Il combinato disposto dell’eliminazione del termine “reiterate” violenze e la mancata previsione di un dolo intenzionale nella fattispecie in discussione in aula al Senato sul reato di tortura, produrrà effetti nefasti sull’azione delle Forze di Polizia e dei militari impiegati nell’operazione Strade sicure, poiché esporrà tutti gli operatori a denunce strumentali da parte dei professionisti del disordine e dei criminali incalliti. Infatti la fattispecie è un pasticcio poiché insufficientemente tipizzata negli elementi oggettivi e non contempla quel dolo specifico previsto dalla stessa convenzione anti-tortura che sarebbe garanzia di un rigoroso accertamento sull’elemento psicologico allorquando prevede che le acute sofferenze siano inflitte, sia al fine di ottenere da una persona informazioni o confessioni, sia allo scopo di punirla anche per motivi basati su qualsiasi forma di discriminazione.
Si rischia così di legare le mani a chi è impiegato quotidianamente nella tutela dell’ordine pubblico nelle carceri e nel contrasto al crimine organizzato e diffuso per assecondare demagogie ideologiche che guardano con sospetto l’operato delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate dimenticando che esse sono a presidio della democrazia e del principio di legalità del nostro Paese.