensabili”, conclude.

    TORTURA: SIULP, BENE ALFANO E GOVERNO SU REVISIONE DDL =

    Roma, 18 lug. (AdnKronos) – “L’iniziativa preannunciata dal Ministro Alfano circa la necessità di rivedere alla Camera il testo del Ddl sul reato di tortura è la risposta che le donne e gli uomini della Polizia di Stato e di tutte le Forze di polizia si aspettavano”. Lo scrive il Siulp, sindacato unitario lavoratori polizia, in una nota di Felice Romano, segretario generale.

    “L’introduzione del reato di tortura come elemento di emancipazione del nostro ordinamento giuridico non può rappresentare, neanche lontanamente, l’occasione per creare equivoci o fraintendimenti riguardo l’obbligo per gli Operatori di polizia di utilizzare la forza per contrastare la violenza nel pieno adempimento del loro dovere”, sottolinea ancora la nota.

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